Per risollevare la Sanità pubblica al Sud scegliamo i dirigenti migliori
di Elisa Petrone
23 APR -
Gentile direttore,
il
rapporto OsservaSalute 2017 ci mette ancora una volta di fronte all’enorme divario tra Nord e Sud in tema di sanità pubblica e di servizi ai cittadini, nonché in tema di qualità gestionale e operativa del sistema sanitario. Da anni la sezione Fedir di Fedirets, primo sindacato autonomo della dirigenza tecnico/amministrativa del SSN, quasi in solitudine, denuncia ciò che accade in Sanità rispetto alle nomine di dirigenti apicali, specie se esterni e di direttori generali scelti dalla mala politica e fortemente influenzati da questa. Al Sud la situazione peggiora perché come sappiamo la politica è spesso plagiata dalla criminalità organizzata, come dimostrano numerose inchieste.
In regioni dove la qualità della vita è molto bassa e dove i giovani vanno via per le condizioni di forte crisi economica, il settore più redditizio su cui la longa manus della mafia arriva è proprio quello pubblico ed in particolare in Sanità, dove appalti, lavori ed incarichi hanno cifre a sei zeri.
Per rendere possibile questo è necessario però mettere i propri uomini al comando e così, con il balletto incontrollato delle nomine ad amici e parenti o amici degli amici la Sanità è arrivata al collasso.
È incredibile infatti che ogni cittadino del Sud debba sperare di non ammalarsi, per non dover scappare da quelle regioni e quindi spendere il doppio per la propria salute.
È incredibile sapere che ci sono presidi ospedalieri in cui non funziona nemmeno la Tac e dove si fa fatica a fronteggiare le emergenze con il 118. Ma in tutto questo non mancano incarichi, consulenze, nomine a chi non ha titoli ed adeguata professionalità. Tutte le volte che abbiamo denunciato queste cose, abbiamo scritto prima a governatori e commissari straordinari, e in alcuni casi non ci sono state né risposte né provvedimenti. E perché il federalismo sanitario è fallito? Chi controlla i controllori?
Uno dei rimedi principali, allora, parte proprio da selezioni effettivamente meritocratiche della classe dirigente, basate su trasparenza e imparzialità. Chi denuncia illeciti non può essere emarginato, con azioni di mobbing, ma va premiato per aver difeso la sanità pubblica che è di tutti i cittadini.
Elisa Petrone
Segretario generale Fedir
23 aprile 2018
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