San Raffaele di Milano. Medici in stato di agitazione per 1 mese
Al centro della protesta “il clima di disagio che accomuna i medici e sanitari di questo Ospedale e la conseguente fuga degli stessi dal San Raffaele, causata dalla inadeguata politica di gestione del personale da parte del Gruppo San Donato”. Amsr, Anaao Assomed, Cisl e Cgil Medici chiedono “l’intervento delle Istituzioni di competenza al fine di salvaguardare il valore dell’ospedale”.
13 GEN - I medici dell’Irccs San Raffaele di Milano in stato di agitazione per un mese, a partire dal 10 gennaio, per protestare contro le condizioni di lavoro e contrattuali che penalizzato il personale e mettono a rischio la qualità delle cure. Questa la denuncia di Amsr (Associazione medici San Raffaele), Anaao Assomed, Cisl e Cgil Medici, che in una nota congiunta parlano di “clima di disagio che accomuna i medici e sanitari di questo Ospedale e la conseguente fuga degli stessi dal San Raffaele, causata dalla inadeguata politica di gestione del personale da parte della Proprietà (Gruppo San Donato)”.
Le criticità, spiegano i sindacati in una nota, riconducibili allla:
- “APPLICAZIONE agli specialisti medici e sanitari di due contratti di lavoro diversi per retribuzione e parte normativa (CCNL della sanità privata AIOP e Contratto Collettivo Ospedale San Raffaele) nonostante tali specialisti svolgano le stesse mansioni e abbiano gli stessi titoli di studio e conseguenti responsabilità nell’esercizio della loro professione all’interno dello stesso Ospedale.”
-
“MANCATA DISPONIBILITA’ da parte della Proprietà sia a recedere dall’applicazione del Ccnl Aiop sia a implementarlo al fine di colmare il divario economico e normativo che penalizza gli specialisti assunti con tale contratto; tutti i medici e sanitari sono comunque penalizzati rispetto ai colleghi che lavorano nelle strutture pubbliche con le stesse mansioni”.
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PENALIZZAZIONE di tutti gli specialisti non solo non riconoscendo loro l’incentivo economico approvato a livello Regionale per il servizio eccezionale prestato senza remore durante l’emergenza Sars-Cov-2, ma abolendo unilateralmente una parte della retribuzione accessoria prevista dal loro contratto di lavoro”.
“Crediamo - prosegue la nota dei sindacati - che tale situazione di forte disagio debba essere posta all’attenzione delle Istituzioni Regionali, in quanto all’interno dell’Ospedale San Raffaele di Milano, IRCCS accreditato al Sistema Sanitario Nazionale/Regionale e di importanza strategica per lo stesso Sistema Sanitario Regionale e Nazionale, vengono applicati agli specialisti medici e sanitari contratti precari oppure ampiamente scaduti, che non permettono neppure l’equiparazione della carriera a professionisti di evidenziata eccellenza, ma in realtà sottopagati e sottoclassificati rispetto ai colleghi degli Ospedali pubblici."
Per Amsr, Anaao Assomed, Cisl e Cgil Medici “tale disagio e carenza di personale rischiano di impoverire la qualità dell’assistenza ai pazienti, della ricerca clinica e dei percorsi formativi ed educazionali degli studenti di medicina e degli specializzandi, compito aggiuntivo assegnato ai sanitari dell’ospedale”.
Lo stato di agitazione, partito il 10 gennaio, porterà alla sospensione delle attività lavorative extra orario di servizio contrattuale.
“Si è trattato di una decisione sofferta e senza precedenti per questo Istituto - sottolineano i sindacati -, ma obbligata e necessaria, per richiedere l’intervento delle Istituzioni di competenza al fine di salvaguardare il valore dell’Ospedale San Raffaele, punto di riferimento in Europa e nel mondo per l’assistenza clinica e il progresso scientifico a vantaggio di tutti i cittadini”.
13 gennaio 2022
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