Medicina generale, per la Lombardia un’altra occasione mancata
09 GEN -
Gentile Direttore, il ruolo dei Medici di Medicina generale e dei Pediatri di libera scelta è diventato sempre più essenziale per il nostro sistema sanitario, specialmente vista la continua perdita di professionalità in questo settore che abbiamo dovuto registrare in questi ultimi anni. E presto la questione si aggraverà ancora perché sono già stati annunciati centinaia di pensionamenti che non troveranno sostituzioni in tempi rapidi e forse nemmeno in tempi lunghi: se si considera l’arco temporale, che dal 2018 arriva sino al 2028, i Medici di Medicina Generale coinvolti dal pensionamento sono addirittura 4167, in alcun modo compensati dai nuovi professionisti (dati della Federazione Italiana Medici Medicina Generale).
L’occasione della riforma del sistema sanitario regionale a mio parere è stata sprecata con un’iniziativa legislativa che ha pensato un’altra volta più a favorire chi ha fatto della sanità un business e non un servizio per i cittadini. E un sondaggio che ho promosso su oltre 1.600 medici di base della Città metropolitana di Milano rivela come ci sia ancora una carenza informativa da parte della Regione su quale sarà il ruolo di questi professionisti a proposito della nuova rete territoriale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. C’è chi non sa nemmeno se stanno costruendo una Casa della comunità sul territorio di competenza, ma il dato più disarmante è la carenza informativa su chi gestirà queste strutture e come intende farlo.
Temo che questa sia l’ennesima dimostrazione di come il centrodestra lombardo abbia preso l’occasione di rifondare la nostra sanità solo come opportunità per aggiungere tacche alla loro lunga lista di errori amministrativi invece che correggerne almeno qualcuno. Per quanto mi riguarda, pur dai banchi dell’opposizione ho cercato comunque di fornire un contributo fattivo per semplificare le condizioni di lavoro dei MMG garantendo allo stesso tempo ai lombardi il diritto ad avere un medico di riferimento sul proprio territorio senza pagare un abbonamento alle strutture private.
Un esempio e quando con la mozione 628 abbiamo impegnato la giunta regionale ad “attivarsi affinché, conformemente alla normativa vigente, in caso di ricovero ospedaliero, la certificazione di malattia sia rilasciata direttamente dalla struttura o dal professionista sanitario interessato, sollevando i Medici di Medicina Generale da un'incombenza dalla quale, nella prassi, sono gravati”. Più e più volte mi sono battuto in Consiglio regionale per implementare la possibilità di facilitare il lavoro dei professionisti sanitari con le nuove tecnologie, come ad esempio l’ampliamento delle prescrizioni possibili usando i canali digitali, in particolare per i farmaci di fascia F. Cercando anche altre soluzioni pratiche come forme diverse di organizzazione che con la mozione 458 approvata nel 2021 la giunta ha accettato di “promuovere e favorire forme di aggregazione dei Medici di Medicina Generale, non necessariamente nella configurazione di gruppi mono-professionali, ma favorendo soprattutto gruppi multi-specialistici”.
Spesso ho sbattuto sul muro di gomma erto dal centrodestra, ma persino nell’ambito della discussione sulla non-riforma del centrodestra sono riuscito a far introdurre il principio di portare sul territorio le scuole di specializzazioni per i medici di base: in questo modo potremmo parzialmente coprire quei buchi di organico creati dalle politiche degli ultimi anni e favorire da subito la creazione di quel rapporto tra medico e territorio che è alla base della sanità di prossimità. E con azioni decise ho portato anche in Consiglio e fatto approvare iniziative per riconoscere “forme di incentivazione, anche economica, ai MMG” degli ambiti in sofferenza che avrebbero accettato di alzare il numero di assistiti.
Ho provato anche a combattere per ottenere una gestione amministrativa più a misura di persona facendo impegnare l’Amministrazione regionale a “garantire che, in caso di pensionamento dei Medici di Medicina Generale, l’Agenzia di Tutela della Salute competente si faccia parte attiva verso i pazienti anziani e fragili, gestendo l’assegnazione del nuovo medico secondo il criterio di prossimità, fermo restando il principio di libera scelta”.
E potrei andare avanti a lungo, perché le carenze organizzative del sistema di cure territoriali sono innumerevoli. Come rappresentante dell’opposizione ho provato a mettere qualche toppa, ma il risultato del sondaggio che ho promosso mi conferma che la giunta Fontana-Gallera resta più impegnata a ottenere visibilità mediatica invece che a pensare all’amministrazione della macchina regionale. Una tendenza che continua a picconare i diritto alla salute di tutti i lombardi.
Gregorio MammìConsigliere M5S Regione Lombardia
09 gennaio 2023
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