A due anni esatti dalla morte di Eluana Englaro, e a pochi giorni dal dibattito in Aula sul progetto di legge sul testamento biologico, si è celebrata oggi la I
a Giornata nazionale sugli stati vegetativi, istituita lo scorso 26 novembre con una direttiva del presidente del Consiglio su richiesta avanzata da alcune associazioni: la Federazione nazionale associazioni trauma cranico (F.N.A.T.C), la Rete-Associazioni riunite per il trauma cranico e le gravi cerebrolesioni acquisite e dall'Associazione vita vegetativa (Vi.Ve).
Ad aprire la Giornata di sensibilizzazione, un convegno di approfondimento scientifico promosso dalla presidente del Consiglio dei Ministri, dal ministero della Salute, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma. Un’opportunità di confronto tra le più recenti acquisizioni scientifiche e assistenziali ed una riflessione sulle normative riguardanti i temi degli stati vegetativi e degli stati di minima coscienza.
Da parte del sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, un ringraziamento alle associazioni dei malati che hanno suggerito di istituire questa giornata “fondamentale” che rischiava altrimenti di restare negli anni come una “giornata di lacerazione, di divisione della memoria, per questa donna che è stata per 17 anni una malata in stato vegetativo. “Da oggi questa sarà una giornata della memoria condivisa, sia per chi ha salutato con favore quella sentenza, sia per chi l’ha osteggiata”, ha affermato il sottosegretario riferendosi al pronunciamento della Corte di Cassazione, che aveva dato il via libera allo stop all’idratazione ed alimentazione artificiale che tenevano in vita la ragazza.