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Trasparenza strutture sanitarie? Basterebbe una semplice ‘app’

di Claudio Pagano

02 MAG - Gentile direttore,
a molti sarà capitato di dovere decidere a quale specialista medico o struttura sanitaria rivolgersi per un problema personale o di una persona cara. Si chiede al proprio medico, all’amico, si cerca su internet chi dichiara di occuparsene maggiormente, spesso usando motori di ricerca che guardano più alla logica del profitto da pubblicità piuttosto che ai dati reali. Vi sono attualmente alcune APP che mostrano solo indicatori di qualità clinica con dati pubblicati in maniera non trasparente.
 
I dati reali sul numero di prestazioni effettuate e relative complicanze, vero indice di qualità, sono teoricamente accessibili a tutti presso la propria Regione in quanto dati pubblici. E’ infatti in Regione che vengono inviate  da tutte le strutture sanitarie (pubbliche, accreditate e private) le SDO (Scheda Dimissione Ospedaliera). Nella SDO è possibile estrapolare diagnosi, procedure, giorni di degenza ed eventuali complicanze. E’ obbligatorio per tutti gli ospedali e case di cura inviare le SDO dei pazienti dopo un ricovero, a scopo statistico per le strutture private ed a scopo risarcitorio per le strutture pubbliche ed accreditate.
 
La SDO serve infatti anche a calcolare il DRG, sistema di valutazione economica delle prestazioni importato dagli Stati Uniti più di 15 anni fa. Il DRG valuta il “peso” del ricovero in modo da risarcire adeguatamente chi ha curato patologie impegnative.
 
Il DRG si basa sulla SDO e prende in considerazione complicanze ed eventuali giorni di degenza eccedenti rispetto alla media prevista. Il tutto è progettato in modo da garantire un adeguato compenso alle prestazioni effettuate ed alle eventuali problematiche insorte durante il ricovero.
Così come il ricovero complicato viene remunerato maggiormente, il decesso fa salire il rimborso ancora di più. Per esempio una tracheostomia in un paziente con insufficienza respiratoria rende molto di più rispetto ad una ventilazione assistita; una protesizzazione articolare rende di più rispetto ad una riabilitazione.
 
Una APP che renda facilmente consultabili dall’utenza le reali attività delle strutture porterebbe all’evidenza di tutti dove vengono realmente trattate patologie poco frequenti (e con quali risultati). Inoltre le strutture dedicate ad alcune patologie viste ufficialmente oggigiorno come idonee a far tutto mostrerebbero anche loro le inevitabili lacune in altre patologie.
 
Una semplice “APP” che si interfacci con i dati della Regione porterebbe l’utenza a scegliere le strutture più idonee per numeri e risultati. Si eviterebbe in questo modo che a decidere le strutture competenti sia, come oggi avviene, un risultato di accordi politici o tra “amici” piuttosto che il risultato di reali esigenze. Verrebbe in questo modo premiata l’équipe medica che meglio si adatti alle esigenze. Si creerebbe uno stimolante modello di merito, quello che da troppi anni i politici tanto decantano come libera offerta.
 
La spesa sanitaria inesorabilmente scenderebbe in quanto avremmo una netta diminuzione del numero di ricoveri complicati reali e fittizi. Si ridurrebbero infatti le complicanze reali in quanto i pazienti sarebbero finalmente in grado di scegliere i migliori operatori; inoltre le strutture pubbliche ed accreditate sarebbero meno propense a richiedere rimborsi per complicanze dubbie o inesistenti, pena la perdita della buona visibilità agli occhi dell’utenza.
 
Una APP che mostri i dati reali delle prestazioni delle strutture sarebbe un vero atto di trasparenza tra cittadino ed Istituzioni. Questa applicazione sarebbe già possibile, manca solo la volontà.

Dr. Claudio Pagano
Medico Chirurgo
Dir. Med. I livello U.O. Chirurgia - A.S.S.T. Melegnano e Martesana

02 maggio 2016
© Riproduzione riservata

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