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La sfida della comunicazione social per i medici di medicina generale

di Roberto Bellacicco

29 GEN - Gentile direttore,
da qualche anno stiamo assistendo alla nascita di sempre nuove pagine facebook di informazione sanitaria create e gestite da medici e operatori sanitari. Tale fenomeno è sostenuto prevalentemente da medici di medicina generale neo specializzati e neo convenzionati che decidono di affiancare al tradizionale mezzo di informazione sanitaria, il dialogo front-office, un nuovo strumento di comunicazione nei confronti dei loro assistiti.
 
Queste pagine sono generalmente denominate “Dott Nome-cognome, medico di medicina generale” e alternano comunicazioni inerenti all'organizzazione dello studio con utilissime informazioni di carattere medico come i commenti alle nuove linee guida, evidenze sull'utilizzo appropriato degli antibiotici e degli IPP o consigli sulla gestione dell’influenza e sugli stili di vita.
 
Una caratteristica costante di queste pagine è la presenza in calce ai post di fonti autorevoli come società scientifiche e documenti OMS/Ministero Salute. I post sono generalmente tutti basati sulla EBM.
La diffusione di queste pagine fb, molto seguite e apprezzate dai pazienti giovani e meno giovani, è un fenomeno che sebbene ancora numericamente limitato andrebbe studiato e potenziato in una strategia globale di lotta alle fake news in ambito sanitario.
 
Proviamo a fare due conti:
In Italia ci sono circa 50.000 MMG e la popolazione italiana compresa fra 14 e 60 aa ammonta a 32 milioni circa (ISTAT 2019). Secondo l’analista di social media Vincenzo Cosenza in Italia 24 milioni di persone utilizzano fb ogni giorno, prevalentemente tramite cellulare o tablet.
 
Se la metà delle persone attive ogni giorno su fb potesse seguire la pagina aggiornata del proprio medico potremmo fornire ogni giorno una informazione sanitaria di qualità a circa 12 milioni di italiani.
 
Nel settembre 2019 2018 il Corriere della Sera ha avuto una diffusione complessiva (cartacea + digitale) di 268.950 copie quotidiane (dati ADS). Pur ipotizzando che ogni copia del Corriere della Sera venga letta da 5 persone siamo ancora ben lontani dai possibili utenti raggiungibili dalle pagine Fb. 
 
Perché tale fenomeno, magari regolamentato, dovrebbe essere incentivato e sostenuto?
I motivi sono diversi:
a) Rappresenta una efficace arma di lotta alle fake news in quanto il pz riceverebbe informazioni non DA internet bensì DAL proprio medico TRAMITE internet utilizzando fonti autorevoli, affidabili e verificabili. Le informazioni non giungerebbero al paziente in seguito ad una ricerca mirata bensì apparirebbero sulla home di fb periodicamente, andando a costituire un flusso continuo di informazioni in ambito sanitario.
 
b) E’ uno strumento che non sostituisce bensì affianca il tradizionale dialogo medico/paziente front-office che viene ad essere potenziato con maggiore soddisfazione da parte del paziente e aumento della compliance. Una notizia letta sulla pagina può poi essere discussa direttamente col proprio medico durante la visita.
 
c) Contribuisce a porre un argine al preoccupante fenomeno di delegittimazione culturale del medico e in particolare del MMG in quanto principale rappresentante del SSN, il cui compito è offrire salute di qualità e non prestazioni sanitarie inutili e costose spesso incentivate da soggetti privati molto attivi sul piano dell’informazione online e dunque mediaticamente vincenti.
 
d) L’informazione sanitaria rientra tra i compiti istituzionali del MMG e andrebbe effettuata in maniera consona ai tempi che cambiano, alle nuove necessità dei pazienti e in risposta alle sempre più aggressive campagne di disinformazione attive su diversi strumenti di comunicazione.
 
L’importanza dell’aspetto comunicativo è stata colta anche dalla Fnomceo che da qualche anno ha avviato il validissimo progetto di “Dottore ma è vero che” proprio per migliorare i contenuti sanitari online.
 
Una collega neospecializzata in Medicina Generale mi ha fatto notare che non tutti i medici sono in grado di utilizzare questi strumenti e che sarebbe utile frequentare un corso di comunicazione social ad hoc.
 
L’osservazione è corretta e dunque perché non inserire un corso di comunicazione online all'interno del Corso di Formazione Specifico in Medicina Generale per formare i neo specializzati in Medicina Generale ad effettuare una informazione sanitaria social di qualità?
 
In attesa della tanto invocata riforma del CFSMG, che ha ormai assunto le connotazioni dell’araba fenice - “Cosa sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa” – il fenomeno delle pagine Fb continuerà ad espandersi sulla base della buona volontà del singolo professionista in accordo con la tacita consuetudine che in Italia le cose veramente innovative sono frutto di singole esperienze spontanee che pian piano prendono corpo e si diffondono.
 
Roberto Bellacicco
Medico in formazione spec. in Medicina Generale
Taranto


29 gennaio 2020
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