Cittadinanzattiva chiede chiarezza sui conti della regione Molise e una strategia futura incentrata su investimenti, sicurezza, prossimità, competenze. Al termine dell’udienza pubblica dello scorso 12 dicembre, i giudici contabili hanno infatti sospeso il giudizio di parificazione sul Rendiconto 2021 della regione Molise e si sono rivolti alla Corte Costituzionale dopo aver rilevato un disavanzo nel Bilancio regionale di circa 500 milioni e un debito, per ogni molisano, di 1.600 euro, “in crescita rispetto al 2020 e superiore agli altri cittadini delle regioni a statuto ordinario”. Negativa anche la valutazione su Asrem (l’Azienda sanitaria regionale del Molise), che ha un debito di 54 milioni, sui contratti con gli operatori privati della sanità e sul trasporto.
“Apprendiamo con molta preoccupazione della sospensione del giudizio di parifica della Corte dei Conti che ha rilevato una serie di criticità, il cui effetto per i cittadini molisani è di essere tra i più indebitati d’Italia - dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva – una situazione allarmante che evidenzia la “mancata correttezza di programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle spese”, come scritto nella relazione, e che sembra lasciar presagire un futuro preoccupante per l’accesso ai servizi pubblici, a cominciare da quelli sanitari, per i cittadini del Molise. Restiamo in attesa del giudizio della Corte Costituzionale perché dia risposte certe ai cittadini ed eventualmente agiremo, anche legalmente, perché i loro diritti siano rispettati”.
“Più volte Cittadinanzattiva Molise – aggiunge Jula Papa, segretaria regionale di Cittadinanzattiva Molise – ha evidenziato le criticità di questo territorio, chiedendo attenzione ai bisogni dei cittadini, a cominciare dai circa 13.000 malati cronici che non riescono a curarsi nel territorio, o a tutte le diverse azioni necessarie per migliorare i servizi di salute mentale integrati con il sociale, per i servizi sanitari all’interno degli Istituti penitenziari, ed in generale per il recupero delle liste d’attesa, il miglioramento della rete dell’emergenza-urgenza ed una gestione del 118 come parte integrante e struttura del servizio emergenza, per la riduzione della cosiddetta migrazione sanitaria. Così come alle risorse che andrebbero impiegate per costruire nuove politiche dedicate ai giovani, per migliorare i trasporti, e la sicurezza dei lavoratori”.
Eppure i cittadini molisani, con l’IRPEF più alto in Italia, prosegue Papa, continuano a pagare le tasse, perché è loro dovere e sapendo che le stesse contribuiscono a garantire il diritto all’accesso ai servizi: “Sarebbe un loro diritto avere una sanità equa, solidale e universale, strade sicure, mezzi anche su gomma che ti consentono di raggiungere ogni luogo, forti politiche che diano ai giovani garanzie e opportunità di lavoro incentivandoli a restare nel loro territorio. Invece ci ritroviamo oggi una regione sempre più mortificata e deprivata da ogni servizio. Ogni risposta delle istituzioni, anche quelle mancate, alle nostre interpellanze erano nel segno “che ogni sforzo sarebbe stato fatto nell’interesse esclusivo del cittadino”.
“Purtroppo ora vediamo risultati contrari a questo sforzo. Sono mancate scelte politiche efficaci, dettate da visione e programmazione. Ora più che mai, in un momento in cui la povertà è in aumento, abbiamo il diritto di sapere come ogni singolo euro è stato impegnato. Le strategie future chiediamo che siano ispirate a quattro principi: investimenti, sicurezza, prossimità, competenze”, conclude Papa.