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Chiropratici. Anche noi vogliamo lo stralcio del ddl Lorenzin

di John G. Williams

15 GIU - Gentile Direttore,
ho letto con attenzione la lettera del Presidente della Simfer, Dott. Paolo Boldrini e della Fadoi Andrea Fontanelli, pubblicata su Quotidiano Sanità lo scorso 10 giugno. Per la prima volta, mi trovo d’accordo con le tesi espresse, anche se per ragioni del tutto opposte. Per come è stato stravolto il DDL 1324 durante il suo passaggio alla Commissione Sanità del Senato, anche l’Associazione Italiana Chiropratici (AIC) chiede lo stralcio della chiropratica dallo stesso, ma per motivi completamente diversi da quelli citati dalla Simfer e dalla Fadoi.

L’articolo 5 parla di un riconoscimento della chiropratica come professione sanitaria tecnica con riferimento alla legge 43/2006, quando, la chiropratica è già riconosciuta come professione sanitaria di grado primario dalla Legge 244 del 21 dicembre 2007 che richiede una Laurea Magistrale per iscriversi nel registro dei chiropratici. La Legge avrebbe dovuto essere attuata dal Decreto Ministeriale entro 6 mesi dall’entrata in vigore (1° gennaio 2008), ma la disinformazione attuata dalle organizzazioni “concorrenti” sulla chiropratica ha contribuito a creare ulteriore confusione.

La chiropratica, infatti, continua erroneamente ad essere abbinata all'osteopatia, come se fossero due professioni identiche. In realtà, e sia detto con rispetto verso i colleghi osteopati, la chiropratica ha origini e presupposti diversi. La formazione universitaria dei chiropratici è molto più simile a quella dei medici, sia per la durata degli studi, sia per le materie affrontate nel corso di studi. La chiropratica ha una letteratura internazionale di primo livello; ricerche che evidenziano la sua validità professionale e terapeutica circa i problemi neuro-muscolo-scheletrici. Molte ricerche internazionali hanno dimostrato la superiorità della chiropratica in termini di costo-efficacia se confrontata con altri interventi terapeutici più comuni.

A differenza di altre discipline, i chiropratici hanno una formazione che varia dai 5 agli 8 anni di studi universitari a tempo pieno, una pratica e una preparazione scientifica di alto livello.

La chiropratica è nata 123 anni fa, in un’epoca in cui anche la medicina allopatica aveva presupposti teorici empirici, in parte abbandonati. Anche le teorie originali della chiropratica si sono modificate e modernizzate nel tempo. A dimostrazione del prestigio che gode la chiropratica e anche del rispetto reciproco dovuto tra professionisti seri, segnalo che il direttore dello staff medico per le squadre olimpiche USA a Rio de Janeiro, era il Dr. Bill Moreau, cioè un chiropratico. La chiropratica è capace di apportare ingenti risparmi alla sanità pubblica, ed è riconosciuta in più di 40 nazioni nel mondo, di cui 16 in Europa.
 
Come si fa dunque a dire che la chiropratica non ha una sua cultura scientifica? Se ci riferisce alla cultura medica basata sul sintomo, che applica cioè una manipolazione nell’area sintomatica con l’intenzione di attenuare momentaneamente il dolore, allora si, lo ammettiamo, non è quella la nostra cultura. La chiropratica è una professione sanitaria che si occupa di salute. Una disciplina che indaga il paziente a 360 gradi e non si basa solamente sui sintomi per stabilire una diagnosi e una cura. E' proprio questa la differenza tra i chiropratici e i medici.

C'è chi vorrebbe togliere alla nostra categoria il diritto - dovere di diagnosi (parlo di diagnosi funzionale, non di malattie) per puri motivi di mercato. Se non fosse così, non si capisce perché continuano ad ignorare la realtà professionale, formativa, e legislativa della professione chiropratica in Europa e nel mondo.

Declassare una professione scientificamente valida non è degno di un grande paese come Italia, e io ho fiducia che il Parlamento sarà capace di non soccombere agli interessi di potenti lobbies che puntano a monopolizzare la sanità pubblica eliminando la libertà dei pazienti su come scegliere rispetto alla propria salute.
 
Dr. John G. Williams
Presidente Associazione italiana Chiropratici


15 giugno 2017
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