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Asst Pini-Cto. Nursind su indennità: “12 ore di attesa e reperibilità per 20 euro. Prima non pagate, poi pagate in ritardo”

"Il personale infermieristico garantisce la propria disponibilità per far fronte a prestazioni lavorative non programmate, imposte da eventi che si possono verificare all’improvviso. L’Azienda, però, prima non riconosce le indennità dovute, poi ritarda nel saldare". Questa l'accusa del sindacato infermieristico.

28 GEN - Gli infermieri della ASST Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-CTO di Milano devono attenersi - così come in molte altre realtà ospedaliere - al Piano di Pronta Disponibilità Aziendale, ovvero garantire la loro immediata reperibilità con l'obbligo di raggiungere la struttura nel più breve tempo possibile dalla chiamata. "Un piano che gli infermieri dell'ospedale milanese rispettano pienamente", sottolinea il NurSind, Sindacato delle Professioni Infermieristiche.

"Ma l'ospedale, a fine dicembre scorso, non pagava quanto ancora era dovuto. Il Sindacato, da settembre 2016, nel corso dei mesi ha avuto modo di seguire e di controllare l’andamento di quel Piano - spiega il Nursind in una nota -. Ritornano alla mente, però, le parole del Direttore Generale della struttura sanitaria che, una decina di giorni fa, a seguito dell’emergenza ghiaccio, ha voluto ringraziare tutto il personale che era in servizio, e quello resosi disponibile, riconoscendo l''impegno eccezionale profuso in quel difficile venerdì 13. Nonostante ringraziamenti e riconoscimenti, le indennità relative alla Pronta Disponibilità - che ammonta a 20,66 euro ogni 12 ore - non sono state riconosciute nei tempi giusti, o almeno non tutte e non per tutti".

Un "fatto grave", che NurSind ha evidenziato con più lettere e segnalazioni, sia alla struttura sanitaria sia agli organi competenti, l'ultima delle quali datata 18 gennaio 2017. "Sebbene la reperibilità, una volta maturata, debba essere inserita in automatico in busta paga, per due mesi la questione è rimbalzata tra i vari uffici - spiega la nota -: da qualche dirigente erano state chieste, più volte, verifiche sulle segnalazioni avanzate dal Responsabile Aziendale NurSind. Quindi, dopo diversi giri di mail, richieste verbali e ulteriori riscontri e solleciti da parte del sindacato, l’Azienda, qualche settimana fa, aveva fuinalmente risposto asserendo che la pronta disponibilità era stata pagata in ritardo".

A chi è da attribuire, dunque, la responsabilità di questi ritardi? Per i casi segnalati dal NurSind non risultavano ancora pagate le precedenti indennità. E anche se il problema non era ancora risolto definitivamente, l’Azienda ribadiva affermando che non ci fossero arretrati da pagare.
Soltanto venerdì 27 gennaio 2017 è stato corrisposto con le spettanze stipendiali del mese di gennaio il pagamento delle indennità arretrate. Anche se ciò che era stato maturato antecedentemente a dicembre 2016 doveva risultare già saldato.

Ecco perché NurSind, ha chiesto e chiede:
- di verificare definitivamente e in modo esaustivo, oltre ai casi già segnalati (qualcuno risulterebbe non ancora chiuso), tutte le eventuali ulteriori situazioni;
- di conoscere il reale motivo di tali ritardi nei pagamenti;
- di adottare eventuali provvedimenti nei confronti di chi è stato inadempiente;
- di riconoscere gli interessi per le somme retribuite in ritardo.

Allo stato attuale, i Dirigenti Sindacali NurSind, Veronica Voichescu e Rosario Pagana, invitano tutti gli infermieri della ASST a controllare e segnalare eventuali ulteriori mancanze. Infine, ma non per ultimo, NurSind chiede una urgente revisione della Procedura Aziendale sulla Pronta Disponibilità, anche perché si ritiene che l’adozione del relativo piano sia andata ben oltre, avendo lo stesso durata annuale fino al 31 dicembre 2016.
 

28 gennaio 2017
© Riproduzione riservata

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