Specializzazioni. Differenze di trattamento tra medici e “non medici” ormai inspiegabili
di Andrea Speciale
16 GEN -
Gentile Direttore,
le Scuole di Specializzazione che appartengono all’Area Sanitaria sono riservate ai medici e ad accesso riservato a soggetti in possesso di titolo di studio diverso dalla laurea magistrale in medicina e chirurgia, cosiddetti ‘Non Medici’. Con il Decreto Interministeriale del 4 febbraio 2015, n.68 è stato approvato il riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria, che prevede che gli ordinamenti delle scuole a cui possono accedere i “Non Medici” siano uguali agli ordinamenti delle scuole di specializzazione mediche, senza però ottenere l’equiparazione del trattamento economico, mediante contratti di formazione specialistica, tra gli specializzandi “Non Medici” e quelli di area medica.
L’accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria ad accesso riservato ai “Non Medici”, di area veterinaria, dei beni culturali e psicologica è gestito a livello locale dai singoli Atenei ai sensi del D.P.R. 10 marzo 1982 n. 162, pertanto è rimasto invariato rispetto all’accesso per Laureati in Medicina, che viene invece gestito con concorso unico nazionale a numero programmato previsto dal D.L. del 10 agosto 2017, n. 130 del Ministro dell’Istruzione.
Si è tentato a livello legislativo di colmare tale discrepanza presente ormai da anni tra le due categorie di specializzandi. Tra le proposte cito quelle dell’On. Sanna del 2013, e degli On. Tuzi e On. Melicchio del 2018, riguardo l’urgenza dell’attivazione di borse di specializzazione non mediche per biologi, chimici e fisici, farmacisti, che sono risorse professionali del sistema sanitario nazionale e dell’On. Mandelli del 2019 per l’equiparazione dei soli specializzandi farmacisti agli specializzandi medici, senza aver ottenuto una reale applicazione.
Va, inoltre, sottolineato che secondo quanto previsto dal D.L. n. 502/1992, per accedere ai concorsi per ricoprire ruoli dirigenziali nel Servizio Sanitario Nazionale, veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi devono conseguire prima la specializzazione.
Pertanto, nel 2020 non risulta più concepibile tale differenza tra categorie lavorative, che svolgono lo stesso percorso formativo e professionale.
Purtroppo, la differenza di categoria si è ulteriormente confermata con l’approvazione del D.L. n. 35 del 30.04.2019, approvato il 30.05/2019, che prevede la possibilità di contratti a tempo determinato per gli specializzandi medici all'ultimo anno di specializzazione nel sistema sanitario nazionale e con l’approvazione dell’Art. 1 (comma 547 e 548) della Legge n. 145/18, che prevede la partecipazione ai concorsi dei medici in formazione specialistica iscritti all’ultimo anno della scuola di specializzazione e l’eventuale assunzione a tempo indeterminato dei medici risultati idonei e utilmente collocati in graduatoria dopo il conseguimento del titolo.
Il problema è facilmente analizzabile consultando i bandi di concorso pubblici per i profili da Dirigente Medico, che riportano i suddetti riferimenti normativi nei requisiti specifici per gli specializzandi medici all’ultimo anno, ma che non vengono assolutamente citati nei bandi di concorso per il profili da Dirigente Sanitario.
Perché agli specializzandi medici si, mentre agli specializzandi “Non Medici” no? Oltre il “danno” sulla mancanza dei contratti di formazione, la “beffa”.
Infine, facendo riferimento al documento sul Patto della Salute 2019-2021 del 18 Dicembre 2019, in particolare il paragrafo della Scheda 3 Risorse Umane, che riporta testualmente la “
ammissione anche degli specializzandi iscritti al terzo anno del corso di specializzazione di durata quadriennale e quinquennale alle procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza del ruolo sanitario e al contempo di prorogare al 31 dicembre 2022 le disposizioni che prevedono la possibilità di assumere con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato gli specializzandi utilmente collocati nelle graduatorie concorsuali”, la cui approvazione è stata prevista nella Legge Bilancio 2020.
Sulla base di tale normativa, mi auspico che si ottenga finalmente un’equiparazione sullo status economico-contrattuale e che la suddetta previsione riportata nel Patto della Salute venga allargata e attuata anche per tutti gli specializzandi di area sanitaria “Non Medici” e che non sia solamente riservata, come solitamente successo, ai soli specializzandi medici, che già godono di particolari agevolazioni.
Dott. Andrea Speciale
Biologo (PhD), Specializzando in Patologia Clinica e Biochimica Clinica
IRCCS Ospedale Policlinico San Martino Genova
(Rete formativa dell’Università di Pisa)
16 gennaio 2020
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore