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Il Covid e le feste tra tamponi e green pass

10 GEN - Gentile direttore,
nel girone del Covid in Lombardia ci sono finito pure io. lo scorso 21 dicembre scopro di essere positivo con un tampone molecolare. Così ha inizio la mia odissea, per fortuna solo burocratica, per me e la mia famiglia. Fin dai primi giorni accuso normali sintomi influenzali come forti dolori muscolari e un po’ di febbre, questo grazie alle due dosi di vaccino già effettuate, ma naturalmente devo attenermi all’isolamento domiciliare.
 
Dopo qualche giorno, scopro essere positivo anche il resto della famiglia, tra cui mia figlia di 8 anni.
 
Parte l’iter di segnalazioni e tracciamento, o almeno così credevo.
Primo intoppo: difficoltà a contattare il medico di base, preposto a segnalare ad Ats i casi positivi.
Il fatidico tracciamento salta immediatamente: su tre di noi, solo per mia figlia Ats manda sms per conoscere i contatti stretti.
 
Fino al 28 dicembre il mio green pass rimane valido (7 giorni dal contagio!), poi viene annullato.
Arriva il momento di dover fissare gli appuntamenti per effettuare i nuovi tamponi, per vedere se ci siamo negativizzati. Mi faccio il segno della croce e inizio a cercare ovunque un posto disponibile. Ore al telefono col servizio sanitario pubblico. Il privato, invece, non vede l'ora di prenotare 3 tamponi a 160€ l’uno.
 
Per noi in isolamento, sono ovviamente preclusi hub, farmacie e altri punti tampone, per fortuna, mi viene da dire, dopo che in tv e sui giornali vedo giovani e anziani, adulti e bambini al freddo in code chilometriche nella speranza di riuscire a fare un tampone.
Certamente mi ritengo fortunato ad aver avuto solo questi disagi perché visto come Regione sta gestendo la situazione in Lombardia, avrei potuto solo pregare e sperare, se avessi avuto bisogno di altre cure.
 
Mi chiedo dove sono le USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) tanto sbandierate e mai attivate da regione, inoltre, com'è possibile che non sia migliorato nulla dalla prima ondata, in tema di tracciamento? Dove sono i call center per tracciare i contatti e per verificare lo stato di salute delle persone a casa in quarantena? Noi stiamo bene e siamo giovani e autosufficienti, ma un anziano?
 
E poi: i tamponi? Regione Lombardia non può imporre i prezzi dei tamponi ai privati, ma di sicuro avrebbe per tempo potuto lavorarci, trovando accordi per aumentare le forniture e calmierare i prezzi. Invece, non ha fatto nulla e il costo di un tampone è salito alle stelle.
 
Ultima osservazione: mancano totalmente le norme di precauzione per chi deve fare il tampone per necessità, ad esempio: uscita quarantena, sintomatici, contatti stretti, familiari conviventi, soggetti fragili ecc. e chi vuole – seppur giusto e sacrosanto - solo controllarsi o poter andare al ristorante. Le linee di demarcazione in Lombardia non definiscono nulla di buono, solo tanta confusione e pressapochismo ai danni dei cittadini.
 
Massimo De Rosa
Capogruppo M5S Lombardia

10 gennaio 2022
© Riproduzione riservata

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