Calabria. Il piano di rientro sanitario è ingiusto, dannoso e fa ammalare i cittadini
di Giacinto Nanci
13 LUG -
Gentile Direttore,
sono un medico di famiglia di Catanzaro e lavoro con la stessa cartella clinica e con le stesse modalità validate di altri mille medici italiani e concentro i dati, insieme a loro, in un archivio di due milioni e quattrocentomila italiani denominato HEALTH SEARCH-CSD LPD istituto di ricerca della SIMG (Società italiana della medicina generale). E’ anche per questo motivo che sono a conoscenza di dati che mi permettono di dire che Il piano di rientro sanitario della regione Calabria è ingiusto e dannoso e fa ulteriormente ammalare i calabresi perché è basato soltanto su un calcolo economico e prescinde dai bisogni e dalle patologie presenti in Calabria.
La Calabria ha centomila malati cronici in più della media Italiana ma riceve finanziamenti per la sanità per circa 1.830.000 residenti avendone invece 2.000.000 a causa del calcolo della popolazione pesata che garantisce meno fondi per le regioni che hanno più residenti in giovane età. La Calabria riceve meno fondi per la sanità pur avendo più malati cronici, ed è costretta a ulteriori risparmi sulla spesa sanitaria, a causa del piano di rientro, ne consegue quindi che i malati cronici si aggravano, le loro malattie si complicano e sono costretti a farsi curare nei centri di eccellenza fuori regione con un ulteriore aggravio della spesa sanitaria. Infatti la regione Calabria spende ogni anno ben 250 milioni per le cure dei calabresi fuori regione. E come se il governo italiano costringesse la famiglia catanzarese Anania (quella di Sanremo con ben sedici figli) a una specie di piano di rientro in base al quale è obbligata a risparmiare sfamando i propri figli con 300 grammi di spaghetti al giorno sol perché ha sforato i 500 grammi di spaghetti della media delle famiglie italiane che però hanno in media solo due figli e non sedici. I figli della famiglia Anania così si ammalerebbero come si ammalano ulteriormente , a causa del piano di rientro, i calabresi. E il tutto non dipende dalla cattiva gestione della sanità, che pure c’è, da parte dei politici e degli amministratori calabresi perché il “sottofinanziamento” e la maggiore numerosità delle malattie in Calabria sono, il primo a monte della gestione della sanità e il secondo ne è indipendente.
Scrivo anche perché prima delle recenti elezioni regionali di Novembre 2014 ho rappresentato questi dati a quasi tutti i candidati, dai cinque stelle a Forza Italia. Tutti si sono dichiarati fortemente interessati ai dati che ho rappresentato, ma a cinque mesi dalle elezioni non ho avuto nessun riscontro ne dai vincitori ne da quelli della opposizione. Mi sento quindi obbligato a denunciare, una condizione (il piano di rientro) che attenta alla salute di due milioni di cittadini. I finanziamenti sanitari alle regioni dovrebbero essere fatti (e oggi si potrebbe fare) in base alla prevalenza delle patologie e ai bisogni delle popolazioni e non per un puro calcolo economico. Sono disponibile, se richiesto, di illustrare nei particolari i dati.
Dott. Giacinto Nanci
Medico di famiglia, Catanzaro
FONTI
a) Decimo rapporto sanità Crea-Tor Vergata Roma presentato alle commissioni parlamentari nell’ottobre 2014
b) archivio Simg-Health Search-Csd Lpd utilizzato anche da Osmed, Istituto superiore di sanità, Istat, Banca d’Italia, Aifa, Agenas e altre istituzioni estere, con 77 studi indicizzati su Pubmed (il concentratore di studi scientifici piu’ autorevole al mondo)
c) Istat
13 luglio 2015
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