Spunti di riflessioni per una nuova medicina del territorio
di Domenico Crea
22 DIC -
Gentile Direttore,
il re è nudo, la nostra società è in crisi, come ha evidenziato tragicamente, la pandemia che ci ha investiti. È ancora più chiaro che la tutela della salute è innanzitutto un pilastro della democrazia e dell’economia mondiale e il vero obiettivo adesso è garantire a tutti questo diritto. Ma bisogna fare tesoro di questa esperienza e correggere i nostri sistemi sanitari, che sono apparsi palesemente in ritardo e inadeguati, soprattutto quelli legati alle esigenze del territorio.
L’emergenza ha fatto esplodere le contraddizioni giacenti da tempo nella sanità pubblica perché siamo all’epilogo di un percorso che ha portato negli ultimi decenni allo smantellamento del SSN. Partendo da questa consapevolezza abbiamo posto degli spunti di riflessione come Centro Studi di Fismu della Campania (
in allegato il documento integrale), con una serie di proposte per ipotizzare una ristrutturazione che parta da una improcrastinabile riorganizzazione delle cure primarie per articolare un intervento efficace sulle malattie subacute e croniche, attraverso risposte multi specialistiche e multi professionali. Una soluzione organizzativa che consenta di operare al meglio sia in termini di prevenzione che di risposta tempestiva ai bisogni di salute dei cittadini, con presidi sanitari certi e riconoscibili in tutte le 24 ore.
Spunti e proposte:
- Contratto unico della Medicina del territorio, con passaggio alla dipendenza. In subordine un doppio binario con la possibilità di transitare definitivamente alla dipendenza o permanere in rapporto convenzionale. Si attua pertanto, la coniugazione del principio di efficienza nella riduzione dei costi, con i seguenti vantaggi:
- per la parte pubblica, la standardizzazione del servizio e una voce certa in bilancio e prestazioni certe e non interpretabili. Assenza di contrattazioni ripetute con modulabilità dell’intervento assistenziale
- per il medico, con l’accesso alle tutele assistenziali e previdenziali previste per il dipendente
- Separazione dell’assistenza sanitaria dall’ assistenza sociale. Lo scopo rimane quello di fornire la migliore assistenza possibile evitando sovrapposizioni, doppioni, erogazioni contributive non certe e poco finalizzate e dispersione di professionalità, fatte salve le modalità di intersecazione delle prestazioni
- Creazione di Presidi Sanitari Territoriali Multifunzionali di degenza e cura a bassa intensità, aperti 24h caratterizzate dalla presenza di servizi sanitari di base, cure primarie e multi-specialistici clinici e chirurgici, ad erogazione continua in presidi certi e facilmente accessibili. In tale organizzazione, si ritiene necessario salvaguardare le U.C.C.P. locali già realizzate ed attivamente funzionali sul territorio.
- Esempio: medicina generale, continuità assistenziale, punto di primo intervento, laboratorio analisi chimico-fisiche, radiologia e diagnostica per immagini, blocco operatorio con day surgery e chirurgia ambulatoriale per interventi chirurgici in regime di Day service.
- Degenze articolate in Ospedali di Comunità, Hospice ed Hospital per Stati di minima coscienza
- I punti di forza dei presidi consistono nell’essere una struttura unitaria e multifunzionale multiprofessionale, caratterizzata da percorsi sanitari integrati, con risposta immediata ad accesso unico e semplificato, privo di orario su tutte le 24 h, oltre ad una sua autonomia gestionale e funzionale in grado di modularsi costantemente sulle esigenze assistenziali del territorio.
- In tale organizzazione, si ritiene necessario salvaguardare le A.F.T. / U.C.C.P. locali già realizzate ed attivamente funzionanti.
- Creazione di distretti sanitari con format assistenziali specialistici specifici per branca, al fine di evitare sovrapposizioni assistenziali e costosi doppioni erogativi
- Farmacie presenti nel distretto sanitario inglobate in progetti erogativi...
- Squadre di intervento domiciliare (S.I.D.), Infermieri di comunità, di famiglia e operatori sociali, Gli strumenti domiciliari sul territorio con ruoli differenti ed in contesti specifici, con azione mirata di supporto assistenziale ed erogativo terapeutico a domicilio dei pazienti, oltre al personale necessario per cure palliative ed oncologiche per tutti e tre i livelli di assistenza domiciliare. Rappresentano il nuovo vero braccio operativo sul territorio. Tali figure professionali rimangono comunque in capo all’organizzazione distrettuale ed ai medici del territorio.
- Telemedicina come strumento più efficace per il controllo della malattia cronica, costi minimi ed efficacia. Potenziamento dell’assistenza domiciliare a diversa intensità assistenziale e dell’ospedalizzazione a domicilio attraverso gli strumenti della telemedicina e della demotica di sostegno
- Specializzazione in Medicina Generale Territoriale, con la nascita di una nuova e necessaria specializzazione attesa da tempo, figlia di una vera e concreta preparazione universitaria ed in grado di formare professionisti del territorio. La formazione universitaria medica finalizzata all’esercizio della professione nel Servizio Sanitario Nazionale, come recentemente proposto da un disegno di Legge presente in Parlamento, può rappresentare anch’essa una soluzione post-laurea, per i futuri medici in medicina generale.
Domenico Crea
per il Centro Studi Fismu Campania
22 dicembre 2020
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