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Ttip e Brexit. Quali rischi per la sanità?

di Mariano Cherubini e Dario Bossi

14 LUG - Gentile Direttore,
il surplus commerciale della Germania, il rapporto debito/pil in alcuni paesi europei, gli ostacoli pregressi al commercio (sanzioni) e recenti, che potrebbero derivare dalla Brexit, portano alcuni a riconsiderare il trattato transatlantico (TTIP).

Questo trattato, che segue al CETA con il Canada, poco noto ai cittadini europei, per la riservatezza che lo caratterizza, riguarderebbe ipotesi di accordi su temi commerciali, ambientali, sanitari, sociali, infrastrutturali, di tutela, con l’obiettivo finale di limitare o ridurre le barriere USA/EU.

Alcuni aspetti potrebbero interessare argomenti in studio. Le norme di sicurezza alimentare oggi appaiono più consistenti in Europa, per la rinuncia a trattamenti ormonali, antibiotici, a lavaggi medicati, ecc.. In Europa di regola non sono inclusi prodotti OGM. Vengono mantenute le tipicità di produzione in aree geografiche, come IGP (indicazioni geografiche protette) e DOP (denominazione di origine protetta), viene etichettato il prodotto alimentare. In campo energetico sono prospettate riduzione delle combustioni, aumento delle rinnovabili, limitazione di emissioni da gas serra. Riciclo, riuso, riutilizzo per i rifiuti e meno inceneritori e discariche. Risulta un minor uso di pesticidi, erbicidi, interferenti endocrini, cibi o bevande obesogene, prodotti confezionati, tabacco e alcoolici… Si prevede, su indicazione della IARC, un minor apporto di carni nell’alimentazione, correlate, se assunte in quantità, a turbe del colon. L’uso del glifosato, riclassificato dalla IARC, è prorogato fino a 31.12.2017. Non altrettanto risulta altrove. Si applica il principio di precauzione, che non è lo stesso della sostanziale equivalenza, adottato negli Stati Uniti (uso di una sostanza consentito fino a prova contraria).

In Usa vi è stata attenzione per BSE, prioni e carne bovina, horsegate, dieselgate, produzione di olio di oliva, quest’ultima base della dieta mediterranea, valutata in ambito cardio-vascolare anche dall’American Heart Association.

Le controversie sono delegate ad arbitrati sovranazionali (ISDS) tra imprese e stati, limitando di fatto i poteri di questi. Si è chiesta l’esclusione di servizi pubblici (acqua, servizi sociali, istruzione, sanità). Proprio in campo sanitario un commentatore della Reuters si chiede: “TTIP will be the end of NHS, are you willing to risk that?” Siete sicuri di non rischiare la fine del Servizio Sanitario? I brevetti dei farmaci potrebbero essere vincolati per un tempo maggiore e potrebbero preferirsi le registrazioni più celeri e più vantaggiose. Potrebbe risultare sovvenzionato anche un servizio sanitario privato. La privatizzazione in medicina potrebbe non tener conto di perdite causate da degenze protratte, costi di tecnologie complesse, assistenza materno-infantile, indice di vecchiaia e speranza di vita alla nascita e degli ultra 65 - valori più elevati in Italia per il maggior benessere-, causando disuguaglianze territoriali e Nord-Sud, favorendo migrazioni e limitando le possibilità della prevenzione sanitaria.

I commentatori della Brexit affermano che oggi gli USA hanno perso un importante alleato nelle trattative con l’Europa, anche se esisterebbe la possibilità di un accordo più limitato USA-UK, che comunque ridurrebbe l’ambizione ad un mercato USA-EU di grandissime proporzioni, principale obiettivo del Trattato Transatlantico. Peccato ci si prefigga l’ allargamento di alcuni mercati, mentre altri si vanno eclissando. Ciò potrebbe non essere utile al pil, ritardando la ripresa e riducendo gli obiettivi in campo sanitario.
 
Prof. Dott. Mariano Cherubini

Docente universitario, Università di Trieste, Presidente ISDE della Regione Friuli Venezia Giulia, Medico Chirurgo, Specialista in Chirurgia e in Urologia
 
Dott. Dario Bossi
Medico Chirurgo, Specialista in Odontoiatria, Presidente ISDE della Provincia di Trieste
ISDE significa: International Society of Doctors for the Environment. 

14 luglio 2016
© Riproduzione riservata

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