Dalle prime ore della mattinata, oltre 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di 7 Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio) hanno eseguito un ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Procura della Repubblica di Parma ed emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Parma per l’arresto di
19 medici e imprenditori operanti nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci e di dispositivi medici, nonché il
sequestro preventivo di due società di comodo allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite ed il
sequestro, ai fini della confisca, di circa 470.000 euro quale profitto per la commissione del reato di corruzione. Sono state eseguite, inoltre,
52 perquisizioni presso le abitazioni dei professionisti coinvolti nella vicenda e presso le sedi di importanti società e note aziende farmaceutiche.
Con lo stesso provvedimento cautelare il G,I.P. ha avviato le procedure previste dalla legge per
l’emissione di 5 misure interdittive a carico di altrettanti indagati (tra cui un Dirigente del Ministero della Salute, 3 dirigenti medici e un imprenditore), coinvolti a vario titolo e con condotte correlate alle azioni sistematicamente poste in essere dal sodalizio criminale e l’emissione di analoghi provvedimenti interdittivi per le case farmaceutiche ed industrie di dispositivi medici coinvolte nelle attività illecite.
“La complessa indagine, denominata Pasimasi e coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dal N.A.S. Carabinieri di Parma – spiega una nota dei Nas diffusa al termine di una conferenza stampa -
attualmente vede indagate 75 persone e
ha consentito di individuare in
un importante dirigente sanitario pubblico (
ndr. si tratta di Guido Fanelli, direttore della struttura complessa di anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma), già estensore tecnico della legge sulla Terapia del Dolore del 15 marzo 2010, n. 38 e titolare di una pluralità di incarichi a livello nazionale e regionale, con potestà decisionale in materia di ricerca scientifica/terapeutica, raccolta dati e sperimentazioni cliniche e educazione continua medica (Ecm),
il perno di un articolato ‘sistema’ corruttivo realizzato per incamerare somme di denaro e beni di ingente valore, attraverso l’asservimento delle relative funzioni pubbliche agli interessi commerciali di alcune case farmaceutiche interessate a creare una propria ‘zona’ di influenza su pubblici ufficiali per la promozione e la diffusione illecita dei relativi prodotti farmaceutici”.
In tale quadro, le attività investigative sviluppate con l’ausilio di approfondite indagini tecniche e patrimoniali, acclaravano che:
- “presso i consessi e le strutture controllate dal citato dirigente (commissione nazionale, Università di Parma ovvero centri regionali di eccellenza nella trattazione della terapia del dolore) venivano valorizzate e condotte sperimentazioni cliniche illegittime su ignari pazienti (con oneri a carico del SSN) e sviluppate ricerche e raccolte di dati strumentali ai fabbisogni delle industrie, soprattutto con finalità di promozione e divulgazione dei relativi prodotti farmaceutici,
avvalendosi della collaborazione di un dirigente compiacente del Ministero della Salute”;
- “i
congressi medici organizzati direttamente o indirettamente dal medesimo dirigente a titolo di ECM, in violazione delle disposizioni di legge, erano di fatto pilotati e sostenuti economicamente da gruppi di operatori del settore (imprese farmaceutiche, produttori di dispositivi, informatori farmaceutici) interessati ad acquisire importanti quote di mercato attraverso il privilegio corruttivo piuttosto che la leale concorrenza”;
- “
per mascherare l’afflusso di denaro a titolo di retribuzione per i proventi illeciti assicurati all’industria, venivano allestite una serie di attività commerciali fittizie le quali, attraverso prestanomi non direttamente riconducibili al medico ma dallo stesso controllate, erano in grado di incamerare e monetizzare le somme elargite dalle ditte farmaceutiche, attraverso l’emissione di documentazione fittizia, reinvestondole nella gestione in beni di ingente valore (autovetture, yacht, appartamenti, etc…) ovvero stornarle su conti esteri protetti, in modo da rendere estremamente difficoltosa l’identificazione e la provenienza dei flussi di danaro. In tale quadro emerge il caso dello yacht “Pasimafi V” il quale seppur intestato ad una delle suddette società di comodo manteneva a carico delle ditte coinvolte nel sodalizio criminale in disamina la gestione degli oneri di manutenzione ed implementazione tecnologica con acquisto diretto della strumentazione di bordo”.
I reati contestati agli indagati: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione altresì dei reati di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.