Prepariamoci alla “salusdemia” che seguirà a questa emergenza
di Cesare Cislaghi
30 MAR -
Gentile direttore,
vorrei commentare il dialogo tra
Mapelli e
Geddes, due amici con cui ho condiviso, e condivido, opinioni e battaglie. Vorrei però innanzitutto dire che non sono i giorni per sollevare condanne, anche se giuste, alle politiche del passato; se non ci fosse stata questa epidemia le nostre voci, come quasi sempre è successo, non sarebbero state ascoltate. Riserviamoci queste idee e questa voglia di miglioramento del SSN per quando finalmente il virus se ne sarà andato e dovremo uscire di casa riabboccandoci le maniche per lavorare sodo e per fare meglio di prima.
Che il SSN sia stato lasciato andare indietro è realtà incontrovertibile, che il finanziamento sia rimasto praticamente fermo ad un decennio fa altrettanto, che il personale medico ed infermieristico si sia assottigliato esageratamente, tutto ciò è vero. Però forse le carenze non si sono tanto manifestate negli ospedali quanto nel territorio e sopratutto nella prevenzione e nell’attenzione ai più deboli. Se non ci fosse stata l’epidemia credo che nessuno avrebbe scritto di collasso delle terapie intensive.
Dobbiamo anche ringraziare, quasi stupiti, della resilienza dimostrata da tutti gli operatori.
Dovremo certo riflettere molto nei riguardi di chi, imprenditori, politici, clinici, giornalisti hanno appoggiato il tentativo di allargare lo spazio del privato nella sanità, privato che per fortuna non ha sconfitto l’universalismo del SSN oggi unanimemente invidiato da molti paesi stranieri. E’ però vero che ovunque nel mondo non si sia preparati alle emergenze, siano terremoti, inondazioni, incendi devastanti, epidemie. Non so cosa si possa e si debba fare per essere meno impreparati, ma qualcosa si dovrà fare.
E prepariamoci, lo dico anche a Mapelli e a Geddes, per quella che sto chiamando “salusdemia”, cioè per quando ritornerà la normalità sanitaria: pensiamoci sin da adesso, ci saranno seri problemi di salute (non da virus) e gravi problemi di sanità. Quindi convertiamo le critiche in analisi, proposte, collaborazioni, e speriamo di riuscire a creare una Italia ed una Europa migliore di quella che ha visto arrivare questo virus.
Buon lavoro a tutti.
Prof. Cesare Cislaghi
Economista Sanitario
30 marzo 2020
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