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Coronavirus. Premialità a medici e comparto, Regione e sindacati trovano l’accordo

L’accordo con la Dirigenza medica prevede fino a 1730 euro per chi ha operato nei reparti covid con servizio a maggiore coinvolgimento, mentre per infermieri la cifra arriva fino a 1250 euro. “Il ristoro economico non può lenire il dolore delle famiglie dei colleghi deceduti e tutti coloro che si sono ammalati, ma è un primo passo verso una migliore tutela”, commenta l’Intersindacale della dirigenza medica. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl subito al lavoro per “consentire l’erogazione con la mensilità di giugno”.

27 MAG - La Regione Lombardia ha siglato i due accordi con le rappresentanze sindacali della Dirigenza medica e del Comparto riguardante i bonus per gli operatori impegni della lotta al covid. A darne notizia sono due comunicati dei sindacati delle due aree. In particolare, il bonus raggiungerà fino a 1730 euro per chi i medici che hanno lavorato nei reparti covid, in base all’impegno di servizio, mentre per infermieri e operatori sanitari la cifra arriva fino a 1250 euro.

Soddisfatta l’intersindacale della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria, professionale, tecnica e amministrativa,  che parla comunque di un primo passo: “Presupposto di questo accordo e prioritario per le prossime settimane - spiega la nota dell’Intersindacale - è l’impegno delle parti a proseguire il confronto, mediante incontri con cadenza ravvicinata, il primo dei quali è previsto per il 4 giugno, sui seguenti punti: misure di sorveglianza sanitaria e di sicurezza dei lavoratori, in correlazione con le diverse fasi della pandemia COVID in atto. In particolare si punta a uniformare il più possibile il comportamento delle aziende; applicazione degli artt. 1 e 2 del DL 34/2020 (cd Decreto Rilancio) sul rafforzamento dell’assistenza territoriale e sul riordino della rete ospedaliera, chiesti da anni e indispensabili per arginare il contagio COVID e assicurare le cure necessarie alla cittadinanza che non accede ai presidi ospedalieri;  gestione del rapporto di lavoro, in considerazione dell’attuale assetto normativo e del diritto del lavoratore al recupero psico-fisico ed alla conciliazione dei tempi lavoro-famiglia":
 
E ancora: “fruizione di ferie e permessi, accesso al lavoro agile, eventuale riposo compensativo per operatori impegnati nel trattamento di pazienti COVID in picco pandemico; remunerazione di prestazioni aggiuntive rese nella fase emergenziale e da svolgere per il progressivo recupero delle prestazioni ordinarie sanitarie e non; applicazione dell’art. 6 del CCNL 2016-2018 Area Sanità “Confronto regionale” come premessa alla costruzione di corrette relazioni sindacali finalizzate ad una fattiva collaborazione tra le parti; monitoraggio di accordi incentivanti e loro integrazione in presenza di nuove opportunità legislative”.

Per l’intersindacale, infatti, “l’accordo economico, raggiunto con lo sforzo e il lavoro di entrambe le parti, non può essere disgiunto dal confronto sui temi annunciati”.


“Sicuramente - prosegue la nota dell’Intersindacale - il ristoro economico non può lenire il dolore delle famiglie dei colleghi deceduti e tutti coloro che si sono ammalati in questa terribile pandemia, ma è solo un primo passo verso una migliore tutela che ha nella prevenzione il suo cardine principale. Nelle prossime settimane affronteremo anche il tema dell’utilizzo delle ulteriori risorse che si renderanno disponibile con il DL 34/2020”.

Le OOSS si apprestano a chiudere questa prima fase dell’emergenza, "consapevoli dell’immenso sforzo dei colleghi tutti in un quadro che ha visto il sistema in fortissima crisi, ma che ha saputo reggere il tremendo urto attraverso la professionalità di tutti i dirigenti, fulcro del SSR”.


Per il comparto, FP CGIL – CISL FP – UIL FPL Lombardia evidenziano come l’accordo con la regione sia rivolto al “riconoscimento economico dello straordinario impegno prodotto dal personale del servizio sanitario regionale”.

“In un unico accordo - spiega la nota delle sigle confederali del comparto - sono confluite le risorse derivanti dalle Rar, dal DL 18/2020 e dalla Legge Regionale 9/2020. Complessivamente verranno distribuiti 168 milioni di euro agli 81.000 lavoratori della sanità, una cifra senza precedenti”.

Le quote, spiega la nota di FP CGIL – CISL FP – UIL FPL “verranno distribuite in base a criteri stabiliti dall’accordo che riguarderanno la realizzazione di progetti finalizzati alla gestione dell’epidemia, al pagamento del lavoro straordinario e supplementare, al riconoscimento del disagio, al riconoscimento dell’impegno che tutte le unità operative delle aziende hanno prodotto con livelli diversi di intensità nella gestione dell’epidemia”.

I sindacati rivendicando i avere svolto “un ruolo fondamentale con la presentazione di una piattaforma rivendicativa che è stata in gran parte soddisfatta e nella gestione di una trattativa non facile da gestire ma che ha prodotto un grande risultato in grado di riconoscere quando dovuto a professionisti che in molti casi hanno pagato anche personalmente il loro impegno. Importante è stato l’accordo che FP CGIL, CISL FP, UIL FPL hanno sottoscritto con la Conferenza delle Regioni e che ha portato allo sblocco delle risorse”.

“Nelle prossime settimane - fanno sapere FP CGIL, CISL FP, UIL FPL  - si svolgeranno i confronti a livello aziendale per rendere operativo l’accordo e consentire l’erogazione con la mensilità di giugno”.
 


27 maggio 2020
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