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Noi medici abbandonati in pasto alle assicurazioni

di Matteo Piovella

06 MAR - Gentile direttore,
la Società Oftalmologica Italiana (SOI), di cui sono attualmente Presidente, da quindici anni ha fronteggiato la problematica riguardante la stipula di polizze assicurative che tutelassero gli oftalmologi e che li mettessero al riparo dai danni provocati da cause sulla responsabilità medica. Lo ha fatto costruendo – attraverso un sistema di convenzioni assicurative - un vero e proprio “Sistema di Protezione” dalla responsabilità professionale da offrire ai propri iscritti: un Sistema che, grazie al monitoraggio derivante dal sistema assicurativo, consente la definizione di validi ed utili strumenti di prevenzione - per evitare il ripetersi degli stessi errori – e di strumenti di difesa, al fine di controllare il formarsi dei precedenti giurisprudenziali scientificamente infondati. Uno sforzo associativo enorme che è stato affrontato dagli oculisti italiani senza l’aiuto di nessuno. Le Istituzioni preposte ossia il parlamento, il Governo e i magistrati non si sono mai fatti carico delle problematiche sulla responsabilità medica lasciando un grande vuoto.
 
Mi permetto quindi di fare un breve excursus per meglio far capire. Nessun aiuto dal Parlamento. Un famoso giurista evidenziava che la norma che disciplina le lesioni personali da atto medico è la stessa che punisce l’accoltellatore per strada. Mancano norme specifiche e anche gli ultimi tentativi (si v. l’iter della Legge Balduzzi) hanno evidenziato l’estrema difficoltà (politica) ad inserire regole serie ed adeguate a fronteggiare il fenomeno. Nessun aiuto dal Governo. La stessa legge Balduzzi, come norma speciale rispetto all’Omnibus del 2011 (DL 138/11 con cui si assoggettavano tutti i liberi professionisti all’obbligo assicurativo), incardinava presso il Ministero della Salute un tavolo di lavoro per definire quanto ed in che modo una polizza di responsabilità civile per i sanitari potesse ritenersi “adeguata” ed un altro tavolo finalizzato alla costituzione di un Fondo di solidarietà per i sanitari che non fossero più in grado di reperire nel mercato una polizza.

I lavori si sono svolti coinvolgendo tutte le federazioni nazionali rappresentative delle professioni sanitarie e, in speciale modo la FnomCeo e alla fine qual è stato il risultato? Un asfittico regolamento sostanzialmente finalizzato a garantire gli interessi della A.N.I.A: (l’associazione che rappresenta le assicurazioni: che, per inciso presiedeva questo tavolo ministeriale – Sic!). Un regolamento la cui scarsa qualità è stata già ampiamente discussa su questo giornale da un collega chirurgo plastico. Nessun aiuto dal potere giudiziario. In assenza di una disciplina specifica, la giurisprudenza risulta freneticamente altalenante se non contraddittoria. Si pensi ai recenti orientamenti del Tribunale civile di Milano (che riconduce la responsabilità del medico dipendente del S.S.N. nell’ambito della c.d. responsabilità extracontrattuale), rispetto alle sentenze della Corte di Cassazione, che invece insistono nel ritenerla di tipo contrattuale. Quindi regole incerte con giudizi incerti e il medico non è nemmeno in grado di sapere con quali regole verrà giudicato e, di conseguenza, non sa con quale assicurazione dovrà affrontare questa situazione di assoluta incertezza.
Ora in questa situazione così difficile e sregolata, la FnomCeo e l’Enpam hanno definito una alleanza per risolvere tutti i problemi.
 
Da ciò i quesiti:
- Considerando il lavoro che questi soggetti hanno svolto in sede ministeriale nella redazione del regolamento sui requisiti minimi delle polizze assicurative per essere ritenute adeguate, senza riuscire ad evitare che prevalessero gli interessi delle assicurazioni piuttosto che quello dei colleghi, per quale ragioni possiamo ritenere che da essi arriveranno risposte serie e concrete?
- Considerando che i ruoli di rilievo all’interno della FnomCeo e dell’ENPAM sono in genere riservati a soggetti che hanno peso politico ma non operativo - in quanto da anni svolgono tali funzioni in modo ormai professionale - e, in genere, rappresentativi di categorie (politicamente) numerose ma non significative sotto il profilo del rischio professionale: per quale ragioni possiamo ritenere che da essi arriveranno risposte serie e concrete?
- Considerando che in tutti questi anni né la FnomCeo né l’ENPAM hanno mai chiesto di condividere l’analisi dei problemi e la definizione di eventuali soluzioni con chi ha maturato grande esperienza e competenza su questi specifici temi: per quale ragioni possiamo ritenere che da essi arriveranno risposte serie e concrete?

A riprova di quanto affermato, il gruppo dei saggi risulta così composto:
- per la FnomCeo: il Segretario generale (Luigi Conte: Vice Presidente OmCeo Udine), il Direttore (Marco Cavallo: Laureato in giurisprudenza), il Tesoriere (Raffaele Iandolo: odontoiatra), i componenti del Comitato centrale Sergio Bovenga (Presidente OmCeo Grosseto) e Sandro Sanvenero (odontoiatra)
- per l'Enpam: partecipano il Vice Presidente Roberto Lala (che dal Sumai è passato a fare il membro professionale dell’ENPAM) e il Vice Presidente Vicario Giampiero Malagnino (Rappresentante professionale dell’ANMDI: dentisti). Il tutto presieduto il consigliere Giacomo Milillo (Presidente professionale della FIMMG: medici di base).

Questo gruppo di saggi intende “fornire definitive soluzioni a tutte le categorie di medici e odontoiatri, ponendosi anche come gli interlocutori naturali (Sic!) per definire al meglio il perimetro della responsabilità medica”. Siamo a posto!

In conclusione, il timore è sempre lo stesso: che pochi soggetti autoreferenziali possano creare guai e complicazioni all’intera categoria. Non si vede all’orizzonte l’intenzione – banale, dovremmo dire – di coinvolgere in primis i colleghi delle società e associazioni (sia chiaro: non solo quella che rappresento,ce ne sono altre) che il problema l’hanno affrontato e risolto per necessità prima che entrassimo nell’epoca dell’obbligo assicurativo.

Per tale ragione, l’unico ruolo che ci è consentito è (e sarà) quello di controllare con assoluta e totale attenzione cosa succede, cosa viene fatto: un severo monitoraggio prologo di ogni azione risulterà necessario per fare in modo che gli interessi dei medici - dei medici veri – siano effettivamente affrontati in modo serio e, possibilmente, risolti.

Dottor Matteo Piovella
Presidente, Società Oftalmologica Italiana, SOI
Segretario Generale, Associazione Sindacale Medici Oculisti ed Ortottisti Italiani, ASMOOI 


06 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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