Riforma 118. Non dimentichiamoci degli infermieri
di Fabrizio Moggia
11 OTT -
Gentile Direttore,
come Associazione degli Infermieri di Area Critica (Aniarti), non possiamo che auspicare un intervento sul Sistema di Emergenza Territoriale 118 a 25 anni dalla sua istituzione, sperando che la
mozione 1-00175 proposta dal Movimento 5 Stelle possa aprire un sano e costruttivo confronto. Ogni possibile riforma deve essere discussa con tutte le professioni coinvolte, ma non più in una logica di modello patriarcale in cui solo alcuni detengono la competenza per determinare i cambiamenti.
Gli infermieri sono una componente essenziale del Sistema di Emergenza e ne determinano in larga parte gli standard di garanzia per il cittadino. Abbiamo la necessità di intraprendere percorsi virtuosi di confronto concreto nei tavoli tecnico-politici preposti, ma è imprescindibile accettare l’idea della coevoluzione delle professioni. E’ auspicabile una riforma che prenda atto delle nuove tecnologie che supportano il soccorso, o di nuovi standard, ma ricordiamo che le riforme devono essere dei provvedimenti che realizzano dei rinnovamenti profondi, devono avere una visione futura, devono accogliere le nuove esigenze sociosanitarie, l’evoluzione scientifica, tecnologica, dell’organizzazione del lavoro e delle competenze che si evolvono per tutte le professioni. Non esistono ruoli, competenze, responsabilità definite una volta per tutte e per sempre.
Ci spiace leggere in questo dibattito il continuo ripetersi della frase che “il dirigente medico debba riprendersi il ruolo centrale nel Sistema Sanitario Nazionale, funzione non delegabile”, come se gli infermieri (in questo caso di Area Critica) volessero sostituirsi ad un altro professionista. Aniarti chiede a gran voce il riconoscimento del percorso di crescita professionale degli infermieri che è avvenuto e sta avvenendo nel pieno rispetto delle responsabilità di ogni professione. I cittadini ne sono, ormai da tempo, consapevoli.
La mozione proposta dai parlamentari del Movimento 5 Stelle può essere un buon inizio, non per riproporre il D.M. 70/2015 come base di una riforma, ma semmai per avviare una riflessione tra pari con l’apporto di tutte le società scientifiche e le comunità professionali. E’ questo che ci si aspetta dalla Politica (la maiuscola è voluta): programmare per il futuro.
Fabrizio Moggia
Presidente Aniarti
11 ottobre 2019
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