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Il sistema universalistico va difeso. Ma se dovesse venire meno, paghi chi ha di più

di Tiziana Frittelli

11 NOV - Gentile direttore,
ho letto con attenzione l'articolo di ieri del prof. Cavicchi che volevo innanzitutto ringraziare per le interessanti provocazioni che lancia.
Non credo che l’etica possa essere lasciata in pace mai. L’etica ha un valore universale, ma contenuti diversi per ciascuno. Per me l’etica è amministrare nell’interesse degli altri e non del mio, recarsi la mattina al lavoro sapendo che il proprio ruolo è di servizio e non di potere, sentire in ogni momento la responsabilità di dover tutelare un sistema che riesce ancora a garantire i bisogni assistenziali della generalità della gente, ma che è in pericolo a causa della scarsità delle risorse. Per me etica è combattere tenacemente ogni spreco, pensare ad una politica degli acquisti che scelga il meglio a prezzi migliori, garantire concorsi trasparenti, e, soprattutto, che per nessuno all’interno del mio ospedale il paziente sia un fastidio. Il che è l’antitesi degli opportunismi, delle lobby di affari, degli interessi dei pochi che sovrastano le attese dei tanti.

Sono stata sempre convinta che le strutture abbiano un cuore, e il loro cuore è quello di chi le dirige e imposta le azioni dei tanti team che operano all’interno di strutture cosi complesse. Credo, inoltre, che prima di qualunque problema economico ci sia un problema etico. Prima si sceglie dove andare, poi si analizzano i perimetri e i vincoli. Credo sia dovere di chi fa il mio mestiere sapere prima dove vuole andare e poi capire come. Se l’obiettivo è la propria autoreferenzialità, il proprio entourage di riferimento, l’essere forte con i deboli, che non sono solo gli indigenti, ma tutti quelli che in un dato momento hanno bisogno di una struttura sanitaria, e deboli con i forti, allora siamo fuori dell’etica.

Per me gli sprechi non sono diseconomici, ma immorali. E lavorerò per difendere un sistema universalistico del quale sono orgogliosa. E se questo sistema non dovesse reggere più, allora che paghi di più chi ha di più. Ma corriamo ai ripari subito, a partire dalla compartecipazione differenziata fino alla chiusura delle strutture inutili che diventano dannose e producono sprechi e malasanità. Con coraggio e senza false illusioni. Siamo diventati esperti di certificazioni di qualità. E’ il momento di certificare l’etica delle scelte.       
 
Tiziana Frittelli
Direttore Generale del Policlinico universitario Tor Vergata di Roma

11 novembre 2014
© Riproduzione riservata

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