In Veneto medici e pazienti di serie A e B
di Alessia Pozzato
24 NOV -
Gentile Direttore,
sono assolutamente d’accordo con la
direttiva della Regione Veneto, di sospendere l’attività ambulatoriale salvo quella non differibile, compresa la libera professione intramoenia. L’intento è nobile e razionale, al fine di reclutare professionisti per l’assistenza dei pazienti Covid-19. Ritengo però opportuno segnalare una situazione che sta determinando delle criticità.
La chiusura della libera professione intramoenia crea un “conflitto d’interessi”, essendoci medici ospedalieri che lavorano in extramoenia. Essi hanno tutt’ora la possibilità di tenere aperti i loro ambulatori fuori dall’ospedale pubblico di cui sono dipendenti, continuando a seguire i loro pazienti, i quali, a loro volta, hanno la garanzia di continuità assistenziale (nell’ambito ostetrico-ginecologico cui appartengo, questo aspetto è particolarmente avvertito dalle pazienti).
In questo modo, quindi, si creano medici e pazienti di serie A e di serie B, in quanto gli intramoenia, per ordinanza regionale, non possono più seguire i pazienti che si sono a loro rivolti.
In un momento pandemico in cui, l’unità della classe medica deve rappresentare l’aspetto fondamentale, questa suddivisione in classi crea inevitabilmente situazioni di conflitto tra professionisti e peggiora il clima relazionale e organizzativo nelle Unità Operative.
Nell’attuale situazione in cui a tutti i medici viene chiesto, giustamente, il massimo sforzo nei confronti della pandemia, la situazione segnalata genera in una parte di essi, tra l’altro quella a rapporto esclusivo a cui è chiesto il maggiore impegno orario, una percezione di danno e di discriminazione.
Credo, nell’interesse generale, che i sistemi sanitari regionali dovrebbero trovare soluzioni correttive alla criticità segnalata.
Dott.ssa Alessia Pozzato
Dirigente Medico
UOC Ginecologia-Ostetricia
AULSS 5 Polesana
24 novembre 2020
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