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Donne in medicina. Noi, donne medico della generazione “sandwich”

di Maria Ludovica Genna

18 OTT - Gentile Direttore,
sono un medico di laboratorio da circa 20 anni. Ho letto con estremo interesse le lettere al direttore in cui si è parlato spesso di genere in Sanità. Aumentano le donne mediche,viene acclarata la progressiva femminilizzazione del sistema sanitario nazionale  e  si cerca di adeguarsi a quella che è una vera rivoluzione culturale  in progress. I tempi sono maturi e sono certa che, grazie anche a normative nazionali attente, le donne medico potranno acquisire una dimensione nuova nel mondo lavorativo.
 
Mi pare doveroso però fare un accenno alla "generazione sandwich", alla quale appartengo. Definizione coniata da Obama per individuare 40-50enni in grado di sostenersi economicamente con figli da mantenere e genitori da accudire. Il termine si adatta perfettamente alle donne ultracinquantenni, lavoratrici strette tra due generazioni al punto da essere costrette a sacrificare la carriera dopo anni passata a costruirla.
 
In Gran Bretagna  l'Istituto Britannico di ricerca sulle pubbliche Politiche (IPPR) nel suo rapporto sulla generazione sandwich definisce lavoro, famiglia genitori una "tripla  mazzata". Anche in Italia le donne di questa generazione  cresciute negli anni 60-70 destreggiandosi con notevoli sacrifici tra famiglia e lavoro sono definite  dai sociologi   il vero fondamento dell'organizzazione familiare, asse portante di una società che è afflitta da disoccupazione, precarietà, crescita zero e i "bamboccioni".
 
Nel rapporto dell'Istituto Britannico, inoltre, si  riportano dati secondo i quali il 17% delle donne disoccupate inglesi ha abbandonato il lavoro per prendersi cura di un nipote o di un genitore e viene proposta una soluzione che potrebbe adattarsi anche alle donne medico  italiane: "l'aspettativa per le nonne o granny leave" che consentirebbe alle over 50 di lavorare in maniera flessibile  per un periodo sino a due anni come accade in Germania, Belgio, Slovenia senza perdere contributi o rischiare di perdere il posto o ancora la possibilità di trasferire sino a sei mesi di congedo parenterale non solo al padrema anche ai nonni soprattutto  nel caso in cui la madre sia minorenne,apprendista o un genitore single.  
 
 Lavoro in Campania, regione soggetta al piano di rientro, in blocco del turn-over   in piena spending review e non ultimo  dove l'età media dei dipendenti   in Sanità è over 50anni. La proposta  dell'aspettativa  per le nonne"  potrebbe essere un tributo doveroso  per la conciliazione lavoro-famiglia ad una generazione di donne che da sempre si sono occupate di tutto e di tutti,che attualmente dubitano che i propri figli  potranno avere in tempi brevi un lavoro e una casa tutta loro mentre accudiscono genitori anziani  e  sembrano destinate  destinate  ad essere caregiver in eterno.
 
Maria Ludovica Genna
Responsabile UOS Diagnostica Ematologica  A. Cardarelli Napoli

18 ottobre 2013
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