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Blocco contratti PA. Così si rischia di tirare troppo la corda. Mobilitazione unitaria sarebbe doverosa

di Andrea Bottega

14 SET - Gentile direttore,
desidero richiamare alla memoria a chi si occupa di finanza pubblica, ai nostri parlamentari e ai membri del governo che “il blocco dei contratti pubblici e la contrazione del turn over suggeriscono anche l’opportunità di un’attenta valutazione in prospettiva futura, per evitare il rischio di un depauperamento progressivo del personale addetto. Anche in questo caso, dunque, una visione esclusivamente contabilistica del profilo rischia di entrare in rotta di collisione con le finalità proprie del sistema (ndr. sanitario)”. Queste non sono parole del Nursind, che pur si sente di sottoscriverle pienamente, ma, è bene ricordarlo, sono state scritte dal vice procuratore generale della Corte dei Conti nel “Giudizio sul rendiconto generale dello Stato 2013”.
 
Ancora la Corte dei Conti in sezioni unite in sede di controllo afferma nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2014 (pagg. 167-175) che:
1. la spesa per redditi da lavoro dipendente ha avuto una diminuzione del 4,6% nell’ultimo triennio pari quasi a 8 miliardi in valori assoluti;
2. le previsioni per il 2014 sono di una ulteriore riduzione della spesa per redditi dello 0,7%;
3. il trend viene stimato stabile nel biennio 2015-2016 in quanto gli ipotizzati fattori di crescita, derivanti dalla possibilità di una ripresa delle progressioni di carriera e dal ripristino di alcuni automatismi stipendiali, dovrebbero essere ampiamente compensati dal perdurare, sia con percentuali progressivamente inferiori, dei vincoli assunzionali;
4. i risultati finanziari sono stati di gran lunga superiori alle previsioni;
5. l’occupazione nel settore pubblico, nel periodo 2007-2012, ha registrato un calo di quasi 6 punti percentuali con un trend di un ulteriore 0,4% confermato anche per il 2013;
6. la riduzione dei dipendenti ha carattere strutturale.
 
Detto da chi si controlla i bilanci della pubblica amministrazione non fa un certo effetto e non sembra un monito a chi sta tirando la corda? E se la corda si spezzasse? Quale opposizione a questa forza è in grado di dare oggi chi rappresenta i lavoratori?
Mi sento di condividere le parole e la proposta lanciata dal segretario nazionale dell’Anaao: “bisognerebbe mettere all’ordine del giorno una mobilitazione unitaria di tutto il mondo della sanità, in difesa non tanto e non solo dei livelli retributivi, ma del ruolo sociale e della dignità del lavoro svolto dai suoi professionisti”. Nursind ha già posto i presupposti per questa mobilitazione e riteniamo che ogni iniziativa unitaria dei professionisti della salute sia doverosa in questo momento storico. 
 
Andrea Bottega
Segretario nazionale Nursind

14 settembre 2014
© Riproduzione riservata

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