Aggressioni ai sanitari. Colleghi svegliamoci, è ora di denunciare e agire
di Mirka Cocconcelli
26 SET -
Gentile Direttore,
intervengo sulla violenza nei confronti dei sanitari perché sono stanca delle parole e delle finte promesse, quello che pretendo sono i fatti, perché se avessi voluto solo parole, mi sarei comprata un dizionario! Ancora l’ennesima gravissima aggressione nei confronti di sanitari in servizio, colpevoli unicamente di svolgere con professionalità ed abnegazione il proprio dovere, in condizioni quanto mai precarie.
La mia piena solidarietà a tutti i colleghi/e in servizio presso le strutture ospedaliere pubbliche e private che ogni giorno mettono a repentaglio la propria salute, in condizioni di servizio pessime.
Purtroppo, con la sola solidarietà non si risolvono i problemi e, quindi, denunzio con forza la inadeguata protezione nei confronti di medici e infermieri, rei solo di svolgere il proprio lavoro in prima linea, a fronte di carenze strutturali che la politica continua ad ignorare fino al prossimo medico stuprato/a o uccisa/o. La questione non è SE avverrà, ma QUANDO avverrà!
A parte la solita prosopopea ed i soliti proclami, i nostri politici vedono, sentono e parlano, purtroppo però, vedono male, sentono poco e parlano troppo, senza trovare soluzioni ai problemi e nulla è più demoralizzante delle chiacchiere!
I politici ed i Direttori generali sono cintura nera di bla.bla.bla e non vale più la pena di perdere tempo a discutere con i chiacchieroni: ”La parola ce l’hanno tutti il buonsenso (perché di buonsenso si tratta) solo pochi!”(
Catone il censore).
Ribadisco che se ci preme la nostra salute psico-fisica è obbligatorio smettere di piangerci addosso ed adottare una tecnica difensiva basata sulla tattica e sulla strategia.
Occorrono interventi urgenti per assicurare la giusta serenità e sicurezza a chi tutela la salute pubblica ed è indispensabile accendere i riflettori per far conoscere ai cittadini il disagio del personale sanitario rispetto alle carenze di sicurezza, di organico, strutturali e organizzative delle strutture sanitarie, come denunciato ad inizio gennaio 2017 dal Sindacato Medici Italiani.
Non è più accettabile che il personale sanitario sia considerato il parafulmine di violenti e delinquenti comuni.
Queste reiterate violenze nei confronti del personale sanitario non possono rimanere senza risposta da parte di coloro che hanno il dovere istituzionale di proteggere un lavoro svolto in condizioni che peggiorano giorno dopo giorno.
Da un sondaggio della FIMMG, riportato da
La Nazione il 22 maggio 2017, si evince che le aggressioni ai sanitari sono in aumento ed emerge una realtà inquietante.
Su 2.400 dottori intervistati durante il servizio di guardia notturna, il 13% ha subito minacce a mano armata, il 90% è stato vittima di atti di violenza, il 64% ha ricevuto minacce verbali, il 22% percosse, l'11% atti vandalici, ma solo il 13% dei dottori decide di denunciare. Male, malissimo è giunto il momento di iniziare a denunciare, sempre e comunque, per arginare questa inquietante spirale di violenza che vede come vittime tutti i sanitari.
Sarebbe opportuno che chi presiede la sanità locale, regionale e nazionale si “scantasse” e agisse concretamente invece di offrire la solita inutile e sterile solidarietà, perché non è un caso che la violenza si scateni nelle aree di emergenza, con personale sanitario, presente h 24, che sconta le criticità del territorio.
Colleghi, è improcrastinabilerialzare la testa ed iniziare a denunciare (per iscritto alla Direzione sanitaria ed alle Procure!!!) le carenze strutturali-organizzative, in quanto i magistrati della Suprema Corte hanno evidenziato che è obbligatorio da parte del datore di lavoro (in questo caso l'ASL o AO) garantire la tutela della salute psico-fisica dei propri dipendenti e collaboratori in base all' art.2087 del Codice Civile:
“L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Non solo, anche il nostro Codice deontologico ribadisce il concetto
all' Art.70, comma 1:“
Il medico dipendente o convenzionato deve esigere da parte della struttura in cui opera ogni garanzia affinché le modalità del suo impegno non incidano negativamente sulla qualità e l’equità delle prestazioni nonché sul rispetto delle norme deontologiche. Il medico deve altresì esigere che gli ambienti di lavoro siano decorosi e adeguatamente attrezzati nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa compresi quelli di sicurezza ambientale.
Il medico non deve assumere impegni professionali che comportino eccessi di prestazioni tali da pregiudicare la qualità della sua opera professionale e la sicurezza del malato”.
In aggiunta alle denunce circostanziate, quello che il personale sanitario deve pretendere è:
- implementare la video sorveglianza interna e perimetrale nei nosocomi cittadini/guardie mediche e case della salute,
- adottare pulsanti di chiamata di emergenza diretta alla Sala Controllo Vigilanza e/o al posto di polizia e collocati anche nelle guardiole dei Reparti e presso i PS,
- presenza di una Guardia Giurata h 24 presso PS e luoghi dell’emergenza/urgenza e mai fare turni di guardia “in solitario”,
- valutare interventi edilizi strutturali appositi nelle aree dell'emergenza, per mettere in sicurezza gli operatori.
Per ripristinare un clima di fiducia e di rispetto
tra operatori e pazienti è indispensabile il coinvolgimenti di tutti: della politica, che organizzi finalmente un piano di assistenza organico, adeguandolo al nuovo quadro socio-culturale del paese; dei media, che non colpevolizzino, sempre e comunque, noi sanitari, proprio nei momenti di massima crisi; dei pazienti, che sappiano apprezzare il bene prezioso del nostro welfare e i suoi eccellenti operatori.
Su la testa, colleghi/e è giunta l’ora di denunciare ed agire!
Dr.ssa Mirka Cocconcelli
Chirurgo ortopedico
26 settembre 2017
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