Tra legge di bilancio e i vari decreti Covid (il "Cura Italia" e l'emanando "Rilancio") il budget/tetto di spesa per la farmaceutica si incrementerà in automatico di circa 736 milioni di euro. Il calcolo è presto fatto (euro più euro meno): dalla legge di bilancio per il 2020 sono arrivati alla sanità (parte corrente) 2,185 miliardi di euro, poi dal "Cura Italia" altri 1,410 miliardi e infine dal "Rilancio" ulteriori 1,361 miliardi.
In tutto quindi 4,956 miliardi a valere tutti sul fondo sanitario corrente di quest'anno. Considerando che il budget della farmaceutica (convenzionata e diretta) è fissato per legge al 14,85% del fondo, la dote per la farmaceutica 2020 sale di 736 milioni, di cui circa 395 per la convenzionata (pari al 7,96% del tetto), 331 per la diretta (pari al 6,69%) e circa 10 milioni per i gas medicinali (0,20%).
Un "tesoretto" di cui non si era ancora parlato ma che in ogni caso aumenta il budget del farmaco, da sempre in sofferenza con il costante sfondamento dei tetti programmati (in particolare quello della diretta che comprende la spesa farmaceutica ospedaliera) e che, pur contribuendo ad alleggerire il payback di fine anno a carico delle aziende, non sarà comunque sufficiente a coprire il buco che anche nel 2020 si registrerà con certezza nel settore.
Basti pensare che la spesa diretta nel 2019 farà segnare un disavanzo intorno ai 2,6 miliardi (stando al monitoraggio Aifa della spesa tra gennaio e novembre) a fronte, come abbiamo visto, di un incremento di fondi per quest'anno di "soli" 331 milioni.
Diverso il discorso per la convenzionata, già in attivo nel 2019 per circa 800 milioni e che dall'incremento Bilancio/Covid vedrà alzare la sua dotazione potenziale di 395 milioni che però potrebbero anche non venir mai spesi considerando la storica tenuta del tetto di questa parte della farmaceutica.
In ogni caso il "tesoretto" c'è anche se, senza una rimodulazione dei tetti, rischia effettivamente di non mutare la situazione: una spesa convenzionata “virtuosa” e una diretta in costante crescita e probabilmente sottostimata e pareggiata solo dal pay back a fine anno.
Ma in ogni caso la partita è tutta da giocare come dimostrano anche le visioni divergenti su come andrebbe riconsiderato il budget della farmaceutica che abbiamo raccolto intervistando il presidente della Fofi
Andrea Mandelli e quello della Farmindustria
Massimo Scaccabarozzi.
Luciano Fassari