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Lombardia. Policlinico di Milano in prima linea per la Giornata mondiale dell'ipertensione

I medici allestiranno un punto informativo dove incontreranno i cittadini, e in particolar modo la popolazione cinese, più colpita da ipertensione rispetto ad altre. Al punto informativo ci sarà anche uno specialista pediatra e un medico bilingue cinese-italiano.

12 MAG - Domani, mercoledì 13 maggio 2015, gli esperti del Policlinico di Milano tornano come ogni anno in via Paolo Sarpi in occasione della Giornata mondiale dell'ipertensione. La giornata, che fa parte delle iniziative coordinate dalla Società italiana dell'ipertensione, vedrà i medici allestire un punto informativo nella zona pedonale, dove incontreranno i cittadini, e in particolar modo la popolazione cinese residente a Milano. Qui potranno misurare loro la pressione e spiegare la prevenzione delle patologie cardiovascolari, grazie anche all'aiuto di uno specialista pediatra e di un medico bilingue cinese-italiano. I medici diffonderanno anche un opuscolo bilingue con i "10 comandamenti" per preservare la salute del proprio cuore.

“Al Policlinico – spiega una nota - esiste un ambulatorio dedicato alle patologie cardiovascolari della popolazione cinese: qui un medico madrelingua può assistere al meglio i pazienti che, un po' perché legati a una tradizione medica diversa dalla nostra, un po' per difficoltà linguistiche, difficilmente hanno accesso ai programmi di prevenzione e cura occidentali”.

Ma perché è stata scelta proprio la popolazione cinese? "L'ipertensione in Cina è un problema di grosse proporzioni: su 1,3 miliardi di abitanti - spiegano gli esperti del Policlinico - si stima che siano a rischio 672 milioni di persone, circa una su due. Qui da noi, invece, su 61 milioni di italiani sono a rischio circa 12 milioni di persone, circa una su cinque. Ci sono diversi fattori responsabili di queste differenze tra italiani e cinesi: certamente il patrimonio genetico, ma anche l'ambiente, lo stile di vita e l'alimentazione. Il problema allora nasce quando persone con abitudini così diverse dalle nostre si trasferiscono in un ambiente diametralmente opposto: come cambia l'impatto dell'ambiente e dell'alimentazione sul loro organismo? Sono più o meno a rischio di patologie cardiovascolari? Cosa accade se l'ambiente è diverso ma l'alimentazione rimane quella d'origine, più 'orientale' e quindi più salata? E ancora, che differenze ci sono in termini di salute tra gli immigrati di prima generazione, nati in Cina, e quelli di seconda e terza generazione, nati qui in Italia?". Queste sono anche le domande a cui vuole rispondere uno studio del Policlinico che si svolge in parallelo sia a Milano che a Shangai: i pazienti cinesi, in entrambe le città, vengono sottoposti agli stessi esami clinici e strumentali, per scoprire quali fattori influenzano maggiormente il rischio cardiovascolare in caso di immigrazione in un paese diverso dal proprio.
 

12 maggio 2015
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