Inps e gestione separata. Una mazzata per i professionisti sanitari
06 FEB -
Gentile Direttore,
la previdenza è una cosa seria, specie ora che, con il passaggio al sistema contributivo, anche con l’accantonamento di cifre ragguardevoli, non c’è da attendersi un trattamento pensionistico minimamente paragonabile a quello erogato a chi ha potuto godere, nel passato, di un sistema di calcolo più favorevole.
I liberi professionisti, sprovvisti di un ordine professionale e di una cassa previdenziale, hanno l’obbligo di iscriversi alla gestione separata dell’Inps basata interamente sul sistema contributivo. Con la recente approvazione della Legge di Stabilità, gli iscritti si sono visti elevare l’aliquota al 30,75%, con la previsione di un incremento al 33,72% entro il 2018. Un aggravio, questo, considerevole che è accompagnato da un aspetto ancora più iniquo. Lo scorso anno la rivalutazione del montante contributivo della gestione, legato all’andamento del Pil degli ultimi cinque anni, è addirittura risultata negativa. Una situazione questa, non accettabile e che rende ancora più pesante l’aumento dell’aliquota in assenza della previsione di un minimo di rivalutazione annuale garantito. Minimo garantito a nostro avviso doveroso poiché la gestione è necessariamente prudente.
Pensiamo che stimolare un intervento e una riflessione politica che riporti equilibrio su questa problematica, dovrebbe essere un obiettivo prioritario delle Organizzazioni che rappresentano i professionisti sanitari iscritti alla gestione separata dell’Inps. Oltretutto il lungo periodo di recessione che abbiamo vissuto, continuerà, con queste regole, a pesare negativamente sui conti dei prossimi anni impoverendo ulteriormente i professionisti iscritti.
Mauro Gugliucciello
Responsabile per la revisione del Codice Deontologico del Fisioterapista
Gianni Melotti
Fisioterapista
06 febbraio 2015
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