Gli Ortottisti nella “terra di mezzo”
di Daniela Fiore
24 GEN -
Gentile Direttore,
esaminando i contenuti della
lettera dell’On. D’Arrando del 13 gennaio e considerando anche le risposte alla stessa da voi pubblicate, il primo pensiero è che ad essere figli di un dio minore siano gli Ortottisti Assistenti di Oftalmologia. Non ci stupiamo che l’Onorevole non sia a conoscenza di quelle che sono professioni sanitarie riconosciute dal Ministero della Salute, ci rammarica però che le maggiori associazioni di oftalmologi, che con gli ortottisti condividono il lavoro quotidiano, riconducano la problematica ad una controversia di confini tra soli due attori: oculisti da una parte ed optometristi dall’altra.
Il fulcro del problema è primariamente l’art. 5, comma 5 della legge 43/2006: “La definizione delle funzioni caratterizzanti le nuove professioni avviene evitando parcellizzazioni e sovrapposizioni con le professioni già riconosciute o con le specializzazioni delle stesse”. Come già dichiarato da AIOrAO alla
Camera e al
Senato “..i limiti posti agli ambiti d’azione di una professione non sono solo le competenze mediche ma anche quelle delle altre professioni sanitarie già normate ..”.
Nella terra di mezzo tra ottico e medico oculista esiste già in Italia una figura che copre questo spazio operativo: l’Ortottista AdO. In Italia l’ortottista ha formazione universitaria dal 1955, nel1978 diventando ortottista assistente di oftalmologia, ha compreso nelle sue competenze oltre a valutazione, riabilitazione e prevenzione anche la semeiotica strumentale oftalmica e l’assistenza alle attività in capo all’oculista in area oftalmologica.(Non è ausiliaria nell’attività di assistenza in quanto la svolge con titolarità ed autonomia in base alla legge 251/00).
L’attività di Optometrista è al momento in Italia vantata da possessori di titoli ottenuti nella maggior parte presso istituti privati; esistono corsi di Laurea in Ottica e Optometria presso le Facoltà di fisica, quelli di cui l’Onorevole scrive, e sono inseriti nel sistema universitario, ma non appartengono alla categoria delle “Professioni sanitarie” che sono state oggetto della legge 3/2018 art.4.
Il fatto che gli optometristi non siano stati previsti nella legge 3/2018 non è situazione paradossale, ma conseguenza naturale del fatto che la professione di cui l’On. scrive professione sanitaria non è. In ambito sanitario è il Ministero della Salute organismo competente ad individuare fabbisogni formativi ed esigenze di creare nuove figure sanitarie. I decreti attuativi della legge 3/2018 permettono a laureati in ottica/ optometria di iscriversi all’ordine dei fisici sanitari per essere riconosciuti in ambito sanitario come tali, è quindi fuorviante dire: “Le competenze del fisico con qualifica in ottica e optometria” perché quello che si deve andare a definire è quali sono le competenze che il fisico sanitario può agire nel campo dell’ottica.
Tornando al punto dolente sollevato dall’On. nella lettera “…Peccato che ad oggi il MIUR di concerto con il M d S, non abbia ancora provveduto all'aggiornamento del decreto 328/200, che definisce le competenze del fisico con qualifica in Ottica e Optometria nella figura sanitaria….” riporta sempre a quanto AIOrAO ha fatto presente nelle sedi opportune: non sovrapporsi alle competenze di figure professionali già esistenti e regolamentate. Ma esiste un altro problema: qualunque laureato triennale aspiri ad avere attività sanitarie sulla persona non può pensare ad una normativa diversa rispetto alle altre professioni sanitarie che lavorano su prescrizione/indicazione medica. Un accesso diretto del paziente solo per alcuni comporterebbe un terremoto nell’area delle professioni sanitarie.
In Italia le figure afferenti l’Oftalmologia regolamentate dalla legislazione sono: Oftalmologo medico chirurgo specialista nelle malattie dell’apparato visivo, Ortottista Assistente di Oftalmologia (DM743/94) Ottico arte ausiliaria delle professioni sanitarie RD. 31.05.1928 n.1334. L’intenzione principale di questa lettera è far presente all’on. D’Arrando, ai lettori ed a tutti i soggetti coinvolti, che esiste, con formazione universitaria, una professione sanitaria, in ambito oftalmologico, formata presso le facoltà di Medicina e Chirurgia che negli anni è cresciuta in competenze seguendo l’evoluzione scientifica e tecnologica relativamente all’oftalmologia e che con tutte le peculiarità proprie della professione sanitaria relativamente alla deontologia professionale, all’etica, al rispetto della cura della persona, che sono insite nel profilo professionale e nella didattica, da molti anni è presente e non va dimenticata anche se complica il quadro ed inceppa le strategie.
Dott.sa Daniela Fiore
Presidente Nazionale AIOrAO
24 gennaio 2020
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