Campania. La morte della specialistica convenzionata
di Bruno Accarino
18 SET -
Gentile Direttore,
il nodo dell’esaurimento dei fondi per la specialistica ambulatoriale convenzionata in Campania non è nuovo né recente. Negli ultimi 8 anni progressivamente l’assistenza convenzionata si è sempre bloccata, a macchia di leopardo in tutta la Regione. Quest’anno l’esaurimento delle risorse è arrivato in anticipo. Una “morte annunciata”, tuttavia, denunciata a metà luglio dal SNR con una
“lettera aperta” al presidente De Luca.
Lettera aperta non solo di analisi e denuncia ma anche di proposta. Tralasciando le ragioni del precoce esaurimento del fondo per la specialistica ex convenzionata (tagli per oltre 110 milioni di euro per anno che dal 2010 sommano a oltre 500 mln €) segnalavo anche l’assurda ripartizione del finanziamento alla Regione da parte del Governo in base all’età della popolazione e non al numero di abitanti. E’ noto che se alla Campania fossero attribuiti - con un criterio univoco – gli stessi fondi attribuiti al Veneto o al Trentino ad esempio, il problema non esisterebbe.
Ci sono poi la disoccupazione, (trascurata nella programmazione) che fa lievitare il numero degli esenti a parità di prestazioni, la deospedalizzazione spinta dalle linee guida nazionali che comporta aumento della domanda sul territorio (con costi non adeguatamente finanziati), per finire al mancato rispetto di norme nazionali e regionali sull’erogazione di alcune prestazioni. E qui siamo in prima fila a segnalare la mancanza di controlli adeguati ed omogenei su tutto il territorio regionale per evitare che qualche mela marcia sperperi i fondi e giustifichi tagli indiscriminati. Del resto la Campania, in anticipo su quanto oggi propone il Governo Nazionale, si è dotata già nel 2013 di precise norme che regolamentano l’erogazione di alcune prestazioni (Tac e Risonanza) ritenute ad alto rischio di in appropriatezza.
Ma nulla si sa sui controlli su tali vincoli. Le nostre proposte? In sintesi ed al di là del semplice adeguamento del fondo riguardano sia il rispetto delle norme già esistenti su prestazioni erogabili sia le attività prescrittive a monte della nostra attività. Suggeriamo anche controlli univoci ed efficaci su tutto il territorio regionale (check-list) riguardo alle limitazioni prescrittive e all’appropriatezza, verifiche preventive delle prestazioni maggiormente richieste (se non sai cosa ti serve non sai neppure cosa ti costa) e infine linee guida prescrittive ulteriori per alcune prestazioni ritenute ad alto rischio di inappropriatezza così come già fatto in altre regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Toscana) e proposte dalle società scientifiche dell’ area sin dal 2012 e in parte recepite in Campania nel 2013.
In sintesi non c’è nulla da inventare perché spalmare, come suggerito da alcuni, la cifra totale di un budget annuale chiaramente inadeguato su ogni singolo mese significa solo spostare il problema, ma non risolverlo: si bloccherebbe l’assistenza ogni mese al giorno venti (come succede ad esempio in Puglia), anziché per 4 mesi finali dell’anno come da noi.
Un discorso a parte, infine, merita la delicata questione dei pazienti oncologici: la Radioterapia che fino allo scorso anno si era in qualche modo riusciti a tirare fuori dalla palude restrittiva dei budget con contratti integrativi alla scadenza dei fondi ordinari. Napoli città e Salerno, solo per citare le più grandi Asl della Regione, hanno già esaurito i fondi a loro destinati e non sembra vi siano possibilità (o volontà?) di affrontare compiutamente il problema. Resta il fatto che i più fortunati (o abbienti) andranno presso altre Regioni a curarsi e la Regione pagherà comunque il conto (salato) alla fine. Il tutto avviene nel più assordante silenzio dei sindacati, delle organizzazioni dei cittadini, dei malati, del lavoratori, benché più volte sollecitati.
Anche in questo caso la soluzione c’è ed è a costo zero. Per concludere, le nozze con fichi secchi notoriamente non si possono fare, ma collaborare costruttivamente nella programmazione con sindacati e società scientifiche nell’interesse di cittadini, erogatori e lavoratori del settore è non solo possibile e utile ma non costa nulla.
In questo quadro e al fine di mantenere costanti e uniformi i Livelli essenziali di assistenza (LEA) sull’intero territorio regionale e per l’intero anno solare sarebbe necessario che la Struttura Commissariale per la Sanità Campana, consapevole dell’importanza del ruolo che le prestazioni dell’area radiologica svolgono nel complessivo operato del SSR attribuisca alta rilevanza strategica alle azioni di programmazione, regolamentazione verifica e controllo volti ad assicurare elevati livelli di qualità, efficienza ed efficacia alle attività proprie delle discipline mediche specialistiche dell’area radiologica.
Dopo, e soltanto dopo sarà possibile discutere dell’adeguamento dell’entità del finanziamento da attribuire all’area radiologica convenzionate nel 2016 e negli anni a venire
Bruno Accarino
Sindacato Nazionale area Radiologica (SNR)
18 settembre 2015
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