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La Calabria e gli psicologi transitati alle Asl

di Mario Sellini (Aupi)

08 GIU - Gentile direttore,
domenica, 5 giugno, il Corriere della Sera, con un articolo a pagina 23, ha riportato all’attenzione nazionale alcuni dei, gravi, problemi che affliggono la Sanità della Regione Calabria. Sono tali e tanti i problemi che un solo articolo certamente non può dare l’idea della gravità della situazione. Gli spazi, obbligatoriamente ristretti di un articolo e la necessaria sintesi dello stesso, non rendono appieno i tanti temi affrontati nell’intervista dal Commissario al Piano di rientro della Regione Calabria, ing. Scura.

Correttamente gli autori dell’articolo hanno messo in rete la registrazione dell’intervista del Commissario e noi siamo andati a recuperarla perché ci premeva conoscere il pensiero dell’ing. Scura in merito alla posizione di 80 Psicologi ex dipendenti della Regione, transitati alle Aziende Sanitarie.
Molto correttamente, il Commissario al Piano di rientro ha evidenziato il fatto che la Regione Calabria, prima, e successivamente le Aziende Sanitarie alle quali questi 80 Psicologi sono stati assegnati, ha assunto Professionisti Sanitari (Psicologi) inquadrandoli erroneamente (sic) tra il personale amministrativo, quando è a tutti evidente che le Aziende Sanitarie della Regione Calabria di tutto hanno bisogno, ma non di personale amministrativo.
 
Ma l’intervista del Commissario non si ferma qui. Giustamente l’ing. Scura fa presente che questi 80 Psicologi, in realtà, ancorché inquadrati (e pagati) come impiegati amministrativi, svolgono, da sempre, le attività sanitarie proprie degli Psicologi. E grazie al loro impegno e abnegazione, molti servizi sanitari delle Aziende, basti pensare alla neuropsichiatria infantile, riescono a garantire le prestazioni richieste dagli utenti. E stiamo parlando di una utenza “debole”, per lo più bambini e le loro famiglie, che non hanno nessuna voce in capitolo.

Eppure le Aziende Sanitarie della Regione Calabria non vogliono riconoscere il ruolo che questi 80 Psicologi svolgono. Si potrebbe addirittura ipotizzare un “illecito arricchimento” da parte delle Aziende considerato che pagano prestazioni proprie dei Dirigenti Sanitari come se si trattasse di pratiche svolte da impiegati amministrativi, con il paradosso che, nello stesso servizio, due Professionisti che svolgono lo stesso lavoro ed erogano le stesse prestazioni sono pagati in modo diverso.

Ma non è solo un problema di carattere economico, seppure importantissimo. Quello che offende è il mancato riconoscimento delle Aziende Sanitarie della professionalità di questi 80 Psicologi  i quali, nelle dotazioni organiche delle ASP, semplicemente non esistono, perché inseriti sotto la voce “impiegati amministrativi”.

Per le Aziende Sanitarie esistono le cartelle cliniche, le diagnosi funzionali, i test, le psicoterapie ecc. ma non esistono i Professionisti che “fanno” tutte queste cose.

Questi 80 Psicologi sono la dimostrazione concreta che non tutti gli operatori della Sanità in Calabria sono imboscati. Ma sono anche la prova che una pessima gestione delle risorse umane, mortifica chi lavora e ha voglia di fare.

Mario Sellini
Segretario Generale AUPI

08 giugno 2016
© Riproduzione riservata

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