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Graduatorie e mobilità per sconfiggere il precariato medico e infermieristico nel Lazio

di Gabriele D’Amata

08 MAG - Gentile direttore,
in merito alla lettera e alle considerazioni del collega in servizio a co.co.co presso il policlinico Umberto I di Roma Dr. Lisi, sullo scorrimento delle graduatorie concorsuali regionali valide e sull’utilizzo delle mobilità per assunzione a tempo indeterminato di personale medico e infermieristico in deroga al blocco del turnover tuttora vigente nel Lazio, desidero fare due mie considerazioni personali:
 
1) La mobilità volontaria regionale e interregionale costituisce da sempre nella pubblica amministrazione un mezzo privilegiato e che per legge precede il bando di nuovi concorsi, sia per motivi meritocratici che per motivi economici. Sfido chiunque a voler dimostrare che un medico o infermiere, che abbia abbandonato la propria regione o provincia e la propria famiglia per avere un posto di ruolo, non abbia diritto ad avere una possibilità privilegiata di poter tornare a tempo indeterminato a casa sua o comunque nelle vicinanze. Ricordo come la mobilità tra aziende sanitarie preveda ormai nella totalità dei casi di sostenere un avviso di mobilità per titoli e colloquio con relativa graduatoria, quindi è una possibilità che comporta comunque la necessità di dover passare una ulteriore selezione e un periodo di prova nella nuova amministrazione. Non mi sembra affatto una via così facilitata e non si comprende come si possa sostenere che l'attivazione della mobilità sia iniqua, quando è prevista per legge e corrisponde a un criterio di meritocrazia, perché indubbiamente un medico o un infermiere a servizio a tempo indeterminato da molti anni dopo aver superato una selezione pubblica ben difficilmente potrà essere incompetente nella sua disciplina.
 
2)     In merito allo scorrimento delle graduatorie concorsuali valide, il collega forse dimentica che in quelle graduatorie giudicate da lui vetuste e superate ci sono molti medici e infermieri precari da numerosi anni nella ASL del Lazio i quali verranno stabilizzati attraverso lo scorrimento delle stesse senza la necessità di dover sostenere un nuovo concorso. Ciò costituirà un mezzo per ridurre il contingente di precari da stabilizzare e favorirà le successive procedure di stabilizzazione del personale precario rimanente  con i relativi concorsi di stabilizzazione
 
Non si comprende onestamente come due Istituti della pubblica amministrazione da sempre giudicati validi e inoppugnabili quali lo scorrimento delle graduatorie e l'attivazione delle mobilità e previsti dalla legge dello Stato Italiano vengano ora additati da molti come pratica di ingiustizia e poco equilibrio.
 Vorrei infine sottolineare come a tutti i colleghi precari del Lazio non sia inibita la possibilità di partecipare a concorsi fuori regione con la possibilità di vincerli ed essere assunti in quelle regioni a tempo indeterminato e poi “tentare” (non si può usare altro termine perché certezze poi non ve ne sono) di rientrare nella propria regione e non ultimo per importanza riavvicinarsi ai propri affetti
 
Dr. Gabriele D’Amata
Medico di ruolo presso USL UMBRIA 1 e idoneo in una graduatoria concorsuale del Lazio

08 maggio 2016
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