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Resto convinta che per i Mmg sarebbe molto meglio diventare “dipendenti” del Ssn

di Maria Francesca Falcone

14 SET - Gentile Direttore,
ho letto con molta attenzione la lettera firmata da oltre 140 giovani Medici della Puglia sul futuro della Medicina Generale, e con piacere prendo atto che questi siano finalmente d’accordo con un Medico non più giovane, quale la Sottoscritta e che più volte negli ultimi due anni ha descritto le criticità della Medicina del Territorio, cercando al contempo di avanzare proposte, fino ad oggi inascoltate.
 
Purtroppo, però, non è cambiato nulla: nessun Ordine né la Fnomceo hanno prestato attenzione alle voci fuori dal coro, forse poiché i Sindacati maggioritari propongono di potenziare il modello esistente (nonostante si sia rivelato inefficiente), mentre i Ministri che si sono avvicendati negli ultimi anni (Lorenzin, Grillo, Speranza) hanno fatto orecchie da mercante.
 
In una lettera dal titolo “Per la medicina generale deve cadere il tabù della dipendenza”, gentilmente pubblicata il 17 aprile 2020 da questo autorevole quotidiano on line, ho dettagliatamente analizzato la situazione paradossale in cui tutti i MMG sono stati catapultati, a loro insaputa, nel corso della pandemia.
 
Nessuno di noi si è tirato mai indietro, da quel fatidico 8 Marzo 2020 ed anzi, molti di noi hanno continuato a lavorare a mani nude, e per questo molti di noi sono morti, mentre li chiamavano Eroi. Nessuno ha obiettato sulla non competenza contrattuale, nessuno ha chiesto oboli aggiuntivi, ma tutti i MMG  si sono trovati a ricoprire il ruolo di iperburocrati tutto fare,  per far fronte alle incombenze (non previste dal famoso ACN) calate dall’alto.  
 
Pertanto, la mancata  nostra adesione di massa alla campagna di screening coi test sierologici qualitativi (notoriamente poco affidabile per sensibilità e specificità), cui avrebbero dovuto aderire su base volontaria (quindi senza alcun necessario presupposto di rappresentanza campionaria) gli insegnanti ed il personale scolastico,nondeve essere intesa come “un rifiuto di svolgere tale attività mostrandosi disinteressati  a garantire la partecipazione attiva”,bensì come un legittimo dissenso contro una chiamata alle armi per la serie “armiamoci e partite”, lanciata dai quadri sindacali sulla base di un accordo assunto con il Ministero.
 
Rifiuto che si fonda nei confronti di una iniziativa non evidence-based (solo il tampone consente di rilevare la presenza del virus SARS-CoV-2 nell’ambito di un sistema di sorveglianza attiva, mentre un test sierologico negativo non esclude una infezione in corso e, quindi, una potenziale fonte di infezione), ma anche sulla base di una sostanziale invarianza delle condizioni in cui operano i MMG  nei loro studi, monadi avulse da una organizzazione in rete che, invece, dovrebbe essere calata nel territorio.
 
A tal proposito, vorrei ricordare ai giovani Colleghi sottoscrittori del citato appello prima citato che lo stanziamento dei fondi (antecedente all’emergenza pandemica) destinati a dotare i Medici del territorio degli strumenti necessari ad operare in teleassistenza e telemonitoraggio, nonchè per l’acquisto di elettrocardiografi, spirometri, ecografi, rappresentano ad oggi mera propaganda.
 
Per non parlare poi della Formazione necessaria ad acquisire le adeguate conoscenze e competenze necessarie per poter utilizzare al meglio tali strumenti. La conferma della inconsistenza dell’azione di chi ci rappresenta è sotto gli occhi di tutti, nella realtà di tutti i giorni, nonostante il Covid-19.
 
Ulteriore riprova è il fatto che i MMG rimangono  ancora ostaggi della “ricetta dematerializzata”, dei molteplici gestionali adottati sulla base delle affiliazioni ai differenti sindacati, pur essendo disponibile, e da anni, il Sistema TS che, laddove messo nelle disponibilità di tutti i Medici, avrebbe permesso di ottimizzare le sempre più limitate risorse appannaggio della Sanità Pubblica, eliminando gli accessi impropri, consentendo una migliore conoscenza clinica e favorendo il dialogo tra i Medici del Territorio, gli Ospedalieri, ed i privati accreditati.
 
Vorrei che i più giovani Colleghi della MG (che però non disdegnano sostituzioni ben retribuite dimenticando che i “vecchi “ erano felici di imparare il mestiere in cambiodi unsemplice certificato conpunteggio)prendessero coscienza del fatto che quanto oggi auspicano e richiedono è stato già agognato e sognato dai loro predecessori in tempi passati, e che tutto ciò non può essere realizzato in maniera compiuta perdurando il sistema della “convezione”,  che, dopo decenni di difesa corporativistica, è venuto il momento di mettere in soffitta.
 
La nuova generazione dovrebbe documentarsi ed essere posta nelle condizioni di riflettere, autonomamente, sui pro e contra della convenzione e della dipendenza. 
 
I giovani dovrebbero riflettere sul fatto che le sfide che pone la sanità (dal crescente impatto delle cronicità, alla diffusione dei virus pandemici) non possono essere affrontate al di fuori di una organizzazione strutturata e capillare pienamente integrata nel Servizio Sanitario Nazionale. E dovrebbero riflettere sul fatto che, un giorno, quando saranno meno giovani, ed avranno famiglia, figli, malattie, col permanere del rapporto “in convenzione” si vedranno negati dei diritti fondamentali.
 
Dovrebbero, altresì, pensare che la dipendenza metterebbe fine a quell’odiosa distorsione della “compravendita degli studi e dei pazienti”, più volte venuta alla ribalta della cronaca. La libertà ha un prezzo che non è monetizzabile né negoziabile al ribasso, la libertà è sinonimo di dignità e professionalità, e qualsivoglia riforma delle Cure Primarie (questo è il termine appropriato che si dovrebbe utilizzare) non può che fondarsi sul rispetto della dignità di ogni Professionista.
 
Maria Francesca Falcone
Medico di Medicina Generale - Catania

14 settembre 2020
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