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Applicazione da “ordinificio” della legge Lorenzin?

di Calogero Spada

10 DIC - Gentile direttore,
analogamente a quanto accaduto per la nota assicurativa della Italiana Assicurazioni del 15 ottobre scorso , il 7 dicembre è stata divulgata una nota della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche FNOPI, nel medesimo merito del decreto ministeriale 10/08/2018 concernente la “Determinazione degli standard di sicurezza ed impiego per le apparecchiature di risonanza magnetica”.
 
E, del tutto similmente al “decreto assicurativo” ed alle posizioni espresse dall’ordine TSRM PSTRP, questa nota dell’ordine delle professioni infermieristiche, se da una parte descrive le conquiste che le stesse (rappresentanti la parte più numerosa ed avanguardista delle professioni) hanno conquistato nell’ultimo ventennio, grazie anche al famoso “trittico” normativo n. 42/99, n. 251/00 e n. 43/06 , dall’altra dispone ai propri iscritti, nonché (addirittura) alle Aziende Sanitarie una stretta aderenza alle prescrizioni di tale decreto “così come espressamente indicato”.
 
Ora, ad una inversione di tendenza formale, stigmatizzabile nella (fumosa, in questo caso) formula “Ferme restando le competenze previste dalla normativa vigente per i diversi operatori sanitari coinvolti nell’esecuzione dell’esame” , formula fino a poco fa utilizzata a garanzia delle posizioni della “classe” medica, ove pure si riscontra un assai collaudato errore di ambiguità (forse non casuale, quindi, trattandosi di un decreto ministeriale) di descrizione del professionista sanitario come un “operatore”, ossia come altra categoria, corrisponde una inversione di tendenza evolutiva, in quanto pur ammettendo un “ragionamento del tutto disancorato dalla prassi clinica assistenziale quotidiana” del testo ministeriale, si raccomanda una aderenza di portamento professionale alle nuove direttive.
 
Volendo, senza troppa fatica, trovare i fattori comuni a questa vicenda che si sta trascinando in maniera fastiodiosamente silenziosa, si riconoscono degli stigmatizzabili atteggiamenti di “obbedienza” ad un dispositivo che, piace ricordarlo, NON ha forza di legge, sia da parte delle istituzioni, ossia gli ordini che principalmente avrebbero come mandato quello di tutelare gli iscritti e attraverso la difesa della professionalità, la collettività; ma anche degli iscritti medesimi: stiamo parlando di 440.000 professionisti sanitari (non “operatori”) iscritti alla FNOPI, cui si devono unire un numero di professionisti da 159.000 a 230.000 (tra stime Cogeaps ed ISTAT) del mega ordine TSRM PSTRP, che insieme farebbero un impressionante numero di più di mezzo milione di professionisti, a fronte di meno di 300 mila medici che invece, quando vogliono, non soltanto fanno paralizzare il paese già dal giorno prima di un annunciato sciopero, ma il giorno dopo già ottengono quanto rivendicato, a volte senza nemmeno mettere in atto l’agitazione stessa.
 
Cosa si può commentare quindi? A parte un reale, effettivo letargo intellettuale in cui la società in generale stia effettivamente sprofondando, contestualizzato da tale atteggiamento ossequente degli ordini e dei professionisti, non si può non addebitare questo ingenerato caos (dobbiamo ricordare che l’unica concreta opposizione è tuttora quella di un ricorso al TAR di una ditta costruttrice, che pure ha temporaneamente bloccato l’atto amministrativo de quo) a chi è in capo al Ministero della Salute, i cui scopi non potrebbero essere più manifesti: una restaurazione pro-dominanza medica.
 
Quindi dopo i “diplomifici” universitari (lauree triennali apparentemente incapaci di tenere il confronto con quelle del c.d. vecchio ordinamento) ed il buco nero dei “creditifici” in cui l’ECM con la sua Commissione Nazionale è sprofondata, stiamo adesso assistendo ad una applicazione da “ordinificio” (istituzioni con grande pompa, grande economia, ma insignificante importanza) della legge 11 gennaio 2018 n. 3.
 
Dr. Calogero Spada
Dottore Magistrale
Specialista TSRM in Neuroradiologia


10 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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