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Lombardia. Sindacati: “Anche con riforma cronicità il medico di medicina generale resta il riferimento primario del paziente”

In una nota unitaria diffusa in coincidenza con l’invio da parte della Regione Lombardia delle due lettere che comunicheranno il passaggio al nuovo regime, i sindacati invitano a non strumentalizzare il momento della scelta. “Il paziente dovrà essere accompagnato, prima di tutto dal proprio medico, a una valutazione attenta in relazione alle proprie condizioni di salute”.

15 GEN - “Cgil, Cisl, Uil Lombardia, con i sindacati dei pensionati Spi, Fnp, Uilp, e i sindacati di categoria Fp Cgil, Fp Cisl, Cisl Medici, Fp Uil della Lombardia, ricordano che il medico di medicina generale resta in tutti i casi il riferimento primario del paziente e l’adesione al nuovo modello di organizzazione per i cronici non fa mai venir meno l’assegnazione del medico di base e la relazione di cura con lui. Piuttosto, con questa figura deve affiancarsi o integrarsi. La scelta del paziente è quindi una fase molto delicata che non va in nessun modo strumentalizzata”.

È quanto hanno affermato le organizzazioni sindacali in una una nota unitaria diffusa in coincidenza con l’invio da parte della Regione Lombardia delle due lettere che comunicheranno il passaggio al nuovo regime introdotto con la riforma della presa in carico dei pazienti cronici.

“Chi riceverà le comunicazioni da Regione Lombardia dovrà essere accompagnato, prima di tutto dal proprio medico, a una valutazione attenta in relazione alle proprie condizioni di salute. L’eventuale adesione del paziente alla “presa in carico” avrà infatti carattere annuale e si tradurrà in un vero e proprio contratto definito ‘patto di cura’ fra il paziente e il medico o la struttura che il paziente avrà scelto fra quelle idonee”, sottolineano i sindacati che si dicono intenzionati a a confrontarsi con la Regione nel merito di questa sperimentazione “a maggior ragione adesso che entra operativamente in atto sia per i pazienti che per le strutture sanitarie. Lo scopo deve restare quello di trovare soluzioni positive in grado di migliorare la condizione di pazienti cronici e fragili per i quali l’accesso alle cure può e deve essere facilitato, con soluzioni che sollevino il paziente e la sua famiglia dalle difficoltà operative e gestionali che tutti noi ben conosciamo, garantendo appropriatezza e tempestività delle cure”.

15 gennaio 2018
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