Vaccini antinfluenzali donati dal Rotary di Como
09 DIC -
Gentile Direttore,
lo avevamo detto: la gente continua ad ammalarsi e a guarire anche a causa di altre patologie. La discussione sulla fornitura di vaccini antinfluenzali in Lombardia continua a tenere banco; molti cittadini pur avendone diritto perché appartenenti alle cosiddette categorie fragili hanno trovato difficoltà nel reperire una dose, ma ogni tanto, fortunatamente, arriva anche una buona notizia: nella giornata del 7 dicembre il Rotary Club Como ha consegnato 200 dosi al Sindaco di Sala Comacina che li ha ricevuti anche a nome dei colleghi Mauro Guerra di Tremezzina e Davide Gandola di Colonno. Un piccolo segnale a difesa della dignità umana.
L’Ecclesiaste di Qoelet insegna che c’è un tempo per tutto, poi come racconta Alberto Grandi, Presidente del Rotary Como, il tempo finisce e dobbiamo imparare ad usarlo bene. Lontano dal clamore delle discussioni inutili, il Rotary ha un motto: “servire al di sopra di ogni interesse personale” e mai come in questo tempo c’è bisogno di fare bene e in fretta. L’attenzione alle campagne di vaccinazione è sicuramente uno dei fiori all’occhiello dell’attività della Rotary Foundation che veste la bandiera del tricolore: la campagna contro la poliomielite è stata una felice intuizione italiana; pochi credevano alla possibilità che privati potessero promuovere vaccinazioni di massa; la storia ha dimostrato il contrario.
L’iniziativa del Rotary Como nasce dalla necessità di rispondere alla grave carenza di vaccini, registra nella zona del centro lago; in un contesto ad alta densità di popolazione anziana, le comunità montane sono le più esposte.
I farmaci sono stati donati dall'Ospedale Valduce al Rotary Como affinché individuasse una realtà territoriale a cui destinare i vaccini. L’ospedale ha subito la stessa carenza, non avendo ricevuto l’annuale fornitura da Regione Lombardia, ed è stato costretto ad acquistare da privati le dosi necessarie per coprire i propri dipendenti; in un momento di così grave difficoltà, ha avvertito il dovere morale di contribuire con parte della propria fornitura, nei confronti del territorio lariano, ricambiando la vicinanza dimostrata durante la pandemia. Piace ricordare che nell’estate del 1871, mentre a Como il vaiolo nero seminava la morte, la Fondatrice: Beata Giovannina Franchi, si prodigava nell’assistenza dei cittadini contagiati. Abbiamo imparato che in momenti come questi, bisogna essere lucidi e non farsi sopraffare dall’emozione: ogni operatore sanitario sa che deve assumersi le proprie responsabilità.
D'intesa con ATS Insubria si è deciso di consegnare il materiale ai Comuni di Colonno, Sala e Tremezzina per far fronte alle improrogabili necessità dei cittadini più fragili e anziani.
Nonostante la pandemia, può essere motivo di sorpresa il felice esito di un’iniziativa come questa. Non dobbiamo però dimenticare che l'impegno a servire declinato nel modello laico e quello della sanità religiosa hanno una radice comune; usando le parole di Giancarlo Galeazzi: la dignità dell’uomo, riconosciuta come “diritto ad avere diritti” coincide con la dignità affermata dallo Stato (liberale, socialista o democratico che sia) e dalle religioni, in particolare da quelle monoteistiche, le quali concepiscono la persona hominis come immagine e somiglianza della persona Dei. Con la nascita della società di massa abbiamo assistito ad un periodo di benessere che non ha eguali se confrontato con qualsiasi società che ci ha preceduto. Un’illusione racchiusa nell’aforisma di Rémy De Gourmont: “La malattia, la vecchiaia, la morte, tre grandi umiliazione per l'uomo”. Per avere tutto questo scrive, Maura Gancitano, abbiamo dovuto pagare un prezzo: rinunciare progressivamente alla ritualità della vita e al senso di protezione di una comunità.
L’attuale pandemia scardinando modelli consolidati di assistenza, obbliga a nuove risposte. Il modello della sanità religiosa del nuovo millennio affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II; la posizione di una chiesa nel mondo e rinnovato dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, incentrata sulla “cura della casa comune”, intesa come ecologia integrale, è la risposta alla crisi attuale: una sorta di nuovo umanesimo solidale, che riconosce la dignità universale di tutti i cittadini proponendo quindi una visione caratterizzata da relazioni che, non cancella l’originalità dei diversi modelli di assistenza sanitaria, ma li mette in relazione in nome dell’unità della persona. L'impegno per il mondo del terzo settore del quale il Rotary orgogliosamente porta la bandiera, è quello di proseguire con sempre maggiore convinzione sulla strada del servizio e della presenza nel territorio per rispondere in modo puntuale e concreto alle esigenze e ai problemi di questo tempo complesso
Dott Alberto Vannelli
Direttore UOC Chirurgia Generale
Valduce Como
09 dicembre 2020
© Riproduzione riservata
Altri articoli in QS Lombardia