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Covid. Familiari vittime in commissione d’inchiesta Lombardia, maggioranza abbandona la seduta 

Per il M5S "sentire il peso delle proprie responsabilità” ha "infastidito” la Maggioranza e determinato "una reazione stizzita e spropositata”. I legali dei familiari delle vittime definiscono l'episodio “imbarazzante e gravemente offensivo”. Dalla Maggioranza rispondono: “I contenuti della relazione presentata dai legali delle famiglie delle vittime sono stati messi a disposizione della stampa. Non aveva senso continuare un incontro che dovrebbe essere utile ad accertare quanto accaduto dopo avere diffuso una relazione fatta di proclami e accuse”.

06 LUG - E’ finita in polemica la seduta di audizione dei legali delle famiglie delle vittime del Covid in commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Lombardia, con la Maggioranza che si è alzata e ha abbandonato la seduta. I motivi, hanno spiegato in una nota ripresa dalle agenzie Roberto Anelli, Marco Mariani, Alessandra Cappellari (Lega), Franco Lucente (FDI) e Viviana Beccalossi (Misto), sta nel fatto che “durante la commissione d'inchiesta sul Covid in Lombardia è gravissimo. Mentre era in corso l'audizione dei famigliari delle vittime, i contenuti della relazione presentata dai loro legali sono stati messi a disposizione della stampa, violando di fatto il patto di riservatezza che regola i lavori della commissione stessa. Per questo, abbiamo abbandonato l'aula, in quanto non vi erano più le condizioni per proseguire”.

Per Anelli, Mariani, Cappellari, Lucente e Beccalossi “questo atteggiamento, che mai si era verificato durante questi mesi di lavoro, dimostra una completa mancanza di rispetto non tanto per i commissari, che avevano preparato numerose domande di approfondimento, quanto per gli auditi stessi. In questo modo non aveva senso continuare un incontro che dovrebbe essere utile ad accertare quanto accaduto all'inizio della pandemia, mentre è stata diffusa una relazione fatta di proclami e accuse”.

Ma per il M5S quello della maggioranza è stato un atteggiamento da “bambino capriccioso” e “un comportamento inaccettabile in una Istituzione pubblica chiamata a indagare su come sono andate le cose. Evidentemente sentire il peso delle proprie responsabilità, chiaramente esposte in commissione di inchiesta da professioni che difendono le vittime del COVID infastidisce e ha determinato una reazione stizzita e spropositata”, afferma Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia.

Per Fumagalli "abbiamo assistito a una prova di intolleranza e di mancanza di rispetto verso le altre forze politiche e gli auditi. Mi auguro che questo sia un fatto episodico e circoscritto e che i lavori della commissione possano continuare regolarmente”.

“Lontani da qualunque compromissione politica - è la posizione dei legali impegnati nella causa civile per conto di 500 familiari di persone uccise dal Covid- prendiamo atto della mancanza di rispetto che ci è stata riservata, in particolare da chi ha ritenuto d'inscenare simile pretestuosità in funzione del probabile obiettivo di far saltare la seduta e così non rispondere alle domande derivate da evidenze documentali”. “Ancora - proseguono i legali - una volta chi governa Regione Lombardia ha dimostrato di non avere risposte né argomentazioni, men che meno voglia di approfondire, in merito alle responsabilità” messe “in evidenza sulla scorta di documentazione inoppugnabile già sottoposta al vaglio della magistratura sia civile che penale. Lasciamo che la presidenza della commissione verifichi chi e perché abbia violato il vincolo di segretezza, limitandoci a prendere atto che per l'ennesima volta, in Regione Lombardia (cosi come in Italia), la prima vittima del Covid sia stata ancora una volta la verità”.

Per i legali dei familiari delle vittime del Covid si è trattato, comunque, di un episodio “imbarazzante e gravemente offensivo nei confronti degli auditi”.

06 luglio 2021
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