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G7 Salute ad Ancona: un superspot elettorale per la giunta di centrodestra

14 OTT -

Gentile direttore,
il G7 Salute che si è tenuto ad Ancona tra il 9 e l’11 ottobre ha più chiavi di lettura, di cui uno più globale, che riguarda gli orientamenti espressi nel documento finale che è stato ben sintetizzato e messo a disposizione qui su Qs, e uno più locale relativo ai riflessi nazionali e regionali della iniziativa. Io farò alcune riflessioni su quelli regionali nella convinzione che abbiano anche un significato di livello nazionale.

Come da me ricordato a suo tempo qui su Qs, la scelta di Ancona come sede del G7 Salute è stata fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in persona che ha sempre considerato le Marche una Regione modello visto che è stata la prima a essere strappata al centrosinistra sotto la sua guida da Fratelli d’Italia nel 2020. Qui nelle Marche ad Ancona si tenne infatti il 23 agosto del 2022 il comizio inaugurale della sua campagna elettorale (ecco il video). Se rivedete l’inizio del video sentirete Meloni affermare che la scelta di Ancona era legata al fatto che proprio nelle Marche Fratelli d’Italia stava dimostrando che, a differenza di quello che si dice nei salotti e nei talk show, ha una classe dirigente all’altezza, una classe dirigente che stava governando meglio delle tante Giunte di centrosinistra che l’avevano preceduta. E siccome governare una Regione vuol dire soprattutto governare la sua sanità (che rappresenta il 73% del bilancio regionale) scegliere nel 2024 Ancona come sede del G7 Salute è stato naturale visto che qua nel 2025 si terranno le elezioni regionali.

Solo che la scelta doveva essere motivata su altri piani e a questo ha provveduto il Ministro Schillaci che nella sua conferenza stampa finale (ripresa in un comunicato stampa della Regione) ha ricordato i motivi che hanno portato a scegliere Ancona e le Marche come sede del G7 Salute, motivi che riprendiamo dal titolo del comunicato: “Ancona e le Marche scelte per l’ospedale eccellente. Giusta direzione quella dell'integrazione tra ospedale e territorio”. Sono queste le motivazioni portate agli ospiti stranieri e sono soprattutto queste ad avere avuto amplissima copertura mediatica in Regione. Queste affermazioni le potete ascoltare direttamente negli ultimi minuti del video della conferenza stampa finale quando il Ministro ha risposto alla domanda del giornalista che gli chiedeva se il modello di sanità del Ministero andava verso la concentrazione in poche città degli ospedali per acuti o di una rete diffusa in modo più capillare sul territorio. Le affermazioni del Ministro sono o gravi (quella sull’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche con sede ad Ancona come Ospedale Pubblico migliore d’Italia) o gravissima (quella sul presunto investimento sulla “medicina territoriale” della Regione Marche).

Partiamo dal richiamo all’Ospedale pubblico migliore d’Italia che per due anni consecutivi è stato riconosciuto all’Ospedale di Ancona. Il richiamo a questo riconoscimento è discutibile per due ordini di motivi. Il primo, e più importante, è che si tratta di una classifica sbagliata nel metodo e nel merito. Una classifica molto più politica che tecnica, visto che si basa sui dati del Programma Nazionale Esiti (PNE) che istituzionalmente è nato non per fare classifiche, come si trovava scritto pure nella Home del sito. Poi a partire dal 2022 (dati 2021) è stato deciso di togliere la scritta dal sito e di fare una classifica in cui a essere primo tra gli ospedali pubblici è un ospedale delle Marche (Giunta di centrodestra) e tra quelli privati uno della Lombardia (Giunta di centrodestra). La classifica si basa poi su una tipologia di analisi totalmente discutibile come chi vuole approfondire troverà descritto in un mio vecchio intervento su Qs. E poi i dati su cui si è basato il riconoscimento sono relativi agli anni 2021 e 2022 in cui si sono semmai continuati a evidenziare i buoni effetti delle gestioni Aziendali e Regionali degli anni precedenti. Ma di questo il Ministro non ha fatto alcun cenno, come non lo ha fatto dei gravissimi problemi in cui versa l’Ospedale di Ancona a causa dei problemi di dotazione organica che lo tengono in crisi da anni, come segnalato in una lettera aperta dello scorso dicembre dagli stessi Direttori di Dipartimento della struttura.

Ma dove il Ministro ha fatto una dichiarazione inaccettabile sul piano tecnico e politico è il tema della “medicina” territoriale. Premesso che parlare di medicina territoriale al posto di servizi territoriali è già grave, ma affermare che le Marche la stanno progressivamente potenziando tanto da diventare un modello da esportare nel mondo è totalmente falso. Ma non per una mia valutazione personale, ma per quello che dicono ad esempio le rilevazioni e analisi sui servizi delle Marche per la salute mentale, sui consultori, sui servizi per le demenze, sulla assistenza domiciliare (vedi qui e qui) e sullo stato dei Punti Unici di Accesso. Il Ministro ha richiamato il PNRR come occasione di cambio di passo della “medicina territoriale”. Bene, in contemporanea al G7 Salute è uscito il settimo Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale che documenta come ci siano nelle Marche grandi ritardi sulle Case della Comunità (ne sono attive solo tre sulle 29 previste) e sugli Ospedali di Comunità (ne è attivo solo uno sui 9 previsti), mentre tutte le Centrali Operative Territoriali sono state attivate, ma sono COT “farlocche”, come si può leggere qui. L’introduzione degli infermieri di famiglia e di comunità è a sua volta in gravissimo ritardo. Quanto ai servizi di prevenzione nel monitoraggio dei LEA 2022 con gli indicatori del Nuovo Sistema di Garanzia le Marche hanno appena la sufficienza, perdendo in questa area molti punti rispetto agli anni precedenti (vedi anche su questo l’ultimo Rapporto GIMBE). In compenso viene non solo mantenuta, ma addirittura potenziata la rete ospedaliera che già molto più frammentata di quanto previsto dal DM 70 (con almeno tre DEA in più) viene ulteriormente frammentata e dispersa dal suo programma di edilizia ospedaliera che prevede anche di portare attività di chirurgia complessa in ospedali di area disagiata attualmente in piedi solo grazie alle cooperative. Questa è la sanità modello delle Marche che per il Ministro Schillaci è prodotto da esportare nel mondo.

Il superspot poi non tiene conto che nel già citato ultimo Rapporto GIMBE le Marche sono una delle Regioni in cui è più frequente la rinuncia alle cure (terzo posto) e in cui tale dato è peggiorato di più nel 2023 rispetto al 2022 (terzo posto). Per inciso il Rapporto GIMBE documenta anche come in base ai punteggi LEA le Marche negli ultimi anni risultino in una posizione peggiore rispetto agli anni in cui governavano le precedenti Giunte di centrosinistra.

L’utilizzo di un momento istituzionale così alto, il G7 Salute, per un messaggio elettorale così basso pone interrogativi importanti a livello nazionale. Il Ministro e gli organi che rispondono a lui da che parte stanno? Dalla parte dei cittadini o dalla parte di chi governa? La funzione di indirizzo e controllo viene usata in modo finalizzato a migliorare la qualità dei servizi o finalizzata al sostegno del consenso dei committenti politici? Per chi ha seguito la dimensione “locale” del G7 Salute la risposta a queste domande è facile e sta già nella scelta della espressione superspot elettorale per definire l’evento.

Claudio Maria Maffei

Coordinatore Tavolo Salute Pd Marche



14 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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