Atto medico. Evoluzione o involuzione?
di Matteo Incaviglia
27 MAG -
Gentile direttore,
si continua in un percorso anacronistico e in controtendenza rispetto a tutti gli altri paesi Europei, ebbene si, mentre in Svizzera, in Spagna e nella maggior parte dei paesi europei si tende a conferire maggiore autonomia alla professione infermieristica proponendo progetti di modifica che prevedono suddivisioni delle prestazioni, in Italia non è possibile, i medici si oppongono, si sentono sotto attacco. ( "Si vuole profanare il tempio" qualcuno scrisse tempo fa, "gli dei sono in collera").
E' a tutti noto come non tutte le prestazioni assistenziale necessitano di prescrizione medica, perchè mai in questi casi non possono essere altri professionisti sanitari ad agire in autonomia? Appare paradossale sentirsi sotto attacco, soprattutto se a sentirsi sotto attacco e chi ha avuto da sempre un ruolo primario nella sanità, condizione che forse non ha paragoni nel mondo occidentale, io starei tranquillo, non vedo rischi di spodestamento, almeno nell'immediato.
E' tuttavia miope non prendere atto che i percorsi clinico-assistenziali sono radicalmente cambiati in questi anni , non è forse il caso di prendere esempio da molti altri paesi europei dove le competenze vengono assegnati secondo criteri di professionalità? Lavoro di equipe si chiama. Nel tentativo di proteggere il tempio, si propone una legge secondo una visione anacronistica e medico centrica della sanità, paventando chissà quali pericolosi rischi per la salute dei cittadini, storia vecchia trita e ritrita a cui forse non crede più nessuno, ma suscita inevitabilmente un interminabile quanto inutile e stucchevole dibattito.
La domanda nasce spontanea, parafrasando le parole del celebre giornalista Antonio Lubrano.. Se in Svizzera, in Spagna e in molti altri paesi occidentali si va totalmente in altra direzione, i politici dei suddetti paesi saranno tutti così incoscienti e irresponsabili da mettere a rischio la salute dei propri cittadini?
Si tenta di spiegare le ragioni che hanno convinto la deputata Vittoria D'Incecco della necessità di elaborare una proposta di legge, "c'è in atto un'aggressione che potrebbe cambiare la prassi, dunque bisogna cambiare le regole, bisogna riconoscere assolutamente la leadership funzionale del medico", per i medici è indispensabile e non più procastinabile.
Forse la verità è un'altra, non è che per dare lavoro a una pletora di medici (più volte certificata dall'OCSE) in questi anni si è frenata la crescita professionale della altre professioni sanitarie, infermieri in primis, attribuendo ai medici competenze che non e detto siano tutte annoverabili tra il cosiddetto atto medico? Poichè riteniamo che i cambiamenti vanno fatti nell'interesse dei cittadini, auspichiamo un più attenta riflessione.
Matteo Incaviglia
Segretario AADI (Avvocatura di diritto infermieristico) - Sicilia
27 maggio 2015
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