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La rabbia, giustificata, degli specializzandi

di Alice Clemente

14 DIC - Gentile direttore,
venerdì scorso il Ministro Manfredi è intervenuto su Sky Tg24 per parlare dell’attuale situazione in cui versano i e le partecipanti al concorso SSM 2020. In quell'occasione, è stato trasmessa una mia breve riflessione sulla mia esperienza, simile a quella di tanti colleghe e colleghi. Nella sua risposta al mio intervento, il Ministro ha ancora una volta dimostrato di non avere chiara né la situazione attuale né la figura del medico in formazione specialistica.
 
Le informazioni che ha dato sono approssimative, se non completamente errate, e le sue parole confermano come l’interesse del Ministero verso di noi non sia sufficiente nemmeno a conoscere bene le nostre figure.
 
Lo sa bene il Ministro che i ricorsi intentati sono stati determinati dalla fallace strategia del MUR stesso, ossia tentare di diminuire i partecipanti al concorso invece che di finanziare un numero congruo di borse per risolvere l’imbuto formativo. Strategia che come abbiamo visto ha aperto la strada a ulteriori contenziosi. L’ultimo, di cui si sente parlare tanto, riguarda la famosa domanda sulla frattura di femore, che è stata annullata dopo le segnalazioni dei e delle candidate. Il Ministro vuole forse affermare che gli errori nel testo della prova d’esame siano colpa dei ricorsisti?
 
Questo non è stato un "concorso litigioso" quindi, come afferma il Ministro, ma viziato sin dall’inizio da errori grossolani da parte del MUR, nonché da scarsa trasparenza nella comunicazione con i candidati. Lo ripetiamo poi ancora una volta al Prof. Manfredi: gli e le specializzandi sono studenti solo sulla carta, e il Ministro dell’Università dovrebbe saperlo.
 
Sono medici abilitati, che nel percorso di formazione specialistica esercitano la professione medica fin dal primo giorno della presa di servizio. D’altronde è da anni che ripetiamo che la figura del medico in formazione si presta a facili confusioni, e che gli e le specializzandi si caricano di tutti i doveri e le responsabilità del medico, senza le tutele che spettano ai lavoratori e alle lavoratrici.
 
Ed è vergognoso sentirlo affermare che l’imbuto formativo è stato azzerato da questo governo. Forse dobbiamo ricordare che quest’anno rimarranno fuori dalla formazione quasi 10.000 colleghe e colleghi, che ritenteranno il concorso l’anno prossimo e che nel frattempo andranno a rinfoltire l’esercito di camici grigi, i precari della medicina che tengono in piedi i servizi di continuità assistenziale e l’emergenza territoriale, spesso con retribuzioni e tutele assolutamente non congruenti con la responsabilità professionale che si assumono.
 
Il ruolo dei camici grigi si è confermato anche e a maggior ragione durante questa pandemia fondamentale per la tenuta del SSN, specie sul territorio. A reggere i reparti Covid, le USCA, le RSA sono loro, e i continui rinvii non creano danni solo a loro, ma anche alle strutture che rischiano concretamente di trovarsi senza personale all’ultimo.
 
Le vicende di quest’anno hanno svelato chiaramente non solo le carenze e le storture del concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione, ma anche il disinteresse che il governo ha sui temi della formazione medica e della situazione del SSN.
Siamo stufe e stufi delle sue dichiarazioni volutamente imprecise. Dopo ottanta giorni di ritardi e informazioni non ufficiali pretendiamo indicazioni chiare, non approssimazioni, che ci consentano di organizzare la nostra attività professionale e formativa. Continueremo ad utilizzare un comportamento “aggressivo” e a mobilitarci in piazza e non, a farci sentire finché tutte e tutti i medic* in questa situazione vedranno riconosciuti i loro diritti.
 
Dott.ssa Alice Clemente
"Chi si cura di te?"

 

14 dicembre 2020
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