Ordine Tsrm Pstrp. Trasparenza e partecipazione nel maxi-ordine sono il problema e la soluzione
di Antonio Alemanno
04 MAR -
Gentile Direttore,
intorno al Maxi-ordine si assiste a due movimenti contrapposti: da una parte le celebrazioni istituzionali e dall’altro una critica crescente su pagine Facebook dedicate. Ma cosa c’è che non va nell’Ordine TSRM PSTRP? Iniziamo dall’acronimo, illeggibile per la cittadinanza ma chiaro alle altre professioni: l’ordine è dei tecnici di radiologia e, solo dopo, delle altre professioni afferenti.
Ai tecnici di radiologia non è stato mai chiesto parere in merito, ma qualcuno risponderà che in una democrazia rappresentativa il Comitato centrale ha deciso per tutti. Altri diranno che la trasformazione dei tre collegi in ordini era l’unico modo per completare la riforma delle professioni sanitarie di cui alla Legge n.43/2006. Quando però il giorno dopo si è permesso ai fisioterapisti di avere il quarto ordine, la Legge Lorenzin aveva già preso il largo senza nessuna protesta del Presidente della Federazione nazionale Collegi TSRM. All’ordine tecnici di radiologia&co. è pur sempre garantita per diversi anni la gestione di milioni di euro, con buona pace degli slogan sui social antagonisti: “Sì agli Albi, No agli Ordini”. Quasi a voler dire come sia difficile sentirsi tutti rappresentati in un ente opaco per definizione, con aree trasparenza medioevali e regolamenti di rimborsi spese ancora in divenire.
Comunque sia, al Ministero della Salute non è forse sembrato vero che problemi mai risolti di 19 professioni potessero spostarsi di colpo nei consigli direttivi provinciali! Un esempio per tutti è quello dei massofisioterapisti con laurea in fisioterapia, dove è dovuto intervenire il MIUR per fare chiarezza sulla validità del titolo.
E così mentre quando eravamo presidenti di collegio l’iscrizione dei tecnici di radiologia era operazione semplice e diretta, oggi i consigli direttivi sottostanno per legge al parere di terzi non eletti: le associazioni maggiormente rappresentative, modo di dire per riferirsi alle associazioni professionali e non certo ai rappresentanti della maggioranza degli iscritti. Per cui, ogni qualvolta una associazione blocca la domanda di un iscritto, l’ordine è impotente rispetto al processo. Un po' come è successo quando l’intera procedura di iscrizione è stata gestita da una piattaforma informatica nazionale, altro elemento non gestibile localmente, piuttosto che da quanto previsto un tempo dalla legge sugli ordini e collegi.
Cosa fare? Occorre recuperare il massimo della partecipazione degli iscritti e sperimentare sul campo se questo ordine funziona. Occorre dunque fissare degli indicatori di risultato da monitorare nel tempo: progetti per la cittadinanza, lotta all’abusivismo, mantenimento di una retribuzione oraria di dignità, partecipazione dei professionisti alle assemblee, numero di interazioni positive annue tra iscritti e ordine, grado di trasparenza amministrativa, rapporto tra risorse economiche introitate e spese in progetti, etc…
In tale contesto, la Federazione nazionale Ordini TSRM PSTRP, si guarda bene dal qualificare i presidenti. Sono stati svolti corsi per segretari, tesorieri, CTU, commissari di laurea, venipuntori, etc… ma mai uno corso che spiegasse ai presidenti cos’è una pubblica amministrazione e come deve essere gestita secondo i principi di imparzialità, trasparenza ed equità. È così è passata la polizza assicurativa obbligatoria poi cassata dal TAR, è così che un bilancio previsionale di un ordine non è stato approvato, è così che –quando i professionisti neoiscritti lo capiranno- molte Aree Trasparenza salteranno.
Concludendo, trasparenza e partecipazione nel maxi-ordine sono contemporaneamente il problema e la soluzione.
La seconda però, la soluzione, è tutta ancora da sperimentare.
Antonio Alemanno
Presidente Ordine TSRM PSTRP Foggia
04 marzo 2019
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