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Se il merito delle donne lo decidono gli uomini

di Ornella Mancin

16 FEB - Gentile Direttore,
nell’immaginario collettivo il governo Draghi è un governo “tecnicamente “ perfetto, il governo dei “migliori” secondo la definizione di alcuni. Forse per questo la scarsa presenza delle donne è stata vista come una pecca che non avrebbe dovuto esserci; ma che nel nuovo governo ci siano poche donne non stupisce, diciamo che è la normalità in Italia, anche se certo si poteva pretendere di più da quel partito (il più “progressista”) che della parità di genere ha fatto il suo cavallo di battaglia e che ora “svergognato” davanti all’opinione pubblica tenterà di correre ai ripari.
 
Del resto a situazioni del genere siamo ben abituate noi donne anche in sanità. La Fnomceo stessa nel 2018 ha dovuto cercare di rimediare in qualche modo all’assenza completa di donne all’interno del suo comitato esecutivo, cosa che del resto si ripete tantissime volte nei convegni scientifici e non, tanto che la città di Padova ha di recente approvato un regolamento che rende obbligatoria la presenza femminile.
 
Purtroppo non bastano i regolamenti e non basteranno le quote rosa pur necessarie per rompere un immobilismo che in certi settori come la sanità sta creando una voragine tra il mondo reale e la sua rappresentatività.
Chiedere una maggiore presenza delle donne non è questione di femminismo ma un problema di integrazione , di rispetto, di equilibrio , di sinergia tra maschile e femminile. E’ riconoscere che il mondo ha bisogno di essere visto anche attraverso gli occhi delle donne , riconoscere che questa visone ha la stessa dignità di quella degli uomini .
 
Ma questo non sarà possibile finché le donne saranno “scelte” dagli uomini. Lo diceva bene Concita De Gregori nel suo intervento di ieri su Repubblica: “Essere scelte è una dimensione subalterna in radice”. Questa condizione plasma oggi la presenza delle donne nella governance della sanità.
 
Oggi le donne (poche) che rivestono ruoli significativi in sanità (come spesso in altri ambiti) sono per lo più scelte da uomini che pensano di poterle “ammorbidire” e che le esibiscono spesso come un fiore all’occhiello.
Immagino di inimicarmi buona parte delle donne che hanno ruoli di potere e me ne scuso.
 
Non metto in discussione le loro capacità e i loro meriti; io sono certa che le donne lavorano molto più degli uomini, studiano, si affaticano, trovano soluzioni, si adattano … ma poi rimangono spesso al palo perché il loro collega maschio le supera e se invece arrivano a qualche posto di rilievo devono ringraziare sempre qualche maschio che il potere lo detiene da anni e quindi a lui va la riconoscenza.
 
Perché non siamo capaci di rompere questa logica? Perché non siamo capaci di un pensiero autonomo che non sia concepito sotto l’ala di qualche maschio?
Diciamo la nostra idea di sanità, spieghiamo di cosa abbiamo bisogno per lavorare meglio e in sicurezza, chiediamo una organizzazione del lavoro che tenga conto che vogliamo diventare madri, che vogliamo accudire i nostri figli, che vogliamo portarli a scuola qualche volta.
 
Non lasciamoci sopraffare da logiche solo maschili di chi spesso concepisce la vita come una eterna giornata lavorativa, tanto a casa non deve pensare a nulla. Come è possibile organizzare le riunioni alle sette di sera senza tener conto che nelle famiglie qualcuno deve pensare alla cena? Eppure noi accettiamo consapevoli che se protestiamo ci tagliamo delle possibilità di carriera.
 
E cosi rinunciamo a fare figli, poi rinunciamo a una famiglia stabile, poi rinunciamo al nostro tempo libero e poi … finiamo inesorabilmente seconde o comunque a dover rendere conto a qualche maschio potente di turno.
Non lasciamoci convincere dal mito della meritocrazia: il merito non è una realtà oggettiva, il merito lo stabilisce chi comanda e guarda caso spesso non è una donna e se lo è una che deve rispondere a qualcuno.
 
Abbiamo il coraggio di esporci, di manifestare il nostro pensiero e non solo su temi “femminili”.
Il mondo della sanità e il mondo in generale ne guadagnerebbero.
Non è certo una strada facile ma le donne hanno dimostrato nei secoli di poter vincere molte battaglie.
 
Questa è una battaglia di civiltà, di democrazia, di umanità nella quale vorrei sperare si potessero unire tanti uomini “illuminati”, quelli che non usano le donne come riempitivi ma ne valorizzano le capacità e le competenze.
E’ con questi uomini che noi donne dobbiamo costruire una alleanza per la sanità del futuro e per un mondo migliore.
 
Ornella Mancin
Medico di famiglia

16 febbraio 2021
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