Il caso Marlia, i fiumi di parole e le decisioni che non arrivano
di Giuseppe Squilla
31 MAG -
Gentile direttore,
questa è la seconda lettera che le scrivo per quanto in oggetto. La
prima fu inviata appena il caso “Marlia” divenne pubblico tra noi Tsrm. Da quel momento si sono dette e scritte fiumi di parole, qualcuno addirittura ha già condannato i miei due colleghi altri probabilmente non riescono a ricordare che tutto questo è scaturito da una denuncia sindacale da parte medica.
Io auspico e mi permetto di essere sicuro che questa problematica sarà risolta, si tratta del solito discorso all’italiana fatta una legge devi poi interpretarla come meglio credi.
Spero che la Federazione nazionale Tsrm ed i sindacati insieme al Ministro abbiano la compiacenza di riunirsi e parlarsi, magari oltre che parlarsi riuscire a decidere.
Abbiamo bisogno di decisione non di interpretazioni!
Non solo, come ha scritto benissimo
Benci, potremmo arrivare ad una paralisi della diagnostica per immagini, mi auspico che finalmente anche dalla mia Federazione Nazionale scaturiscano le denunce per quelle sale radiologiche facenti parti della radiologia complementare, dove causa una non denuncia dei medici la presenza dei TSRM è esclusa.
Ed i compiacenti burocrati delle ASL continuano ad emanare normative che si discostano completamente dalle linee guide, che per legge ha emanato, l’Istituto Superiore di Sanità.
Del resto per i burocrati ed alcuni medici (molti direi) tutto questo non conta nulla.
Giuseppe Squilla
Coordinatore T.S.R.M.
Radiologia diagnostica e interventistica
31 maggio 2013
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