Sbalorditive le critiche alla proposta di riforma del 118
di Fedele Clemente
11 OTT -
Gentile direttore,
sono sbalordito, letteralmente sbalordito. È la sensazione mi sale spontanea alla lettura della
lettera del dr. Roberto Romano pubblicata sul
Quotidiano Sanità il 10 ottobre 2019 dal titolo “Riforma 118, non si può fare senza infermieri”.
In un momento in cui tutto il mondo sanitario plaude alla lodevole iniziativa del Governo per la
mozione presentata dalla senatrice
Maria Domenica Castellone, finalizzata a dare maggiore qualità alle attività del SET-118 italiano attraverso il miglioramento obiettivo delle condizioni lavorative di medici, infermieri e soccorritori che vi operano, a garanzia prioritaria della salute del cittadino, il dr. Romano, in perfetta dissonanza già con quanto riportato nelle note di stampa sull’argomento, oppone una serie di critiche immotivate, ingiustificate e, a mio parere, francamente pretestuose. E pensare che il dr. Romano si presenta come presidente di una neosocietà costituita proprio da infermieri dell’emergenza territoriale: forse non ha letto che proprio verso gli infermieri dell’emergenza territoriale vi è una particolare attenzione.
Vale la pena precisare che la SIS118, più volte richiamata, è una società scientifica multiprofessionale che comprende fra i propri iscritti medici, infermieri e soccorritori tra coloro che operano di fatto nei Servizi di Emergenza Territoriale, con un’esperienza ultraventennale e che rappresentano la quasi totalità dei SET-118 italiani. Relativamente agli infermieri, essi fanno parte di diritto in numero significativo del Consiglio Direttivo Nazionale e, laddove costituite, dei Consigli Direttivi delle rispettive Sezioni Regionali della SIS118. Per questo la SIS118, accreditata presso il Ministero della Salute, apprezza particolarmente l’iniziativa governativa ed auspica una celere attivazione dei lavori sulla materia. Non sono a me note altre società scientifiche, iscritte e accreditate dal Ministero della Salute, che abbiano eguale titolo e analoga capacità di rappresentanza per potersi esprimere adeguatamente sulla materia, né tantomeno che possano mettere in dubbio le prerogative della SIS118.
Non capisco, poi, e non si capisce, quale sia il “feudo” e quale sia la “casta” a cui il dr. Romano fa riferimento. Non capisco, e non si capisce, quale siano gli “attori” mancanti alla discussione. Non capisco, e non si capisce, come si possa permettere di criticare a priori una riforma e chi intende portarla avanti, affermando che rischia di essere “cosmetica”.
Non mi sono chiare le sue disquisizioni tecniche sul NUE112 e sulla geolocalizzazione, che rispecchiano punti di vista soggettivi e personali, poco attinenti intanto con la normativa internazionale dell’Unione Europea in merito, quindi con i costi oggettivi enormemente superiori del modello di 112 “sostitutivo” rispetto a quello “parallelo”, rispetto agli altri numeri di emergenza nazionali, ma soprattutto con il certificato e nefasto allungamento dei tempi di intervento sugli scenari reali di emergenza, punti di vista in sintesi completamente decentrati rispetto alle esigenze reali dei cittadini nel loro bisogno di salute in emergenza sanitaria, ben poco giustificabili con i fatti, con i dati e, direi, con l’ovvietà.
Trovo poi singolare la distinzione dei territori in territori di serie A e di serie B: lo Stato ha il dovere di garantire l’uniformità di accesso alle cure per tutti i suoi cittadini e non vi possono essere differenti livelli di cura in base alla residenza, in particolare in emergenza sanitaria, laddove il tempo per una cura efficace è determinante per la sopravvivenza e per evitare l’evoluzione verso una condizione clinica di irreversibilità.
Singolare trovo la sua disamina sui mezzi ALS, sulla necessità di discutere sui Livelli di Assistenza, sulla conflittualità interprofessionale. La SIS118 è una società scientifica concretamente interprofessionale e non riscontra conflitti fra le diverse professionalità, che anzi tutela in egual misura e che garantisce dai rischi connessi con l’attività, tanto che nei fatti cooperano in perfetta sintonia e con reciproca soddisfazione nello svolgimento delle loro funzioni quotidiane. Forse il dr. Romano si riferisce alla conflittualità creata ad arte da alcuni che, da dietro ad una scrivania e con l’obiettivo di migliorare la propria personale posizione, non si fanno scrupolo di istigare la categoria professionale a cui appartengono e di esporla ai rischi legati a prestazioni improprie e non affatto previste, sul piano giuridico e legislativo, per la loro qualifica.
La mozione cambia letteralmente i connotati, strutturali e funzionali, al Sistema 118: dal modello sanitario dipartimentale agli standard di medicalizzazione e di infermierizzazione delle postazioni, mobili e fisse del Sistema, che dovranno, ovviamente, essere ricalibrati per aree urbane, intermedie, extraurbane, metropolitane, nel corso delle successivi definizioni di percorso legislativo, dalle indennità di rischio biologico ed ambientale, mai previste sin’ora a meritato beneficio di medici, infermieri, autisti-soccorritori, alla inedita valorizzazione di ruolo dell’autista-soccorritore.
Mi auguro, pertanto, che il Governo possa procedere serenamente e rapidamente sulla strada avviata, che trova la condivisione e rispecchia le aspettative delle decine di migliaia di operatori dei Servizi di Emergenza Territoriale “118” italiani che tutti i giorni prestano con coraggio ed abnegazione la propria opera fattiva (e non teorica) a tutela dei cittadini, anche nelle attuali condizioni di disagio, senza alcuna velleità speculativa ma solo con l’intento di fornire la migliore prestazione possibile al cittadino, suo consimile.
Dott. Fedele Clemente
Past-President della SIS118
Già Direttore del SET-118 del Molise
Già Direttore del D.E.A. di II Liv. della ASReM di Campobasso
11 ottobre 2019
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