Piemonte. Città della Salute. Il 5 giugno il convegno “La nutrizione artificiale domiciliare e i percorsi di continuità assistenziale ospedale - territorio nel paziente complesso”
Nel corso dei lavori verranno esposti i criteri organizzativi attuali della continuità assistenziale, i risultati della nutrizione artificiale coordinata dalla Rete delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica e la collaborazione con le Reti specialistiche coinvolte nella gestione di pazienti complessi, sia adulti che pediatrici.
04 GIU - “La nutrizione artificiale domiciliare e i percorsi di continuità assistenziale ospedale – territorio nel paziente complesso”, è il titolo di un convegno che si terrà domani nell’aula magna delle Molinette di Torino. L’evento si svolge in occasione del 30° anniversario delle leggi regionali sulla nutrizione artificiale a domicilio (NAD), ed è
organizzato da Antonella De Francesco (direttore Dietetica e Nutrizione Clinica dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino).
Il continuo miglioramento del livello di diagnosi e cura degli ultimi decenni permette attualmente di assicurare la sopravvivenza e una buona qualità di vita a persone affette da patologie complesse, spesso estese a più organi, con l’ausilio di terapie che, in tutto o in parte, sostituiscono delle funzioni essenziali. La durata di queste terapie è necessariamente molto prolungata, e talvolta quoad vitam. Si tratta di terapie complesse, che frequentemente coinvolgono più ambiti specialistici e che necessitano di monitorizzazione periodica, spesso da svolgere presso i centri ospedalieri. Se la situazione clinica generale è adeguata, in molti casi è però possibile svolgere le terapie al domicilio, permettendo quindi a queste persone una vita familiare, e spesso anche lavorativa, normale.
L’organizzazione sanitaria di queste terapie è ugualmente complessa e si basa sulla collaborazione strutturata degli operatori ospedalieri, territoriali e delle strutture organizzative delle Asl. In Piemonte tale organizzazione è attiva già da molti anni, anche se recentemente, con la finalità di ottimizzare la gestione della sanità, la “continuità assistenziale ospedale-territorio” è stata ulteriormente enfatizzata. Per assicurare omogeneità di trattamento su tutto il territorio regionale, l’Assessorato regionale alla sanità ha promosso la creazione di Reti specialistiche per alcune di queste patologie complesse.
In occasione del trentennale dall’inizio in Piemonte della Nutrizione Artificiale Domiciliare, la Dietetica e Nutrizione Clinica della Città della Salute e della Scienza di Torino ha organizzato un Convegno per esporre i criteri organizzativi attuali della continuità assistenziale, i risultati della nutrizione artificiale coordinata dalla Rete delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica e la collaborazione con le Reti specialistiche coinvolte nella gestione di pazienti complessi, sia adulti che pediatrici.
I principi generali della relazione ospedale - territorio e delle reti specialistiche saranno esposti da Mario Lombardo (Città della Salute); saranno quindi illustrati l’organizzazione ed i risultati dell’ospedalizzazione a domicilio del paziente adulto (Renata Mariniello, Città della Salute), la domiciliazione del bambino con patologia complessa (Daniela Corsi, Città della Salute), il ruolo del Distretto (Edoardo Tegani, ASL To2), del Medico di Medicina Generale (ASL To4) e dell’Infermiere delle cure domiciliari (Adriano Albano, ASL To1).
Saranno inoltre evidenziate le specificità della relazione ospedale - territorio nei pazienti nefropatici (Rete Nefrologica: Luigi Biancone, Città della Salute), oncologici (Rete Oncologica: Marinella Mistrangelo, Città della Salute), in ambito palliativo (Rete di Cure Palliative: Anna De Luca, Città della Salute), affetti da insufficienza respiratoria (Alessio Mattei, Città della Salute) e da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Centro Regionale per la SLA: Andrea Calvo, Città della Salute).
Il Piemonte è stata una delle prime Regioni ad organizzare la nutrizione artificiale domiciliare (la prima Legge Sperimentale risale al 1985), con normative all’avanguardia, ancora tuttora di riferimento a livello nazionale. La gestione clinico - nutrizionale è stata attribuita ai Centri specialistici autorizzati (Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica), in costante contatto con l’ASL di residenza, incaricata della gestione delle apparecchiature e dei prodotti, il Medico di Medicina Generale ed il Servizio Infermieristico Territoriale. La Rete di Dietetica e Nutrizione Clinica è attualmente costituita da 13 Strutture per adulti e 2 per pazienti pediatrici ed assicura l’accesso alle cure su tutto il territorio regionale.
La nutrizione artificiale è indispensabile nelle persone con gravi alterazioni della deglutizione o della funzione intestinale; svolge una funzione salva-vita, anche nelle situazioni in cui i pazienti conservano ancora una residua (ma insufficiente al mantenimento di un normale stato di nutrizione) alimentazione per via orale. Può avvenire per via venosa o attraverso sonde posizionate nello stomaco; la tecnologia necessaria è attualmente molto raffinata, ma – soprattutto nella nutrizione per via venosa – va tenuto presente che si tratta comunque di una sostituzione artificiale di una funzione fisiologica, con possibili complicanze.
Per i pazienti affetti da insufficienza intestinale (che cioè non assorbono o non possono alimentarsi per via orale), la nutrizione per via venosa può anche durare tutta la vita (pazienti attualmente in cura sono nutriti per via venosa da > 20 anni); in alcuni casi è possibile – dopo periodi lunghi, in media di 2-3 anni – che la funzione intestinale migliori sino a permettere il ritorno all’alimentazione orale esclusiva: nella casistica della Città della Salute, riferimento unico a livello regionale, essi sono il 39% dei casi. La nutrizione per via venosa avviene durante la notte e permette di svolgere la normale attività durante il giorno; la qualità di vita, pur con ovvie limitazioni, è accettabile. I risultati sono esposti da Antonella De Francesco (Città della Salute).
La nutrizione per via venosa viene pure utilizzata nei pazienti affetti da tumore, quando la situazione clinica è favorevole, e prevalentemente per mantenere uno stato di nutrizione adeguato durante le terapie oncologiche; in questi casi la durata media del trattamento è di 6 mesi, e nel 16% dei casi è possibile il ritorno all’alimentazione esclusiva per via orale. I risultati sono esposti da Paolo Cotogni (Città della Salute). Nei soggetti che invece hanno una funzione intestinale normale, ma difficoltà o controindicazione alla deglutizione, viene utilizzata la nutrizione attraverso sonda posizionata in stomaco: si tratta di pazienti affetti da malattie neurologiche (postumi di ictus o di traumi, demenze, malattia di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica) o da tumori.
La durata media del trattamento dipende dalla malattia: più breve (in media 3 mesi) nei tumori, dove però – essendo utilizzata anche durante le terapie – è rilevante la percentuale di persone che riprendono ad alimentarsi per via orale (25%) e nei postumi di ictus, dove è possibile una ripresa, in media dopo 4 mesi, nel 19% dei pazienti. Nei soggetti con patologie neurologiche croniche la durata media della nutrizione artificiale è maggiore (7.5 mesi), ed è usualmente quoad vitam. La ripresa dell’alimentazione orale esclusiva è rara (10%) nelle demenze e nulla nella SLA. I risultati sono esposti da Rosalba Galletti (Città della Salute).
04 giugno 2015
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