Cure primarie. Unica soluzione mmg diventino dipendenti del Ssn
di Giuseppe Amalfitano
27 MAG -
Gentile Direttore,
pur essendo consapevole di scrivere una lettera inutile che chiaramente non potrà influire in alcun modo sulle decisioni che verranno prese da politici ed alti dirigenti sanitari, tuttavia non posso fare a meno di scriverla perché, dopo aver consultato tanti generali e colonnelli (e nonostante ciò si vede chiaramente che la battaglia è quasi persa), magari a qualcuno verrà voglia di ascoltare anche un modesto soldato che ha passato tutta la sua vita al fronte ed ha vissuto ogni genere di esperienze sanitarie: dalla laurea in poi è stato sempre in prima fila sia come medico di medicina generale che in ospedale come dirigente medico. Ha visto cambiare la sanità anno dopo anno e purtroppo sempre in peggio e pur essendoci strepitose conquiste scientifiche e tecnologie inimmaginabili tuttavia la burocrazia ha mortificato ed azzerato tali conquiste diventando padrona del campo ed imponendo leggi e comportamenti insostenibili ed assurdi.
Senza la presunzione di insegnare alcunché ma soltanto, e con tanta umiltà, di mettere a disposizione la propria esperienza sul campo che evidentemente manca a chi si propone, e con tanta superficialità la distruzione di massa del residuo manipolo di medici che ancora cercano di presidiare il territorio a difesa dei più deboli. Credo non sia retorica ricordare che il tanto vituperato medico di famiglia, negli anni scorsi, ha salvato tante vite umane essendo il primo baluardo e spesso l'unico punto di riferimento, a difesa della salute: quante uscite notturne, quante visite nelle giornate festive perché non c'era la guardia medica o il 118! Il rapporto di fiducia e di stima, che ora si vuole del tutto cancellare, derivava appunto dalla riconoscenza dei pazienti che sapevano di poter contare sul proprio medico in qualsiasi momento. Poi sono cominciate le tante riforme della Sanità e da allora è tutto un caos: ora c'è la guardia medica e gli specialisti necessari ma per avere un consulto bisogna aspettare giorni o addirittura mesi. Dopo averli divisi, ora si vuole di nuovo mettere insieme il medico di giorno e quello di notte dimenticando che c'è una differenza incolmabile fra chi deve assistere a quota capitaria, in base a quanti pazienti riesce ad avere, e chi è invece convenzionato a tariffa oraria.
Insomma,anche se sembra una contraddizione, credo che, per salvare la medicina del territorio e quindi il medico di famiglia, l'unica strada sia quella di trasformare la convenzione in dipendenza e quindi riorganizzare il territorio copiando lo schema ospedaliero,che pur non perfetto, è tuttavia l'unico in grado di mettere ordine ad un sistema ormai diventato caotico ed insostenibile: è come se, per affrontare un nemico potente e crudele(le malattie), si continuasse a combattere disorganizzati e senza strategie ma soprattutto senza un coordinamento e senza un unico Comando: in poche parole l'Esercito non sa cosa fa la Marina e questa non sa cosa fa l'Aviazione col rischio concreto che spesso quest'ultima bombarda il proprio Esercito e la propria Marina,credendoli nemici.
E' tutto un caos, cui bisogna immediatamente porre rimedio, perché la Sanità è una e una sola e non può essere governata da cento governanti. Gli assistiti sono completamente allo sbando costretti a fare file interminabili per avere un timbro di esenzione o fare una prenotazione :le nuove regole, spacciate per semplificazioni,in realtà sono gradini insormontabili: trovare in ricetta un farmaco col nome generico e del tutto diverso dal brand cui ci si era abituati e per i medici, difficoltà o impossibilità a scrivere un farmaco secondo coscienza ma costretti a scrivere secondo strettoie sempre più anguste e trovare spesso un divieto di transito perche è necessario lo specialista che prepari il piano terapeutico. Ie regole del gioco cambiano ogni settimana e ogni settimana bisogna aggiornare il computer per attuarle.Anche il prontuario terapeutico cambia quasi ogni giorno e magari si cancellano con superficialità farmaci poco costosi per far posto ad altri costosissimi e magari superflui(un farmaco antifebbrile o uno sciroppo per la tosse costano pochi euro e potrebbero essere una soluzione ideale per la gran parte degli ammalati nei primi stadi influenzali senza la necessità di iniziare immediatamente costosissime terapie antibiotiche che spesso sono prescritte proprio per dare comunque una ricetta al paziente e non mandarlo via a mani vuote!).
Per alleggerire il lavoro nei Pronto Soccorso bisogna riorganizzare il Territorio: i Medici che vi operano devono essere messi in condizione di poter fare una ecografia o un ecg o qualche analisi di laboratorio,altrimenti ogni discorso è inutile. Insomma non mi dilungo più a evidenziare come davvero la sanità è in crisi profonda e non si può rianimare con un cerotto o uno sciroppo ma è necessario resettarla facendo una rivoluzione davvero profonda; e poiché gli interessi che vi ruotano intorno sono specialmente di natura economica è evidente che ci vorrebbe tanto coraggio ed onestà per fare questa rivoluzione ma, sinceramente, allo stato attuale, chi potrebbe mai farla?
Giuseppe Amalfitano
Medico di famiglia
Ischia (Na)
27 maggio 2015
© Riproduzione riservata
Altri articoli in Lettere al direttore