HIV/Aids. Se ad alimentare lo stigma è il personale sanitario
di Margherita Errico
15 LUG -
Gentile Direttore,
è di
due giorni fa il caso di una persona che si è presentata al pronto soccorso dell’Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria per un mal di testa e che è uscito dal reparto di malattie infettive con un’anamnesi discriminatoria e pregiudizievole. In Italia è vero che l’omosessualità non è legalmente depatologizzata motivo per cui all’anagrafica sanitaria si può consentire la raccolta di dati sensibili ininfluenti e privati soprattutto in presenza di personale sanitario ancora aderente a questa “scuola di pensiero”.
L’OMS (l’organizzazione mondiale della sanità) ha cancellato questo criterio dalla lista delle malattie mentali nel 1990 mentre in Italia la situazione è ancora a questo punto. Ma ancora più deplorevole è il fatto che in base a questo dato personale sia stato proposto il test per l’HIV senza quindi nessuna base scientifica che correlasse sintomatologia e necessità di esecuzione del test. Il proprio orientamento di genere non costituisce scientificamente fattore di rischio bensì sono i comportamenti sessuali non protetti a dover suggerire ai medici la possibilità di eseguire il test dell’HIV.
Questo episodio non fa altro che confermare la ricerca socio-scientifica, sostenuta dal Ministero della Salute, fatta in Italia nel 2011 dal titolo “
Stigma: discriminazioni socialmente trasmissibili” condotta da NPS Italia Onlus, dall’Università di Psicologia Applicata di Padova e dalle associazioni di lotta all’Aids, in cui si afferma che le maggiori discriminazioni verso le persone con Hiv provengono dal settore socio-sanitario.
Se solo venisse applicato l’attuale PNAIDS (Piano Nazionale AIDS) che prevede un capitolo specifico, nel quale abbiamo personalmente lavorato come NPS Italia Onlus, dal titolo “
La formazione degli Operatori coinvolti nella realizzazione delle attività del PNAIDS” avremmo già un inizio di lavoro che per ora aspetta di essere messo in pratica; non è possibile che le competenze che abbiamo messo a servizio della comunità e che hanno prodotto documenti operativi come questo restino chiusi nei cassetti degli uffici ministeriali.
È anche di questi giorni la notizia che uno stabilimento balneare della provincia di Bari ha rifiutato gli ospiti della casa alloggio per persone con HIV/Aids Raggio di Sole ai quali è andato tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà di lotta allo stigma; la questione è ruotata intorno ad argomentazioni pregiudizievoli per cui la condizione sierologica è legata a un immaginario tipico degli anni ’80. Tutto ciò è sintomo di un clima generale mal disposto verso le persone con HIV, causato dalla totale disinformazione prodotta dal silenzio intorno a questa patologia di cui non si parla più in termini di attualità scientifica.
Dagli anni ’80 ad oggi i cambiamenti e i successi sono stati unici e impareggiabili tanto che ora che le persone con HIV hanno un’aspettanza di vita pari alle persone sane; inoltre le persone in cura aderenti alla terapia antiretrovirale (ovvero le persone che si curano regolarmente) non trasmettono più il virus dell’HIV secondo il principio oggi definito U=U ovvero non rilevabile= non trasmissibile.
Per concludere in Italia abbiamo una legge che ci tutela la 135/90 e che all’art. 5 comma 1 recita “
gli operatori sanitari che, nell'esercizio della loro professione, vengano a conoscenza di un caso di AIDS, ovvero di un caso di infezione da HIV, anche non accompagnato da stato morboso, sono tenuti a prestare la necessaria assistenza adottando tutte le misure occorrenti per la tutela della riservatezza della persona assistita” e che in casi come questo viene puntualmente disattesa.
Porteremo questi casi all’attenzione della Ministra nell’ambito dei compiti assegnati al CTS gruppo M sezione del volontariato lotta all’Aids, per concordare un’azione congiunta di intervento contro questi casi di discriminazione.
Dott.ssa Margherita Errico
Presidente di NPS Italia Onlus
15 luglio 2019
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001
Sede legale e operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari
Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013
Riproduzione riservata.
Policy privacy