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Molise, la Corte dei Conti boccia il rendiconto finanziario della Regione

Lacunoso sotto il profilo dell’attendibilità, irregolarità costanti e reiterate, evidenti lacune nella determinazione dei fondi da accantonare per importi rilevanti, tali da peggiorare sensibilmente il risultato negativo di oltre 650 milioni di euro. Per non parlare degli atti amministrativi di frequente privi di motivazione ovvero con dispositivi disconnessi. Un aspetto particolare delle contestazioni ha riguardato l’ambito sanitario.

08 NOV - Bocciata la parifica del rendiconto 2022 della Regione Molise dalla Sezione regionale di controllo. Così è stato deciso nell’udienza del 23 ottobre scorso, sottolineando: la non regolarità della gestione complessiva e del Fondo sanitario nazionale utilizzato per l’ambiente anziché per i Lea nonché la mancata ed errata registrazione di numerose partite contabili. Insomma la presidente Valente e i relatori (rel. Cerqua, D’Addio e Petronio) non le hanno mandate e adire. A differenza di tante fantasiose formule del tipo “parificato con riserva”, hanno bocciato sonoramente il rendiconto del 2022

L’evento è peraltro rappresentativo di un susseguirsi di no ai rendiconti regionali che dovrebbe fare tanto riflettere sul modo di concepire le scritture contabili regionali nel Molise: una parificazione parziale nel 2020, un no secco nel 2021, all’esame della Consulta, reiterato pesantemente nel 2022, con verosimile sorte negativa anche per il rendiconto 2023. Il dato più sconcertante è la sottostima del disavanzo di 562,61 milioni, ritenuta dal Magistrato contabile non affatto veritiera perché vittima di artifizi contabili, tale da compromettere sia gli esercizi futuri e generare situazioni contabili imbarazzanti con ricadute intergenerazionali.

Insomma nel rendiconto consolidato della Regione Molise è stato evidenziato di tutto: lacunoso sotto il profilo dell’attendibilità, irregolarità costanti e reiterate, evidenti lacune nella determinazione dei fondi da accantonare per importi rilevanti, tali da peggiorare sensibilmente il risultato negativo di oltre 650 milioni di euro. Per non parlare degli atti amministrativi di frequente privi di motivazione ovvero con dispositivi disconnessi

Il profilo di contestazione più rilevante è stato costantemente, negli anni, quello della violazione delle “regole di contabilità in materia di impegni e pagamenti non sono state adeguatamente rispettate dalla Regione, essendosi ravvisate mancate coperture in bilancio anche per obbligazioni giuridiche derivanti da contratti di somministrazione di servizi”. Un evento biasimevole che ha portato “alla formazione di ingenti debiti fuori bilancio e a un notevole impatto negativo sul rendiconto”. Ritardi nei pagamenti ai fornitori, generose ma indebite indennità premiali ai dipendenti inquadrati in un’area “quadri” dichiarata incostituzionale dalla Consulta, rappresentano una altra parte degli ulteriori rilievi evidenziati nella quasi totalità dei capitoli di bilancio.

La sanità è stata il vero vulnus
Un aspetto particolare delle contestazioni ha riguardato l’ambito sanitario, di una Regione commissariata ininterrottamente dal 28 luglio del 2009. Nel mentre, è da ritenersi condivisibile il rilevato divieto di finanziare l’Agenzia regionale per la protezione ambientale con il Fondo sanitario nazionale, perché elusivo della copertura dei Lea, dall’altra si leggono delle affermazioni che non sono da condividersi. Esse sono riferibili all’inquadramento che si offre relativamente al rapporto del budget con la mobilità attiva (qui 27 maggio 2023).

Più precisamente nella parte in cui sottomette al divieto di non retribuzione, definendolo extrabudget, la domanda resa esigibile per gli utenti fuori regione da parte di Irccs di rilievo nazionale, ritenendo che «l’osservanza della programmazione della spesa sanitaria e degli obiettivi del suo contenimento, tra cui indubbiamente rientra la non remunerabilità di servizi “extra-budget” [...] il dovere di rispettare le convenzioni (in specie la quantità e qualità delle prestazioni stabilite e il connesso limite di spesa) non ha una mera giudizio di parificazione esercizio 2022 - Regione Molise valenza civilistica, ma assume rilievo ai fini della tenuta complessiva del sistema e della concreta attuazione del diritto alla salute [...] costituisce violazione di un obbligo di servizio il superamento del cosiddetto tetto di spesa [...] qualora non sia stato previamente autorizzato».

Un assunto, questo, chiarito sed contra dal Consiglio di Stato con la sentenza 14 aprile 2023 n. 3775 che, proprio riguardo ad una questione riguardante il Molise, ebbe a sancire la regola, reiteratamente negata dal commissario ad acta, che siffatte prestazioni di mobilità attiva devono essere erogate senza limiti di budget a cittadini provenienti da altre regioni in quanto tali generatori di mobilità passiva a carico del Ssr di provenienza. In ciò ritenendo primario il diritto della persona di ricevere la migliore cura per la propria patologia (qui 6 giugno 2023).

Ettore Jorio

08 novembre 2024
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