Malattie cardiache strutturali. Onda promuove il manifesto europeo “Vivere più a lungo, vivere meglio” per un’Europa più sana
Presentato per la prima volta in Italia, in Regione Lombardia l’appello all’Unione europea e agli Stati membri per promuovere attività di screening, accesso alla diagnosi e cura delle malattie cardiache strutturali, che si stima colpiranno 20 milioni di persone over 65 nell’Unione europea da qui al 2040, di cui 2,5 milioni in Italia.
19 SET - La nostra società sta cambiando: secondo le proiezioni Istat, le persone con un’età superiore ai 65 anni, che rappresentano già oltre il 22% degli italiani, supereranno nel 2030 la soglia del 25%, 1 persona su 4, e raggiungeranno nel 2040 il 32% della popolazione. Questo fenomeno non riguarda solo il nostro Paese, ma l’intera Europa, dove si stima che gli over 65 rappresenteranno il 29% della popolazione totale, ossia 155 milioni di persone, nel 2040. L’invecchiamento della popolazione ha importanti ricadute sulla società e sul sistema sanitario, legate alla conseguente diffusione di malattie correlate all’età.
Per rispondere a quella che potrà essere la futura emergenza sociale e sanitaria dovuta all’aumento esponenziale delle malattie cardiache strutturali, cioè le malattie delle valvole cardiache, viene presentato per la prima volta in Italia
il Manifesto europeo per un’Europa più sana “Vivere più lungo, vivere meglio”, promosso da fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
“Onda è impegnata da tempo nel diffondere la cultura di un invecchiamento positivo e attivo – ha spiegato
Francesca Merzagora, Presidente Onda – le donne, protagoniste assolute del processo di invecchiamento, vivono più a lungo, ma in condizioni di maggior fragilità biologica e vulnerabilità socioeconomica, per questo è importante preservare la salute delle persone più anziane, con un’attenzione specifica al genere. Secondo una nostra indagine, invecchiare fa paura (il 41% afferma di temerlo molto o moltissimo), non tanto per la fine della vita - a cui non si pensa così frequentemente - quanto più per gli ostacoli che l’invecchiamento comporta come perdita dell’autosufficienza (il 72% la teme molto), sviluppo di malattie (51%) e limitazioni nel movimento (50%)”.
Tra le malattie correlate all’età, ci sono quelle cardiache strutturali - quali la stenosi aortica, il rigurgito mitralico e tricuspidale - che riguardano un declino funzionale delle valvole cardiache. La loro prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età e riguarda oggi il 12,5% degli italiani con più di 65 anni, stimando che nel 2040 colpiranno 2,5 milioni di persone. Se si guarda alla situazione europea, secondo le proiezioni Eurostat, nel 2040 le persone over 65 con malattie delle valvole cardiache saranno 20 milioni.
Per questo, il Manifesto europeo per un’Europa più sana vuole essere un appello all’Unione europea e agli Stati membri per far adottare un’azione congiunta sulle malattie delle valvole cardiache in modo da attuare piani di intervento per garantirne la diagnosi tempestiva all’interno di programmi di screening per le persone over 65 e assicurare loro un trattamento adeguato e tempestivo.
“Qualche mese fa abbiamo presentato al Parlamento europeo questo Manifesto lanciando un appello all’Unione e agli Stati membri per l’adozione di misure volte a fronteggiare attivamente i problemi legati all’invecchiamento della popolazione – dichiara
Brando Benifei, Parlamento Europeo – Curare e occuparsi delle persone affette da malattie legate all’invecchiamento, come le malattie delle valvole cardiache, significa tutelare la sostenibilità dei sistemi sanitari e socio-assistenziali, preservare l’autonomia dei cittadini più anziani e permettere loro di mantenersi attivi all’interno della propria comunità. È necessario pertanto che Commissione e Stati membri adottino un’azione congiunta affinché si dia priorità all’armonizzazione dei piani d’intervento in modo da garantire a tutti i cittadini dell’Unione europea di avere accesso ai piani di prevenzione. Chiediamo che in tutta Europa gli accertamenti diagnostici per individuare queste malattie siano inclusi tra i controlli sanitari per le persone con più di 65 anni di età. Proponiamo infine di assicurare finanziamenti adeguati per il trattamento tempestivo e la cura di queste malattie così che i pazienti possano tornare rapidamente a condurre una vita normale assicurando il proprio contributo alla società”.
“Considerando l’impatto che l’invecchiamento ha sulla società e sui sistemi sanitari, è importante adottare politiche che possano garantire alle persone anziane di rimanere attive e indipendenti, continuando a contribuire alla società – ha affermato
Matteo Cesari, Direttore Uosd Geriatria, Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Membro Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – Per fare questo è necessario prestare particolare attenzione al ruolo che il fenomeno dell'invecchiamento gioca nella definizione e cura delle patologie caratteristiche dell’età avanzata (incluse quelle alle valvole cardiache). L’eterogeneità clinica e la complessità biologica tipiche della popolazione anziana impongono scelte diagnostiche-terapeutiche che sfuggono ai tradizionali paradigmi medici, ma vedono nell'aspetto funzionale del paziente l'obiettivo primario degli interventi”.
Le malattie delle valvole cardiache possono infatti essere curate. “Il loro trattamento – ha spiegato Gino Gerosa, Presidente Società Italiana di Chirurgia Cardiaca – passa, in genere, per la riparazione o la sostituzione delle valvole danneggiate attraverso procedure di tipo chirurgico o percutaneo, a seconda di specifiche valutazioni cliniche, tra cui la gravità della malattia e lo stato di salute generale del paziente. In entrambi i casi, il trattamento ha un ruolo fondamentale nel prevenire non solo la mortalità - il 50% delle persone con stenosi aortica sintomatica grave muore entro i 2 anni - ma anche il declino funzionale che può innescare un effetto domino con l’insorgenza di altre malattie. Oggi molte alterazioni strutturali cardiache possono essere curate grazie alla cardiochirurgia microinvasiva senza la necessità di aprire il torace, di utilizzare la circolazione extracorporea e fermare il cuore utilizzando le tecnologie transcatetere. Importante però è il controllo degli esiti nell' uso dei nuovi device non solo a breve termine ma anche a medio e lungo termine. Questo perché è importante per un sistema sanitario universalistico quale è il nostro che si passi dal concetto di acquisto di un dispositivo al concetto di acquisto di salute che vuol dire valutare ogni device per la capacità che garantisce, nel tempo, di ridurre mortalità ed ospedalizzazioni”.
Le tecniche a disposizione oggi, grazie alla ricerca scientifica, sono sempre più avanzate e consentono di curare non solo un maggior numero di pazienti, come ad esempio quelli un tempo ritenuti “non idonei” all’intervento cardiochirurgico, ma anche di tutelare la sostenibilità sociale» afferma
Giuseppe Tarantini, Presidente Società Cardiologia Interventistica. Nel 2040, si stima che un quarto delle prestazioni sanitarie sarà di persone con più di 65 anni e già entro il 2020 l’Italia spenderà 18,2 miliardi di euro per le malattie cardiovascolari. “Anche per questo, trattare le malattie delle valvole cardiache, contrastando la comparsa di multi-morbidità – continua Tarantini - può ridurre le ospedalizzazioni fino al 50% contribuendo a una riduzione dei costi del Ssn”
È quindi importante che il sistema di governance per le politiche di accesso alle terapie innovative trovi una sua armonizzazione, tale dal colmare le disparità regionali ed essere in grado di gestire adeguatamente l’invecchiamento della popolazione italiana. In Lombardia, ad esempio, ogni anno si stimano 10 mila nuovi casi di stenosi aortica severa. Di questi, il 30% non manifesta sintomi e rischia quindi di non ricevere una diagnosi adeguata. Da qui l’importanza di promuovere iniziative di sensibilizzazione e screening, soprattutto nelle fasce di età più colpite.
“L’attenzione che Regione Lombardia porta avanti sulla salute di cittadine e cittadini - commenta
Emanuele Monti, Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia - si traduce in azioni concrete e politiche attive che mirano a tutelare le persone sia sul posto di lavoro sia nello svolgimento della vita quotidiana. Un aspetto fondamentale è quello della prevenzione, sul quale come istituzione stiamo investendo molto, con un’opera di sensibilizzazione e di stretta collaborazione con le strutture sanitarie di tutte le nostre Province. L’attenzione verso le malattie cardiovascolari deve sempre essere altissima, per cui ringraziamo Fondazione Onda per l’occasione di confronto. Come Regione Lombardia intendiamo affrontare la tutela della salute e la prevenzione senza mai abbassare la guardia, con un impegno sempre maggiore e mettendo in campo tutti gli strumenti a disposizione della nostra istituzione. La Sanità lombarda rappresenta un’eccellenza riconosciuta anche a livello internazionale. Questo non deve farci credere che possiamo vivere di rendita, ma deve essere di stimolo per farci migliorare sempre di più”.
19 settembre 2019
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