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La Fnomceo al capezzale della medicina morente? Niente affatto

di Ornella Mancin, Presidente Fondazione Ars Medica OMCeO Venezia

17 GIU - Gentile Direttore,
da una lettura attenta degli avvenimenti accorsi in questa settimana non posso che rilevare con estremo piacere due importanti risultati politici ottenuti dalla Fnomceo.
Il primo è stato l'incontro con la ministra Stefani che in tema di autonomia regionale ha rassicurato l'esecutivo della Fnomceo affermando che il “Ssn rimarrà nazionale e solidale” garantendo come questo “sia stato solo un primo incontro, che certo non esaurirà il percorso di partecipazione alla riforma delle autonomie”.

Il secondo è stato l'incontro avvenuto nella sede della FNOMCeO con il ministro della Salute Giulia Grillo che con la sua presenza alla presentazione di una indagine sulla violenza contro i medici ha voluto segnare la sua vicinanza e il suo impegno per creare le condizioni necessarie affinché i professionisti della sanità possano lavorare in sicurezza e serenità tramite Leggi e provvedimenti adeguati.
 
Questi due eventi hanno a mio avviso un valore culturale e politico notevole se si tiene conto di quanto poco o nulla sia stata considerata la professione medica dalla politica negli ultimi decenni. Bisogna dare atto al presidente Anelli che sta veramente imprimendo alla Fnomceo e a tutta la professione quel “cambio di passo” che ha fortemente voluto e dichiarato al suo insediamento.
La sua presenza costante e precisa su tutti i temi scottanti che viviamo come medici (la carenza di medici specialisti, il rischio di un esodo verso l'estero dei nostri giovani colleghi, le aggressioni ai sanitari, la perdita di autonomia e di prestigio della professione, il richiamo alla solidarietà contro spinte autonomiste che potrebbero penalizzare i più deboli e il dovere di cura senza distinzioni di sesso e razza), sta rafforzando il ruolo della FNOMCeO facendo finalmente sentire ai medici che c'è qualcuno di autorevole che si sta occupando dei loro problemi e sta lavorando sodo per risolverli.
Il cammino non sarà facile, ma nulla si ottiene senza fatica ed impegno e qualche frutto si sta vedendo.
 
In questo momento quindi, in cui finalmente la professione sembra aver qualche possibilità di riscossa anche grazie allo straordinario percorso messo in atto con gli Stati Generali che si propongo addirittura di definire un nuovo medico e una nuova medicina per il futuro, suonano alquanto stonate e fuori posto le parole del dr. Polillo che sulle pagine di questo giornale paragona la Fnomceo a un “prete caritatevole al letto del paziente, ormai senza speranze”. Prosegue Polillo raccontando di “dottori convenuti al capezzale (che) hanno a lungo argomentato sulle cause remote e prossime della malattia che ha aggredito la professione”, di “eruditi nei diversi saperi, dalla sociologia all'economia” a cui sarebbe stata offerta “una piccola luce per rischiarare l'incerto orizzonte”; il tutto, prosegue, “senza incidere per nulla sul decorso della malattia che ormai ha consumato il corpo esangue della medicina”.
 
L'immagine del malato morente se pur molto evocativa e per certi versi condivisibile, è utilizzata nel suo scritto in maniera sprezzante e per certi versi offensiva di quanti si stanno adoperando per far emergere la crisi del medico e della medicina e per trovare delle soluzioni.
C'è una professione agonizzante ma di certo se n'erano accorti in pochi se è vero che fino a poco più di un anno fa la crisi era negata. E solo grazie al coraggio del Presidente Anelli che la questione medica è emersa in tutta la sua potenza e ora si riconosce la crisi.
 
Capirne le cause non è certo “un argomentare inutile e volto a dare una piccola luce agli insigni studiosi” come ironizza il Dottor Pollilo.
In medicina non esiste alcuna terapia senza una diagnosi chiara e chiunque faccia il medico lo sa bene.
Adesso sembra chiaro a molti che il paziente è grave e che si fa?
Si lascia morire o si fa il possibile per salvarlo?
Io non vedo preti caritatevoli o dottori che argomentano senza motivo.
Vedo gente agguerrita che tenta con tutte le forze di salvare la medicina e la professione resa succube da politiche sorde e vuote prive di un disegno lungimirante.
Che si dovrebbe fare secondo il dr. Polillo?
Nessuno dice che il percorso degli Stati Generali sia semplice, né che sia scontato ma non si cambia lamentandosi ma rimboccandosi le mani per dare il proprio contributo. Sono sicura che anche il dr Polillo lo può fare se solo lo desidera.
Gli Stati Generali sono un percorso aperto a chiunque voglia contribuire.
A Venezia ci stiamo lavorando coinvolgendo i colleghi che sono impregnati di quella “pratica di strada “di cui parla nell'articolo convinti che chiunque può e deve contribuire.
Che vuole il Dr Polilo una qualche investitura ufficiale per occuparsene?
Stupisce inoltre che il dr. Polillo si trovi in sintonia con il dr. Panti riconoscendogli solo ora una “freschezza di pensiero” riformista che data la sua lunga storia ordinistica e sindacale suona quasi come una sconfessione totale del suo operato.
Mi auguro che il dr. Pollilo possa ritrovare un po' di serenità intellettuale per contribuire al miglioramento della nostra professione lungo lo straordinario percorso degli Stati Generali riconoscendone la valenza innovativa e propositiva.
 
 
Ornella Mancin
Presidente Fondazione Ars Medica
OMCeO Venezia
 

17 giugno 2019
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