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Mmg. Sigm: “Non basta continuare a parlare di carenza. Si affronti riorganizzazione Cure Primarie”


03 OTT - Gentile Direttore,
dopo aver assistito a mezzo stampa, nelle ultime settimane e fino ai giorni scorsi, a comunicati, proclami e discutibili proposte sul tema, abbiamo ritenuto opportuno entrare nel dibattito che riguarda la tanto citata carenza di MMG, alla base della quale sembrerebbe esserci il massiccio pensionamento cui andrà incontro una grossa fetta degli attuali MMG in servizio.

Per capire se tale carenza sia così consistente e per stabilire quale sarà il fabbisogno di MMG nel futuro prossimo, bisogna non solo fotografare la situazione attuale (quanti medici sono ancora in attesa di entrare nella Medicina Generale, quanti stanno per uscire, e quanti si stanno formando), ma anche valutare quale sarà il modello futuro di Cure Primarie che si vorrà adottare in Italia, perché in base a queste scelte potrebbe cambiare il numero di professionisti necessari nel settore.
 
Riteniamo che gli studi condotti finora sullo stato di carenza dei MMG (che hanno preso in esame i dati relativi al numero di pensionamenti ricavati dall’ENPAM, la produzione di neo-diplomati in MG ed il numero di iscritti nelle Graduatorie Regionali di Assistenza Primaria a livello nazionale) presentino alcune criticità, quali la mancanza di una visione globale delle Cure Primarie, e di una visione nazionale che unisca i dati risultanti da ogni singola regione.
Negli studi precedenti, inoltre, non vengono considerati ulteriori aspetti dinamici relativi ad una possibile riorganizzazione delle Cure Primarie e ai nuovi bisogni di salute della popolazione.

È, infatti, in corso una transizione demografica, epidemiologica e sociale, caratterizzata da:
- invecchiamento della popolazione;
- aumento della prevalenza di patologie croniche e multimorbidità;
- impoverimento delle reti sociali con il conseguente carico assistenziale sui care – givers. 
 
Ma, a fronte dei cambiamenti che stanno investendo il sistema paese e che stanno modificando i bisogni di salute della popolazione, poco o nulla è cambiato nell’organizzazione dell’Assistenza Sanitaria Primaria rispetto al 1978, anno in cui sono nati il SSN e il Medico di Medicina Generale successivamente affiancato dal medico di Continuità Assistenziale.

Appare, quindi, necessaria e non più procrastinabile una riforma di tutto il sistema delle Cure Primarie e, in base ad essa, un’analisi più approfondita (che non tenga conto solo del numero dei pensionamenti) di quello che sarà il reale panorama futuro, al fine di stimare per tempo la reale necessità di MMG da formare.
 
In uno scenario come quello attuale, il sistema delle Cure Primarie dovrà assumere un ruolo centrale assolvendo funzioni di:
- coordinamento delle cure e dell’assistenza socio-sanitaria territoriale;
- approccio proattivo ed empowerment del paziente e dei care – givers;
- presa in carico globale e integrata della persona;
- prevenzione delle malattie e promozione della salute.
 
In questo contesto, il Medico di Medicina Generale è una figura centrale quale coordinatore dell’assistenza sanitaria primaria.
Sebbene tale cambiamento sia stato invocato a più riprese dall’OMS (Alma Ata 1978, World Health Report 2008), e nonostante l’art. 3 della Legge Balduzzi, n.158 del 13 settembre 2012, preveda l’istituzione del ruolo unico di Cure Primarie, in Italia la Medicina Generale rimane ancorata a dinamiche di stampo mutualista, frammentata tra Assistenza Primaria e Continuità Assistenziale ed incapace di dar luogo al cambiamento strutturale e culturale necessario per rispondere ai bisogni di salute della popolazione.
 
In previsione, dunque, dello scenario epidemiologico, demografico e sociale che si prospetta nei prossimi decenni, il solo aumento delle borse destinate alla FSMG non sarà sufficiente a rispondere alla carenza del prossimo futuro se non accompagnato da un reale rinnovamento del sistema di Cure Primarie e dell’impianto culturale della Medicina Generale.

Crediamo pertanto che, insieme alla doverosa ricerca di soluzioni tampone atte a fronteggiare l’attuale carenza, sia necessario e urgente investire nella Formazione dei futuri MMG migliorandone la qualità al fine di generare Professionisti capaci di contribuire al rinnovamento ed alla riorganizzazione delle Cure Primarie.
 
A tal fine proponiamo:
- l’attuazione di quanto previsto dalla legge Balduzzi circa la riorganizzazione delle Cure Primarie;
- la produzione di decreti che mirino alla riforma dell’assistenza territoriale al pari di quanto avvenuto sull’assistenza ospedaliera con il DM 70/2015;
- la stima del reale fabbisogno di MMG in base alla possibile riorganizzazione del sistema di Cure Primarie;
- l’istituzione di una Scuola di Specializzazione in Medicina Generale, di Comunità e Cure primarie.

S.I.G.M. Segretariato Italiano Giovani Medici
S.I.Me.G Dipartimento della Medicina Generale


03 ottobre 2018
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